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venerdì 3 febbraio 2012

nuovo Art.21 della Costituzione: libertà di tacere


Nei giorni scorsi mi erano giunte voci sul fatto che qualcuno, in Provincia, si sarebbe offeso leggendo nel mio blog un post che criticava duramente il modo con cui si gestiscono i lavori di manutenzione dei corsi d’acqua.  Poichè non era – e non è mai – mia intenzione offendere alcuno, ho provveduto a rimuovere quel post precisando che i miei interventi hanno una finalità essenzialmente politica non certo quella di denigrare persone.
Ieri, senza alcun preavviso e relativamente ad un altro post (“mostri” del luglio 2011) mi è stata notificata addirittura una querela per diffamazione.
Inutile innanzi tutto togliere dal blog anche quel post, e dopotutto, rivedendolo e considerando il naturale stato di indignazione che la vicenda del rigassificatore ha generato in me, non ho individuato gli estremi per una diffamazione (ma questo è ovviamente un mio modo di vedere le cose) giacchè ho separato chiaramente l’ambito dell’invettiva politica generale, dalla dichiarazione di atti compiuti dai personaggi politici falconaresi, ivi citati, che sono dati oggettivi difficilmente confutabili.

Perchè il personaggio che si è sentito offeso non ha usato altri modi per comunicare il suo disappunto? Poteva telefonarmi, poteva inviarmi una nota di diffida. Se il problema era il post, poteva chiedermi di eliminarlo e io l’avrei fatto, perchè la cosa che mi interessa davvero meno è proiettare la battaglia politica sul piano personale.
Ognuno è libero di pensare e fare quello che vuole, a mio modesto parere. Ma  ognuno è anche responsabile di quello che fa.

Ho la sensazione che la persona che si è sentita offesa sia stata infastidita più che dal linguaggio colorito (ma popolare) usato nel post, dall’aver associato delle azioni all’immagine ed al nome di colui che le ha condotte.
E’ la sindrome del perbenismo, tipico della morale borghese di tradizione cattolica, del “si fa ma non si dice”. La persona quindi si sente diffamata non perchè sono state dette cose non rispondenti a verità, ma perchè cose volutamente taciute (quindi pubblicamente occultate) sono rivelate in pubblico.
Questo è l’esempio più chiaro ed eclatante di come i politici – in genere – rifuggano dal senso di responsabilità al quale, in quanto rappresentanti dei cittadini, dovrebbero invece sentirsi vincolati.
Liberarsi delle proprie responsabilità porta il dirigente a dichiarare pubblicamente di non poter svolgere il proprio lavoro (per mancanza di fondi, per lacune della sfera politica,...) ma rimanere comunque dirigente. Porta un Presidente della Regione ad essere eletto con il preciso mandato di attuare il PEAR, incentrato sulle energie pulite, e tuttavia assecondare investimenti che puntano sulle fonti fossili non rinnovabili . Porta al facile passaggio da un patito all’altro, da una coalizione all’altra. Porta anche un capo dello Stato a nominare un governo non eletto dal popolo.

La politica sembra così appartenere ai politicanti. E’ “cosa loro”,da cui i cittadini sono esclusi.
L’identificazione del politico con la propria casta porta al genere di confusione che ha alimentato, evidentemente, l’azione di chi mi ha denunciato, il quale ha confuso l’attacco alla “casta” politica –alla quale pertanto egli sente di appartenere - con un attacco alla sua persona.

Questa è, a mio avviso, una possibile interpretazione del perchè sia stato accusato di diffamazione.
Tuttavia la cosa strana è che, tra i politici falconaresi che ho nominato nel post, la persona che mi ha denunciato è quella più estranea alla politica attiva e che non può certo dirsi danneggiata, politicamente, dalle mie affermazioni dato che i lettori del mio blog non la voterebbero di certo .
Allora perchè lo ha fatto?
Continuano a giungermi voci di un’altra denuncia che sarebbe già stata inoltrata dalla Provincia, sempre per affermazioni fatte nel blog.
Se così fosse, allora il sospetto di trovarmi di fronte ad una “esecuzione” da parte della casta politica dominante si farebbe strada fino a diventare certezza.
Se poi penso che siamo agli inizi del 2012, e tra un anno ci sono le elezioni a Falconara, la cosa mi sembra sempre più verosimile.
Non mi candiderò a quelle elezioni, ma loro non lo sanno, e mi vedono come un nemico potenziale da eliminare il prima possibile.
Di questi tempi, considerato il livello di degenerazione raggiunto dalla politica in Italia, l’interdizione della libertà di parola e di stampa, l’epurazione degli avversari politici, l’arbitrio, diventano la prassi. Qui, come in ogni altro paese dove vige un regime non-democratico.

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