La macchina della criminalizzazione
Dapprima sembrava essere stato un errore. L'eccesso di un politico idiota accalorato nella campagna elettorale.
Tutti presero le distanze da quel parallelo: procure = BR. Anche il Presidente Napolitano si alzò indignato in difesa dele libertà democratiche.
Ma poi vennero i risultati delle elezioni, e soprattutto i risultati dei referendum. Al di là delle prese di posizione dei partiti, quei risultati testimoniano che in Italia sta accadendo qualcosa di profondo e di definitivo. C'è ormai un solco invalicabile tra cittadini e Sistema. Dove per Sistema si intende la Casta dei partiti, le loro insulse regole, i loro rapporti con la peggiore finanza e la peggiore impresa, forse perfino con la malavita organizzata. Le P2, P4, Parmalat e Vaticano Spa....
Si palesa una cntrapposizione insanabile: o prevale un'Italia o prevale l'altra. E il tempo da ragione alla nuova Italia, quella dei movimenti, del popolo viola, di Grillo e della nuova sinistra.
In questo clima la malapolitica getta la maschera e anche le parvenze costituzionaiste o democratiche di un Sistema autoreferenziale cedono il posto alla levata di scudi e ai gridi di guerra.
La val di Susa è agli occhi del Sistema, per molti aspetti, l'occasione giusta per avviare la macchina della denigrazione, dell'identificazione e accechiamento del nemico.
I toni usati dai mass media e dai loro padronati politico-economici sono sconcertanti:
Casini accomuna tutti i dimostranti come "delinquenti". Tra questi delinquenti anche i Sindaci della valle, le famglie e i bambini che da anni si oppongono stoicamente ad un'opera assurda, che non porterà alcun vantaggio al popolo, ma solo alle tasche di politicanti e imprenditori senza scrupoli.
Così dire "anarchici" significa dire "terroristi", dire "contestazione" significa dire "rivolta contro lo Stato". E' sufficiente avere una diversa opinione per essere additato a criminale. Anche Napolitano parla di "violenza intollerabile ed eversiva" fingendo di dimenticare, coprendosi con la sua vecchiaia, che lo Stato sono loro, i cittadini della Val Susa, non chi di quello Stato è solo rappresentante. Come dire confondere la cosa con l'immagine di quella cosa.
Così Grillo è il capo degli agitatori, solo per aver portato il suo sostegno alla gente delle valli. Per aver chiamato quella gente "eroi". Un aggettivo quanto mai giusto e appropriato, al quale tutti i politici hanno contrapposto l'analogo "eroismo" dei loro fidi moschettieri: poliziotti, carabinieri., guardie di finanza. Persone del popolo chiamate a difendere chi del popolo non fa più parte, in nome di uno Stato contraffatto, proprio perchè despota del popolo.
Ma se questo sembra davvero essere l'inizio della guerra civile in cui questi politici sono pronti a precipitare il paese, come tutti i tiranni fanno qando sono in difficoltà, non bisogna cadere nel gioco della criminalizzazione. Quello per cui erano "briganti" i giovani del sud che si opponevano ai piemontesi, o "banditi" i partigiani che combattevano i nazifascisti. Bisogna evitare che il popolo combatta contro se stesso: cittadini e poliziotti sui fronti opposti, per compiacere i veri responsabili che si nascondono dietro agli uomini in divisa.
Occorre che il popolo si rivolga "direttamente" a quei responsabili e indipendentemente dali luoghi in cui loro circoscrivono le battaglie.
La battaglia per la val Susa dovrebbe essere la battaglia di tutta l'Italia e andrebbe combattuta in ogni città, manifestando davanti alle sedi istituzionali dello Stato e del Governo., colpendo gli interessi di un Sistema che ormai assomiglia sempre più alla tirannia di una banda di mafiosi e dal quale dobbiamo liberarci, per dare un futuro ai nostri figli..
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