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domenica 24 giugno 2012

pecore ribelli

Quando, da bambino, andavo a catechismo per ricevere una formazione culturale cattolica ricordo che l'educatore ci leggeva passi del Vangelo con il dichiarato intento di usarli come veri e propri mattoni con cui costruire le fondamenta del nostro giovane pensiero.
Alcuni di questi "mattoni" già da allora proprio non mi andavano giù ed ho sempre avuto il sospetto che tra i tanti mattoni fatti da Gesù Cristo ce ne fossero altri, fasulli, messi lì da qualcun'altro per ben altri fini educativi di quelli che animavano il Nazareno.
Era soprattutto quando si parlava della gente paragonandola a un gregge di pecore bisognoso dell'amorevole cura di un pastore che nasceva in me il fastidio ed il sospetto.
Se Gesù parlava alle persone direttamente, per suscitare una presa di coscienza individuale, affinchè il ricco decidesse di abbandonare le sue ricchezze o il giovane figlio lasciasse perdere di seppellire suo padre (perchè i morti seppellissero i morti). Se insultava i commercianti nel tempio; se creava continuamente scandalo affinchè le menti delle persone si svegliassero come poteva, mi chiedevo, considerare le persone come "pecore", incapaci di prendere la giusta decisione senza una capo che le guidi?
Ancora oggi ho la convinzione che i Vangeli, filtrati e ripubblicati dalla Chiesa, abbiano subìto la manomissione di chi doveva pur dare motivo delle gererchie e dei potentati, dell'esistenza necessaria di una casta di eletti, distinguendo il "gregge" dai "pastori".
Perchè il potere, per affermarsi, deve giustificare la sua utilità basandosi proprio sull'incapacità a governarsi del popolo: fatto di individui per loro natura deboli, indifesi, come pecore....
Accade la stessa cosa nell'espressione del potere politico, quando alcune persone si ergono a rappresentanti del popolo, perchè il popolo - a loro detta - non sarebbe capace di prendere le giuste decisioni e farebbe scivolare la comunità nel caos e nell'anarchia.
Le religioni, come le ideologie, si fondano sul concetto che le persone sono pecore. Esseri stupidi e incapaci di stare al mondo e di difendersi dai lupi.
Nella primavera del '68 francese gli anarchici gridavano "Ni Dieu ne Marx" (riprendendo il vecchio motto ni dieu ne maitre). Era un grido forte che non assomigliava affatto al belato delle pecore ma più al verso aggressivo e volitivo di caproni con tanto di corna, che sanno farsi rispettare e sono capaci da soli di tenere lontani  i lupi.
D'altra parte, le pecore esistevano prima che arrivassero i pastori, e sapevano vivere da sole, libere e felici, difendendosi senza problemi dai predatori.
Le pecore selvatiche di un tempo non avevano bisogno di guide e di pastori. 
Le pecore di oggi, quando si svegliano, diventano "pecore ribelli" pronte a caricare ed incornare chiunque tenti di ammansirle con l'intento di dominarle.
I pastori, vecchi e nuovi, sono avvisati!

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