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lunedì 3 luglio 2017

camminando per Falconara 1.4

Quella che si estende verso la strada statale e la raffineria è una vera e propria "giungla" in formazione. Un esteso incolto inccessibile.
In realtà però ci sono alcuni sentieri e si intravedono tratti di recinzione in plastica..
Cosa si cela all'interno di questa terra di nessuno? 
 Perchè compaiono a un certo punto, addentrandosi in uno di questi sentieri aperti nella macchia, segnali vari di pericolo che intimano di non superare il cancello?
Mi chiedo se i vigili urbani o comunque qualche addetto del Comune abbia mai messo piede qui.
Se si sia mai chiesto - come io mi chiedo - che cosa  si celi dietro questo cancello e il perchè dei segnali di pericolo...
Ma ritorno sui miei passi, perchè da queste parti, a girare da solo alle sei di mattina, c'è davvero il rischio di fare brutti incontri....


Dall'altra parte della strada si apre la piana che la separa dalla pista aeroportuale.

Una lunga linea di canne palustri, alte e fitte, si snoda nel prato anch'esso non coltivato.
Sono le canne a denunciare il corso del fosso Rigatta. E' un nuovo segno del paesaggio, quello dei canneti che intasano i fossi, che testimonia dell'incuria con cui la nostra "società civle" tratta i corsi d'acqua.

Che poi il Rigatta è quel fosso che raccoglie le acque del depuratore e dell'aeroporto - per poi passare dentro l'API in una serie di condotte intubate di sezione insufficiente -  che è a  mio modesto avviso il principale responsabile delle recenti alluvioni del quartiere di Fiumesino.

O meglio, non è il Rigatta ad essere responsabile delle esondazioni, ma il restringimento causato dalla raffineria API e la errata posizione dei tubi di evacuazione delle acque della pista aeroportuale.
Per avere un'idea delle incredibili e illecite manipolazioni che sono state prodotte nel fosso nel tratto sotto la strada statale e la raffineria si veda anche l'interessante documentario del "folle" Matteo Montesi:  https://www.youtube.com/watch?v=Sv2zyCM5lsE    che non a caso chiama il Rigatta "la fogna della morte".

Si capirà bene perchè l'acqua del fosso Rigatta non può passare in caso di piena.

Proseguo, e dopo pochi passi ecco il piazzale dell'ex gommista Contini. E' tutto in abbandono, in attesa dell'arrivo del nuovo "mostro" By-Pass. Un'opera che spazzerà via l'attuale assetto di questa parte del territorio. taglierà in due la caserma, determinerà un nuovo ponte sull'Esino e soprattutto andrà ad inferire con un sistema idrogeologico superficiale (e sotterraneo) fragilissimo, con conseguenze ben difficili da prevedere.


Ma del cantere del by-pass ancora non c'è traccia. Aspettiamo.

E da queste parti aspettare, soprattuto la sera, è di prassi. Anche le prostitute si stancano a passegguare e si sono munite di una comoda poltroncina per attendere più comodamente i clienti. Fiumesino - tra la statale verso Montemarciano e questa zona dietro le caserme - è uno dei luoghi più rinomati di protituzione di basso bordo - quella dove le prostitute sono quasi sempre sfruttate e  schiavizzate - a servizio dei bravi cristiani di mezza provincia di Ancona che qui vengono, di nascosto, ad approvigionarsi di sesso a buon prezzo, di trasgressioni da raccontare agli amici del bar.
Beh, per qualcosa Falconara è comunque conosciuta!



Avanzo verso nord, lungo la bella strada alberata del Conventino.

E' una strada antica, importante, che collegava il guado del fiume Esino - il punto di attraversamento fluviale prima che si realizzasse il ponte della Rocca - verso Ancona.
La storia ha attraversato questi luoghi, dall'era dei Piceni, ai Romani, ai bizantini, agli svevi, fino alla costruzione della Rocca priora e del vicino ponte in legno.
Il terreno qui appare ben tenuto. I fossi puliti e ben quotati.
Nell'angolo vicino al complesso dell'ex convento un bel prato alberato stupisce perla cura che contrasta con l'abbandono che domina le aree circostanti


Il merito è dei privati che abitano nel Conventino e che sono proprietari dei terreni lì attorno.

Il modo con cui questi privati mantengono il loro territorio marca la differenza con quanto fanno le amministrazioni pubbliche nelle zone di propria competenza, a partire dagli alvei dei corsi d'acqua, per passare alle cunette stradali, alle capezzagne, alle aree di pertinenza delle società di servizio partecipate che, pur essendo a tutti gli effetti società di diritto privato, conservano il modo di fare tipico della componente pubblica maggioritaria.

