X FALCONARA

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lunedì 26 giugno 2017

Camminando per Falconara 1.1

A 56 anni bisogna cominciare ad ascoltare i consigli degli amici medici che si preoccupano della tua salute. In diversi mi hanno detto: "dovresti camminare tutti i giorni, almeno un'ora al giorno". E io, sebbene non abbia una fiducia incondizionata nella scienza, gli ho dato retta. Ho iniziato ad alzarmi presto la mattina e camminare un'oretta, tutti i giorni. Devo dire che mi sento davvero meglio, ma un'ora passata soltanto a camminare per i primi giorni è stato anche divertente, poi, lentamente, è diventata abitudine e quindi noia. Che fare?  Per riempire quel tempo perso ho inziato allora a fare foto, osservando Falconara nelle cose buone e in quelle che non vanno. Si è aperta a poco a poco una attenzione nuova ad ogni dettaglio, con rimandi alla memoria dei luoghi ed alle loro possibilità di riqualificazione. L'intenso accorgersi di un "presente" che contiene in sè il passato ed il futuro.
Mi è venuta così anche la voglia di raccontarvi questa mia - questa nostra città - amata, odiata, ancora capace di commuovere e di farci infuriare. Una città troppo abbandonata a se stessa, mai presa davvero sul serio, mai considerata davvero importante. Una città che soffre per mancanza d'amore...i cui figli guardano altrove e non le rivolgono quasi mai un'attenzione sincera, o un semplice sorriso.


























Uscito di casa, lungo via Martiri della Resistenza, mi godo il fresco dei pini. La dicsesa sotto il Comune vecchio lancia la prima prospettiva sul mare. Chi dice che Falconara è una brutta città di certo non l'ha maiconosciuta o ha dei motivi per denigrarla, per gettare chi la abita nella depressione.
Mi imbatto in una delle ultime opere del compianto Matt: i gatti disegnati sulla prima casa di via Buozzi. Immagino cosa sarebbe questa città se tutti i muri ciechi - frequenti e talvolta enormi - fossero dipinti a tema da giovani e  bravi artisti. Basterebbe questo per riempire la città di bellezza anche nelle sue difformità. Questa idea dei murales tornerà più volte perchè è lacittà stessa a evocarla.

Poco più avanti , sotto i giardini dei Frati, due bellissime palme richiamano l'anima mediterranea che questa città, pur sferzata dalla bòra, conserva dentro di se. I giardini di Falconara sono talvolta di una bellezza inaspettata. Bisognerebbe indire un concorso annuale e premiare i giardini più lussureggianti, i fiori biù belli...dare valore a ciò che è curato e ben fatto.





Il taglio visivo sul campanile dei Frati è occultato dai cassonetti dell'immondizia. Le strade della città sono infestate dai cassonetti. Quanti posti auto si libererebbero togliendo i cassonetti dalle strade e gestendo la raccolta dei rifiuti finalmente col metodo porta a porta?  Falconara ha un livello di raccolta differenziata tra i più bassi della regione e spende fior di quattrini di sanzioni per non rientrare da anni nei parametri imposti dall'Europa in materuia di rifiuti. Gli amministratori dovrebbero pagare di tasca propria questa inefficienza invece di caricarla sulla bolletta dei cittadini!





Ma ecco che la città mi predispone di nuovo al buonumore: via Buozzi è segnata dal bel filare di lecci che fanno filtrare la prima luce del mattino. Basterebbe poco per dare la dovuta dignità a questa passeggiata: togliere l'assurdo guard-rail e sostituirlo magari con un muretto in cui sia possibile sedersi....






Ancora pochi passi e la strada aumenta la pendenza. Prima di toccare la pianura sulla sinistra ecco la vecchia bottega di Trillini, il bravo fabbro. E' in rovina. Ricordo il tono burbero ma al contempo gentile di Ivano, l'ronia, il suo accento da vero falconarese, l'odore di ferro del suo angusto laboratorio.  Bisognerebbe mettere una targa a memoria delle brave persone che hanno vissuto e lavorato in questi luoghi. Persone care alla memoria di molti. Ancora vive nel cuore di molti.


Raggiungo il piano e svolto verso l'interno. Ecco che il marciapiede è interrotto. Si è costretti a passare in mezzo alla strada, col pericolo di verìnire falciati dalle auto .  Intorno a me un pezzo di città non finita...uno scarto di città. Il primo che incontro camminando verso nord.
Là dove c'era la prima attività della Casali, che ha inquinato il sottosuolo di idrocarbuti e metalli pesanti, ora c'è un gigantesco cumulo di volumi e cemento.
Ma ora non ho voglia di parlarvene... forse domani. 

(continua)

























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