X FALCONARA

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sabato 10 settembre 2011

tecniche di cattura

Il popolo era da tempo ridotto alla disperazione. Non una certezza sul futuro, una luce, che potesse far intravedere una via di uscita dal buio di quella crisi.
Lo spetto della fame si aggirava ormai in molte case, per le strade e nel porto di Ancona, dopo i lunghi assedi militari, all'inizio del XVI secolo.
Il sogno dell'indipendenza della Repubblica marinara si stava spegnendo, vinto dalla miseria e dall'isolamento in cui la città era stata ridotta.
Eppure Ancona aveva resistito ai tentativi di conquista con tutte le sue forze; ma ora era giunta davvero allo stremo.
La notizia si diffuse rapida come la tempesta: Il Pontefice di Roma giungerà in città e parlerà agli anconetani!
Un affronto, un insulto pensarono i più. Una salvezza pensarono altri.
La voce dominante era però quella dello stupore e dell'indignazione. Il Pontefice di Roma, con la sua opulenza, il suo sfarzo, vuole forse irridere la nostra condizione di sofferenza? Vuole forse venirci a dire che questa condizione è la conseguenza del nostro desiderio di libertà?
I preti, gli uomini di chiesa, calmavano gli animi e ammansivano i più accalorati dicendo: "No, vedrete che sarà tutt'altro! il Papa viene a condividere le nostre sofferenze e a portarci la sua solidarietà e il suo sostegno, perchè il Papa ci ama!"
Se così fosse, ribatteva però qualcuno, come mai il governatore dell'imperatore - che da anni tenta di occupare Ancona - non vede in questa visita una minaccia ma anzi plaude alla presenza del Pontefice? Non teme forse che se la Chiesa solidarizza con i diseredati questo possa andare contro il suo potere?
La discussione era accesa e davvero molti pensavano che ci sarebbero stati violenti tumulti all'arrivo in città del Santo Padre.
Ma accadde che due giorni prima dell'arrivo del Papa giunsero in Ancona tre carri carichi di pane per sfamare la gente e con loro anche la notizia che ci sarebbe stato lavoro e salario per tutte le famiglie di Ancona.
Il Papa fu accolto, al suo arrivo, da un tripudio generale e nel banchetto allestito in piazza gli anconetani in processione portarono fiori e devozione al Pontefice seduto nel suo trono.
Fu così che, con tre carri di pagnotte e la promessa di un salario, finì la repubblica marinara di Ancona e il suo sogno di libertà.
Il papa ritornò a Roma, ma in Ancona rimase un solido presidio dello Stato della Chiesa che, con il benestare dell'imperatore, dominò la città fino al risorgimento italiano.

Storie che sono davvero accadute o che stanno accadendo ora, comunque tipiche di ogni medioevo, passato o presente che sia.
Storie di oppressione, di dominio e di servitù. 
Tecniche di cattura sempre efficaci.
W il Papa !     W il Papa !

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