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sabato 9 marzo 2013

La contraffazione della democrazia














Molti intellettuali, o semplici attivisti di sinistra, stanno lanciando il grido d'allarme: il fascismo sta tornando, nascondendosi dietro un comico genovese e i suoi adepti. Una massa di gente senza un trascorso politico (senza patente) che al grido di "mandiamoli a casa" sembra voler davvero cancellare i partiti presenti in parlamento. E i partiti, secondo i fondamenti della moderna democrazia rappresentativa, sono elementi essenziali della democrazia. Senza partiti non c'è democrazia, c'è solo la dittatura.
Ciò che meraviglia in queste prese di posizione è l'assoluta convinzione che quando si parla di democrazia si parla di una società suddivisa in partiti, immagine di una società suddivisa in classi.
Che questa sia la convinzione di attivisti la cui cultura non è mai uscita dai confini stabiliti di un "pensiero di sinistra" omologato e autoreferenziale non desta meraviglia. Ma quando un intero schieramento di intellettuali, di giornalisti, di esponenti politici avvalla questa posizione allora la questione si fa davvero preoccupante.
Perchè due sono le possibilità: o la "elìte" della sinistra tradisce la propria cultura mistificandone i contenuti per mettersi al servizio del Partito che la mantiene, oppure questa "elìte", a forza di assecondare le voglie di quella stessa Politica è regredita fino ad essere del tutto incapace di sviluppare un pensiero critico e soprattuto libero, indipendente.
Confondere il "partito unico" con l'assenza di partiti, porta a confondere il fascismo e la dittatura con l'anarchismo e il pensiero libertario.
Sembrerebbe quindi che per la cultura di sinistra l'anarchismo non esista e non sia mai esistito o che, essendo riportato nei libri di storia, non si sa bene che cosa sia. Lo stesso dicasi del significato di "democrazia diretta" che è alla base di ogni esperienza libertaria.
Eppure gli storici, gli intellettuali, i politici - le persone che possiedono un minimo di Cultura - dovebbero sapere che la democrazia non nasce nell'800. Quella è soltanto un'interpretazione della democrazia o, per dirla tutta, una "democrazia contraffatta".
La Democrazia esiste da quando esiste la Storia e non è esclusiva della cultura occidentale, come ben ci ha spiegato Amarthya Sen. Ma tutte le esperienze di democrazia sono state profondamente diverse rispetto a quella sviluppatasi nell'800 nella società brghese occidentale. Tanto che la democrazia che noi abbiamo - la democrazia rappresentativa - è la vera eccezione, l'anomalia, perchè introduce cose che con la democrazia popolare proprio non c'entrano nulla.
La democrazia rappresentativa è l'espressione del nuovo potere economico-finanziario che un tempo la sinistra chiamava "capitalismo". La differenza degli uomini in base al censo è una differenza posta dalla borghesia al potere. La divisione in classi è una sua necessaria invenzione. Con essa nasce l'esigenza dei partiti. Esigenza che diventa una opportunità di dominio in quanto i Partiti costituiscono un "filtro" tra il popolo e la classe al potere. E' sufficiente elargire privilegi ai Partiti, coinvolgerli a vario modo all'interno del sistema di potere ed ecco creata la "casta" che smette progressivamente di rappresentare le esigenze del popolo e si trasforma in manipolatore del popolo stesso a vantaggio sia del potere economico finanziario che di loro stessi, che in quel potere sono ormai collusi.
La figura di Berlusconi - con la commistione tra politica e interessi economici - non è che l'esternazione  imbarazzante di qualcosa che è presente in tutti i "Partiti di governo", basti pensare ai rapporti tra PD e grandi Cooperative, o banche come la Unipol e il Monte dei paschi di Siena.

La democrazia diretta, da Pericle alle esperienze socialiste pre-comuniste, è fatta di persone, non di partiti. Le diverse opinioni si compongono e trovano sintesi all'interno dell'Assemblea. Questa è la vera Democrazia.
Ma questa vera democrazia è pericolosa, molto pericolosa per il potere economico-finanziario e per i Partiti che abitano ormai alla sua corte. E va stroncata con ogni mezzo.
Nel 1871 il popolo prese Parigi con un colpo di mano e instaurò un governo democratico-socialista. Una democrazia senza partiti, un democrazia vera, che in soli due mesi produsse idee sociali e iniziative di legge di una modernità incredibile, indicando una società nuova possibile. Due mesi soltanto. Poi il Potere borghese attraverso l'esercito represse quella rivolta libertaria nel sangue.
Su quella repressione e su quel sangue nasceva poi la democrazia rappresentativa parlamentare. La democrazia "affidabile" nelle mani dei Potenti. Affidabile come gli intellettuali di sinistra nell'italietta di oggi, che abbaiano e ringhiano ai nuovi libertari, e poi leccano, leccano la mano del Padrone, dimenando la coda in attesa della ricompensa.



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