Un anno dopo: la stessa crepa, solo...un pò più larga
Per più di un anno questo blog ha taciuto.
Un silenzio cercato, per segnare un tempo più lungo, più disteso, più "ragionevole" del convulso presente che ci divora l'esistenza.
Un anno fa era evidente nella società falconarese quella lunga e sottile crepa, quella spaccatura dovuta ad una tensione strutturale, ad una sollecitazione di una parte rispetto all'altra. Oggi, a distanza di un anno, gurdandomi attorno, vedo che nulla è cambiato. Le stesse facce, gli stessi discorsi, le stesse attese verso un inizio od una fine che non arrivano mai.
Un amico pochi giorni fa mi ha detto: è come quando saliamo in treno e seduti nella nostra cabina, lentamente, ci addormentiamo... il treno va, ogni tanto apriamo gli occhi... dove siamo? .. non lo sappiamo dire, ma che importa? il treno va e noi lentamente ci riaddormentiamo.
Questa è la nostra situazione in questo inafferrabile terzo millennio.
L'occhio, annoiato, scruta ogni cosa che si mostra al suo sguardo, ogni angolo... tutto uguale a se stesso, come se il tempo non esistesse più... poi cade, per caso, su quella crepa.
Quella piccola crepa si è indubbiamente allargata. Non se ne sa la causa, non si immaginano le conseguenze, ma è così larga da diventare "viva". Forse l'unica cosa viva in questo ambiente cristallizzato.
Nella crepa nascono piccoli organismi, sempre più radicati, visibili. Laggiù sembra spuntare perfino una piccola margherita... ma ecco che si fanno avanti anche vermi e scarafaggi, pronti a nutrirsi di quelle giovani e fragili vite.
Questo, soltanto questo mi sveglia dal torpore e dall'accidia.
Impedire a quei vermi di uccidere quelle giovani vite! Proteggerle e favorirne la crescitae e la proliferazione.
Saranno le loro radici, penetrando nel cemento, a spaccare la terra e farla, un giorno, rifiorire.
Per questo è giusto, oggi, tornare a scrivere ed a far vivere questo blog.
Carlo Brunelli
Un anno fa era evidente nella società falconarese quella lunga e sottile crepa, quella spaccatura dovuta ad una tensione strutturale, ad una sollecitazione di una parte rispetto all'altra. Oggi, a distanza di un anno, gurdandomi attorno, vedo che nulla è cambiato. Le stesse facce, gli stessi discorsi, le stesse attese verso un inizio od una fine che non arrivano mai.
Un amico pochi giorni fa mi ha detto: è come quando saliamo in treno e seduti nella nostra cabina, lentamente, ci addormentiamo... il treno va, ogni tanto apriamo gli occhi... dove siamo? .. non lo sappiamo dire, ma che importa? il treno va e noi lentamente ci riaddormentiamo.
Questa è la nostra situazione in questo inafferrabile terzo millennio.
L'occhio, annoiato, scruta ogni cosa che si mostra al suo sguardo, ogni angolo... tutto uguale a se stesso, come se il tempo non esistesse più... poi cade, per caso, su quella crepa.
Quella piccola crepa si è indubbiamente allargata. Non se ne sa la causa, non si immaginano le conseguenze, ma è così larga da diventare "viva". Forse l'unica cosa viva in questo ambiente cristallizzato.
Nella crepa nascono piccoli organismi, sempre più radicati, visibili. Laggiù sembra spuntare perfino una piccola margherita... ma ecco che si fanno avanti anche vermi e scarafaggi, pronti a nutrirsi di quelle giovani e fragili vite.
Questo, soltanto questo mi sveglia dal torpore e dall'accidia.
Impedire a quei vermi di uccidere quelle giovani vite! Proteggerle e favorirne la crescitae e la proliferazione.
Saranno le loro radici, penetrando nel cemento, a spaccare la terra e farla, un giorno, rifiorire.
Per questo è giusto, oggi, tornare a scrivere ed a far vivere questo blog.
Carlo Brunelli
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