i rivoluzionari di pietra
Molti compagni di sinistra mi chiedono, stupiti e indignati, come posso essere diventato sostenitore del Movimento 5 stelle.
Io, al contrario, mi chiedo come una persona che onestamente dichiara di perseguire la strada di un cambiamento radicale della società in nome della democrazia e del progresso sociale possa oggi non-sostenere il Movimento 5 stelle ed arrivare anzi a considerarlo un male da combattere con forza.
Si continua a vagheggiare - a sinistra - l'avvento di un "messia rosso": prima Vendola, poi Ingroia, ora Landini e Rodotà, fuori dalle mura della città, per portare l'assalto alla città, mentre Grillo e i suoi hanno già aperto una breccia, sono entrati ed hanno bisogno solo di dare l'ultima decisiva spallata ad un Sistema sempre più arroccato e privo di scrupoli.
E' come se, di fronte all'esigenza di sconfiggere il nazifascismo, i partigiani, invece di unirsi in nome del desiderio di libertà, si fossero messi a combattere l'uno contro l'altro, comunisti contro democristiani, contro liberali... arrivando perfino a discutere di possibili "alleanze" con i comuni nemici... se non proprio con i nazisti, almeno coi fascisti!
Sembra che il motivo dell'azione politica - il suo orizzonte concreto - non sia quello di demolire un Sistema marcio per tentare di costruirne uno migliore, ma soltanto "affermare di volerlo fare", guardandosi bene però dal farlo davvero.
Perchè? Forse perchè è più facile e conveniente, sebbene ipocrita, dire di essere rivoluzionari standosene a casa in pantofole piuttosto che gettarsi in prima linea. Perchè è preferibile sognare una società perfetta, come piace a noi, conservando intatto quel sogno piuttosto che esporsi al rischio di accorgersi , una volta demolito il Sistema, che la società che il popolo intende costruire non è quella che volevamo noi. Perchè il leader di un gruppo di cento persone diverrebbe uno come gli altri all'interno di un movimento di milioni di persone.
Perchè la vanità, l'ipocrisia e le lusinghe del potere separano molti "benpensanti di sinistra" dalla prospettiva reale di una umanità nuova, finendo per trasformarli in alleati non dichiarati del Sistema che, a parole, dicono di voler cambiare. Conservatori travestiti da idealisti, alla pari della Chiesa cattolica, che professa la pace sociale e l'avvento del Regno di Dio ma soffoca, nei fatti, ogni pulsione al cambiamento, ogni strappo con lo status imperante. Perchè cambiare davvero significherebbe, per la Chiesa come per quei benpensanti, perdere il ruolo di "profeti" e "contestatori". Un ruolo comodo e che rende bene.
Chi oggi preferisce formare gruppetti "antagonisti" che raggiungono appena il 5% dei consensi elettorali e sono sempre pronti all'alleanza con un partito come il PD che è la caricatura di quello che si può intendere col termine "sinistra" e che rappresenta nei fatti il cardine che regge questo Sistema sociale corrotto ed inetto, non venga a dirmi che vuole cambiare le cose... perchè è evidente che , in cuor suo, desidera che tutto rimanga com'è, per poter continuare a recitare la parte del "rivoluzionario" nella sceneggiatura in cui si autorappresenta l'attuale Sistema!
Le persone che, al contrario, hanno dato prova nella loro vita, nella loro attività, di non badare alle "convenienze" e di perseguire sempre e comunque la loro idea li libertà e la loro libertà di idea, quelle persone che hanno incarnato l'idea di rivoluzione mettendola in atto giorno per giorno e rischiando tutto pur di non cedere a compromessi, non hanno remore a vedere nel Movimento 5 Stelle la possibilità reale di una svolta ed a sostenerne l'azione, senza necessità di "adesioni" o "iscrizioni".
Persone come Dario Fo, Travaglio, Battiato, Ravasi, De Luca e tanti altri, non stanno nel coro di chi biasima la scarsa preparazione culturale di questi ragazzi, non giudicano se sono o no "accreditabili" a salire sulla scena politica, ne' si preoccupano di essere d'accordo su tutto ciò che il Movimento 5 stelle, nel suo convulso procedere, fa o rappresenta.
Sanno, queste persone, che il Movimento 5 stelle è il solo che oggi può radunare tutti coloro che desiderano una rivoluzione reale e che probabilmente questa è l'ultima possibilità che abbiamo per affermare un cambiamento politico, prima che si manifesti, tragicamente, la "deflagrazione" sociale.
Sanno che le rivoluzioni non le fanno gli intellettuali o i politici - non le hanno mai fatte - ma i ragazzi culturalmente impreparati che però quando sentono che un sistema non va, lo buttano giù e basta. Cosa questa che certi benpensanti, con la patente di rivoluzionari timbrata dal Prefetto, non vogliono o non possono fare.
Restano lì, a guardare con disgusto la storia scorrere, come i gargoyles dall'alto delle cattedrali.
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