Costruire l'alternativa
Ieri era domenica. Una delle giornate più calde di questa torrida estate. Ho letto, svogliato, nel giornale l'ennesima minaccia di dimissioni lanciata dal Sindaco Recanatini, per via di un documento sull'urbanistica presentato dal PdCi nel quale si richiama l'esigenza di discutere le pesanti scelte relative alla variante al PRG all'interno dei partiti della maggioranza prima di assumere decisioni a livello di giunta.
Mi sembra che la richiesta del PdCi sia semplicemente un richiamo all'applicazione del principio democratico secondo il quale i rappresentanti dei cittadini (i consiglieri) devono poter comprendere e discutere le questioni importanti in modo da poter esprimere responsabilmente il loro parere al momento del voto, in nome e per conto dei cittadini rappresentati.
Ma sembra che questa richiesta abbia mandato il Sindaco su tutte le furie...
Per quanto mi riguarda, avrei chiesto di estendere la discussione preventiva dei temi urbanistici anche ai partiti di opposizione (non sono anche loro rappresentanti dei cittadini?) e soprattutto di mettere in atto una discussione aperta con i cittadini, attuando quella "partecipazione" tanto sbandierata durante le elezioni quanto negata di fatto successivamente.
Ma perchè il Sindaco ritiene inaccettabile anche la posizione garantista del PdCi?
A questa domanda non so dare una risposta, ma posso offrire lo spunto per una riflessione.
Quando un cittadino è chiamato a rappresentare gli altri cittadini (tutti, non solo la parte di appartenenza politica), deve avere chiaro qual'è il suo ruolo e quale deve essere l'obiettivo.
Spesso accade che l'eletto pensi che il suo compito sia quello di comandare, o governare, una città; di decidere per conto dei cittadini.
Ma sappiamo che democrazia significa "governo del popolo", non "governo dei rappresentanti del popolo", altrimenti avrebbe avuto un altro nome (la lingua greca ha radici molto chiare e capaci di tradurre con molta precisione un pensiero), del tipo demoligarchia, o giù di lì.
Chi viene eletto, in democrazia, ha il compito di servire la città e di decidere assieme ai cittadini; di essere espressione del volere dei cittadini. E bisogna che qualcuno almeno chieda ai cittadini che cosa vogliono!
Ritengo che questo sia il reale problema politico che abbiamo oggi a Falconara (e che più o meno abbiamo sempre avuto).
Positivo è il fatto che alcuni partiti e/o alcuni consiglieri, sia a destra che a sinistra, abbiano sentito l'esigenza di un confronto aperto sulle scelte, di rimanere vicini ai cittadini, anteponendo i problemi veri della città agli opportunismi politici delle segreterie di partito, anconetane o romane che siano.
Ma queste voci, ancora troppo isolate, devono diventare un coro se vogliamo indurre quel cambiamento di cui la città sente il bisogno.
Costruire un'alternativa significa in primo luogo "esserci".
Ecco perchè è nata l'idea di un "parlamento dei cittadini di Falconara", che giovedì sera, 26 luglio, al centro Pergoli di Piazza Mazzini, verrà avviato da un gruppo di cittadini, aperto a tutti i cittadini di buona volontà.
Questa iniziativa non vuole essere una delegittimazione delle istituzioni locali, del consiglio comunale, della giunta o del sindaco.
Al contrario, è la via più efficace che abbiamo trovato per richiamare gli eletti nelle istituzioni a riappropriarsi della loro natura di "servitori del popolo", salvando le istituzioni stesse dal rischio di un ulteriore allontanamento dei cittadini dalla res publica, dal rischio di una deriva qualunquista che è sempre stata l'anticamera della tirannia, nelle varie forme in cui si presenta.
Carlo Brunelli
Etichette: Riflessioni politiche
1 Commenti:
Nel Parlamento dei cittadini propongo di iniziare una ampia discussione sull'ennesimo sversamento dell'Api. Credo che sia arrivato il momento di sensibilizzare la popolazione sui rischi che quotidianamente incombono sulle nostre teste. Propongo di indire una manifestazione cittadina in spiaggia nel più breve tempo possibile che coinvolga più persone possibile.
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