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martedì 6 dicembre 2011

seguendo la giusta rotta

Il primo insegnamento che ricevetti da un anziano pescatore quando ero in procinto di prendere il mare aperto con la barca a vela non riguardava aspetti tecnici ("quelli tanto li imparerai per forza se vuoi navigare" mi disse) ma l'importanza di guardarsi attorno.
Voleva intendere, l'esperto marinaro, l'attitudine ad ascoltare il vento, a vedere l'incresparsi lontano delle onde, a osservare la posizione del sole e delle stelle. Se non si guarda a queste cose, intenti solo a calibrare le vele o a dare di timone, si rischia di ritrovarsi nei guai e, spesso e volentieri, si perde la rotta.
Ho fatto tesoro sempre di questo insegnamento anche nella mia recente e breve esperienza politica, iniziata praticamente nel 2005, in un periodo dove il mondo intero è preda di cambiamenti importanti, un periodo in cui è difficile avere riferimenti sicuri.
Sempre più spesso ho avvertito la necessità di fermarmi a guardare la posizione del sole o a cercare, di notte, le costellazioni note. Mi è stato rinfacciato questo distrarmi, questo essere assorto a pensare altrove invece che badare alle questioni pratiche e contingenti.
Ma grazie a questo guardare altrove, verso l'orizzonte e verso il cielo, mi sono reso conto più volte che la spedizione che con me partì nel 2008 - la lista civile Cittadini in Comune - stava perdendo la rotta, prendendo una deriva che l'avrebbe fatta ripercorrere mari conosciuti, anzichè andare alla scoperta dei nuovi arcipelaghi in cui è celato il futuro che vogliamo.
Per due, tre volte, ho virato la prua della mia barca indicando la direzione da tenere, tra gli sbuffi e le imprecazioni degli altri equipaggi, forse intimoriti della vastezza del mare aperto, forse legati ancora a qualcosa che li spinge a tornare indietro. Alla fine mi hanno assecondato, ma sempre con maggiore difficoltà.
L'altro giorno è arrivato il momento che , al mio cenno di virare, nessuno ha inteso seguirmi, ed in pochi istanti ho visto le altre barche allontanarsi rimanendo solo a decidere se raggiungerli, in una rotta diversa da quella che so essere l'unica che porta a ciò che cerco, o proseguire da solo, in silenzio.
Ho deciso di proseguire, lasciando che i Cittadini in Comune facciano il loro viaggio verso non so più dove. Qualcuno potrà biasimarmi per il fatto che navigo da solo, ma alla solitudine ci sono abituato e d'altra parte ho per compagni il vento, il sole, le stelle e le infinite onde del mare.

Carlo Brunelli

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