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venerdì 25 giugno 2021

il male

 

Dopo un anno, riprendo a lasciare una riflessione su questo blog. E' stato un anno difficile per la pandemia di COVID che ha colpito l'intera popolazione mondiale.

Sembrava, all'inizio, che l'uscita dalla pandemia avrebbe portato un mondo migliore, una nuova consapevolezza civile, ma oggi ci accorgiamo che non è così. Tutto continua esattamente come prima e quello che si avverte, semmai, è una ancora più marcata voglia di evasione della gente dalle preoccupazioni di ogni sorta.

Si rivela, in questo periodo, quella che è la vera essenza dell'umanità contemporanea e del mondo occidentale in particolare: la fuga. Fuga dal pensare, fuga dalle responsabilità, fuga dalla realtà.

Tutto ciò che accade e tutto quello che facciamo, consapevolmente o più spesso inconsapevolmente, cela una lacerante contraddizione ed ha il sapore nauseante dell'ipocrisia.

Abbiamo sottratto alle persone il talento ed il lavoro, creando la convinzione che si lavora per soldi e che si vive nell'attesa della vacanza, chiamando "tempo libero" il tempo vuoto.

Abbiamo creato il mondo "virtuale", pieno di ritmo, colori e novità, ma dove in effetti non cambia mai nulla, e stiamo sostituendo quel mondo al mondo reale, troppo pieno di imprevisti e di insicurezza.

Abbiamo insegnato ai nostri giovani a svuotare la propria personalità per adattarsi a ciò che la società ha programmato per loro. L'abbiamo indotti a non sognare e a non essere presenti, e il modo migliore per farlo è stordire la mente con droghe o alcool. Ma poi li condanniamo se si ubriacano la sera e li additiamo come una generazione di inetti.

Abbiamo emarginato i paesi dell'interno, un tempo pieni di vita e attività, salvo poi compiangerle e invocane il recupero. E la soluzione data è il turismo del fine settimana.

Abbiamo affamato i tre quarti del mondo portando là guerre, schiavitù  e disperazione. E poi ci meravigliamo dei barconi nel mediterraneo e invochiamo commossi umanità e integrazione per i profughi.

Abbiamo disseccato fiumi, cancellato foreste, inquinato mari. Continuiamo a farlo in nome dello "sviluppo" mascherato di sostenibilità, e poi ci preoccupiamo degli effetti dei cambiamenti climatici.

Abbiamo creato interessi mostruosi  sull'industria dei farmaci alimentando la convinzione che sia meglio evitare le malattie piuttosto che affrontarle e ci meravigliamo se la popolazione è sempre più debole di fronte alle epidemie.

C'era un tempo in cui si parlava del vero e del falso, del bene e del male.

Oggi non se parla più e non perchè, come qualcuno sognava, l'umanità è andata oltre l'idea di una contrapposizione tra bene e male, ma perchè il regno del male è già qui e noi umani ne siamo allo stesso tempo discepoli e artefici.

Il male non è, come si rappresentava al tempo in cui si disegnavano l'inferno e il paradiso come creazioni di Dio, il luogo della sofferenza e del dolore, ma è il luogo dell'assenza. E' l'idea stessa del nulla.  Lo zero.

E l'idea del nulla è stata creata dall'uomo, come una gabbia in cui siamo entrati gettando via la chiave.

La fisica sta continuamente evidenziando prove che il nulla non esiste. Il muone al bosone sono particelle scoperte da poco che contraddicono l'idea che possa esistere uno spazio vuoto, che possa essere il non-essere. Ma noi continuiamo a crederlo. Continuiamo a credere che i buchi neri siano una porta verso il nulla. Ucciso Dio siamo intimamente convinti che dopo la morte c'è il nulla. Che l'universo sia nato dal nulla, attraverso il "big bang" ed al nulla è destinato a tornare. Ucciso Dio abbiamo assunto il nulla come nuova divinità veramente infinita, eterna, immutabile.

Lascio a voi dare il nome che volete a questo nulla, o farlo coincidere o meno con quanto affermato da profeti o filosofi dell'antichità.

A me basta sapere che l'oggetto di quella "liberazione" che ho sempre cercato nella mia esistenza su questa terra oggi, nella consapevolezza dei miei quasi sessanta anni, si condensa nel "nulla". Liberazione dal nulla.

Ma se il nulla non esiste, significa che siamo già liberi e non ce ne accorgiamo?





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