Il conventino è semrpe stato considerto a Falconara come un complesso di scarsa importanza. Quasi mai citatonel rare guide turistiche della città.
Eppure questo è l'insediamento più antico della zona, dato che la sua presenza, come "ospitale" per i pellegrini e i viandanti, è testimoniata da prima dell'anno mille.

Non esiste un vero e prorio studio storico-architettonico sul complesso e non si sa , ad esempio, se la chiesa - ricosrtruita ed ampliata nel '500 e poi ancora a fine '700 - fosse in origine nella medesima posizione, come sembrerebbe negare una vecchia mappa del quattrocento.

 Assieme a Franco Budini, che abita proprio accanto alla chiesa, abbiamo avviato tempo fa un rilievo della chiesa che vorremmo estendere anche all'intero complesso, se i proprietari che viabitanoci concederanno di accedervi.
 Sono convinto che uno studio accurato sulle murature e sui materiali di fondazone potranno rivelare cose interessanti su questa chiesa che conserva l'immagine della "madonna del mare", che fu rinvenuta sulla spiaggia nell'allora Marina di Falconara, oggi occupata dalla raffineria.


 La gente di Fiumesino è ancora molto legata alla sua Chiesa, alla quale è collegata da una strada diritta costeggiata da alberi ombrosi.


 Un legame visivo importante che sarà cancellato dall'arrivo del by-pass.
 A metà del viale un terrapieno di oltre tre metri occulterà la vista della chiesa lasciando aperto soltanto il varco della strada.

 Sopra il rilevato, aprotezione delle abitazioni di Fiumesino, verranno probabilmente installate barriere anrìtirumore che, se limiteranno l'impatto acustico, aumenteranno quello visivo e climatico.

 Le brezze di terra che mitigano il caldo-umido della piana di Fiumesino nelle ore di caldo estivo, saranno bloccate e l'abitato di Fumesino si sentirà fisicamente intrappolato tra due margini potenti: la raffineria e la statale, da un lato, la ferrovia in rilevato, dall'altro.
 Temo che questa sarà lamazzata finale per un abitato già provato da decenni di inquinamento atmosferico.
 Ma camminando verso Fiumesino si manifestano i segni della speranza.
Segni sempli, ma inconfondibili:
La vitalità della Natura fa sì che piccoli pioppi germoglino oltre la rete della proprietà del CAF.
 Poco più avanti un orto ben tenuti, ordinato e pulito, mi ricorda che lì vivono i Metrasti, bravissimi falegnami - davvero artisti del legno - costretti ad andare in pensione prima del tempo perchè,di questi tempi, la qualità non paga.
Nell'era dell'Ikea, dell'usa e getta, del "take away",le cose costruite per durare e soprattutto le cose fatte con professionalità ed amore, finiscono per essere giudicate troppo cstose e troppo impegnative. E così l'artigianato - il vero artigianato -  è condannato a soccombere.
 Volgo lo sguardo e il pensiero altrove, per liberarmi dalla sensazione di tristezza,ed ecco che mi viene incontro un bel girasole, nato per sbaglio o per caso, in un campo di foraggio.
E' l'errore che oggi ci può dare un'esile speranza per il futuro. E' ciò che non sta dentro l'attuale sistema delle cose, ciò che "de-lira" ( de-lirare = uscire dal solco) e che per questo però ci spaventa, ci da insicurezza.
Oggi, in una società mantenuta in una condizione di perenne paura (della crisi, del'ISIS, dello straniero, del caos...) è proprio in quella paura che possiamo trovare la via d'uscita, la prospettiva di salvezza.

Non si tratta di tanto di avere coraggio di affrontare le continue battaglie che la volontà di perseguire una vita onesta e vera impone... si tratta di avere la forza di rinascere,lasciandosi dietro il passato,con le abitudini e gli affetti.

Passo di fronte alla casa dell'Ammiraglio De Paolis con cui questi discorsi ho avuto il piacere di fare più volte, fino ad arrivare ad una posizione di contrasto con la sua, ma senza mai far venire meno il rispetto e l'affetto che ci legava e - ne sono sicuro - ancora ci lega, sebbene io sia ancora qui e lui sia già andato altrove.
La sua casa è chiusa. Un pò lo è anche il mio cuore, privato del conforto del suo sorriso.



























































































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