X FALCONARA

spazio libero di chi vuole un futuro migliore per la nostra città

mercoledì 28 giugno 2017

Camminando per Falconara 1.2

Riprendo il racconto da dove l'avevo interrotto: il grande complesso incompiuto all'ingresso della città proveniendo da Castelferretti. Un biglietto da visita molto esplicito.

C'è un cartello "Vendesi". E' l'epilogo dell'ennesimo fallimento di una impresa edile? E semplicemente un'operazione rimasta incompiuta a causa della crisi?  Non so. Forse lo sanno in Comune. Forse.... O forse non lo sanno neanche loro...forse non gli importa poi molto di questo luogo di desolazione all'ingresso della città.
Qui i murales li hanno fatti spontaneamente, come accade in tutti i luoghi abbandonati, come a segnare la traccia di esistenze umane anche dove apparentemente non ci sono. Un modo di riappropriarsi degli spazi di rifiuto della città...
Sull'altro lato della strada rispetto agli edifici - sotto al cimitero - quello che avrebbe dovuto essere un parcheggio coperto è una piscina piena di materiali di rifiuto. Un luogo pericoloso, malsano, lasciato al suo (e al nostro) destino. Chissà se ci vive qualche rana, qualche biscia d'acqua...?





Di fronte a tanta gente che una casa non ce l'ha, ai disperati che arrivano da ogni parte del mondo e ai nostri stessi figli - disperati del futuro - condannati alla precarietà e a vivere coi genitori fino a quarant'anni... di fornte ai giovani disoccupati che tuttavia vorrebbero mettere su famiglia come natura chiede a noi mammiferi... di fronte a loro, questo spreco di spazi abitativi appare un'offesa insopportabile. Si spendono soldi per cose futili, per trastullare anziani annoiati, per l'arredo urbano...ma non si pensa a dare una casa, anche temporanea, a chi non ce l'ha.

E se poi qualcuno entra in questi spazi abbandonati (perchè, come si vede, è anche facile entrare) rischia la galera. Noi mandiamo in galera chi cerca un riparo per vivere e magari facciamo la riverenza a chi ruba al prossimo o a chi si divide stipendi e vitalizi  senza alcun merito.... Che razza di società è la nostra?
Chi amministra la "cosa pubblica", chiamato a gestire la nostra comunità, dovrebbe farsi carico dell'acquisto delle case abbandonate e incompiute (si potrebbe farlo a condizioni assai favorevoli in tempo di crisi) per creare case-albergo a basso costo.
In Europa questo accade. A Torino è in funzione da anni una casa-albergo accessibile a persone con bassissimo reddito. Pensiamo a chi è senza lavoro: se gli concedessimo di svolgere lavori di utilità sociale compensati anche solo 10 euro al giorno (molto meno di quanto si spende per "stoccare" gli immigrati nei centri di prima accoglienza) con quei soldi le persone si potrebbero pagare vitto e alloggio in una casa-albergo, evitando di finire per strada e garantedo per se e per gli altri una vita dignitosa.
E invece mandiamo in malora questo enorme patrimonio di case inutilizzate così che quando si deciderà di usarle ci costerà migliaia di euro in più il solo recupero. E magari ci sentiamo infastiditi dalla presenza dei clandestini, dei senza casa. E li scansiamo come fossero appestati...

Penso davvero che questa società - ciò che resta di quella che chiamiamo "civiltà occidentale", sarà travolta dallo scarto che continua a produrre: vite di scarto, edifici di scarto, rifuti e discariche... L'abbandono è come un cancro che si forma all'interno delle nostre città e si propaga. Volto lo sguardo dall'edificio incompiuto della ex Casali e vedo gli enormi palazzoni popolari degli anni settanta dove avviene la mutazione: case dove prima entrano inquilini stranieri e poi restano sfitte, con cartelli vendesi ormai logori... 
Le metastasi dell'abbandono si propagano ad una velocità impressionante e se pensiamo a quanto ci costerebbe risistemare questo degrado capiamo subito che è un conto che cresce di giorno in giorno, di ora in ora. Un conto che non riusciremo a pagare...
Molti di questi edifici, il cui valore è sceso fino ad uscire dal mercato edilizio, a breve saranno un problema. Alcuni già lo sono. Un problema di sicurezza, perchè la mancanza di manutenzione li farà cadere a pezzi. 
C'è bisogno di una reazione forte, di una svolta formidabile nel concetto di proprietà, di esproprio di ciò che non è ben tenuto, di capacità operativa e di competenza delle pubbliche amministrazioni. Una reazione poderosa che non si riesce nenche ad immaginare quardando alle asfittiche manifestazioni della politica di oggi, lontana anni luce dai problemi reali del Paese.
Mentre sono immerso in questi pensieri, eccomi di fronte al sottopasso della ferrovia che si apre come l'antro di una caverna.
Dall'altra parte troverò la città mai nata.Quello strano spazio in parte ancora in attesa di una trasformazione mai arrivata e in parte soggiogata dalla presenza della raffineria che sembra gettare un ombra oscura attorno a se, come la torre di Minas Morgul (la città morta) della saga del Signore degli Anelli.
Là incontrerò quella città che i falconaresi non vogliono vedere. La città che i politici continuano a fantasticare guardandosi bene però dal frequentare o dal cercare in qualsiasi modo di modificare davvero.
La tutto senbra essere pronto per l'arrivo dei Nazgùl... che però dicono abbiano bisogno di costruirsi una strada. Alcuni pensano che a questo serva il "by-pass API" .  (continua)






































































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