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domenica 2 dicembre 2012

il "borgo marinaro" c'è già

Villanova non è solo il quartiere appiccicato alla raffineria, il quartiere degli immigrati e dei rom.
A Villanova, ad esempio, cìè l'unica strada di Falconara che raggiunge il mare, insinuandosi tra le case, la ferrovia e l'API.
via Monti e Tognetti era la strada che portava alla vecchia Marina, la strada che porta a quella Falconara che sarebbe potuta esistere se non si fosse fatta la scelta industriale. La strada della città perduta è anche quella della città possibile.
Tre situazioni si susseguono lungo la via senza interruzioni se non la ferrovia:
- l'area ex Antonelli, di proprietà comunale
- l'area della ex squadra rialzo, di proprietà dell'API
- l'area dell'ex tiro a volo, di proprietà comunale
Tre aree per tre progetti possibili.

L'area ex Antonelli ospita oggi i mezzi dell'ufficio tecnico comunale ed è in diffuso stato di degrado. Eppure quel gran piazzale circondato da edifici-laboratorio dal sobrio aspetto liberty, aperto sulla Nazionale, si offre come luogo urbano per eccellenza, come spazio aperto pubblico, non come zona chiusa e recintata.
I ragazzi di Villanova ( sono tanti i giovani nel quartiere!) hanno bisogno di incontrarsi e di sentirsi inseriti nella società. Hanno bisogno di stimoli culturali e di occupazione. Allora perchè non fare proprio dell'area Antonelli un'area progetto per i giovani?
Un luogo in cui formare i ragazzi ai mestieri artigiani, all'edilizia, al recupero di materiali e di manufatti usati.
In accordo con le associazioni di categoria, utilizzando il sapere dei vecchi artigiani in pensione chiamati a svolgere il ruolo di insegnanti, si protrebbe, ad esempio, ristruttrare il complesso edilizio all'interno di un corso per la formazione di muratori specializzati. All'interno del piazzale potrebbe essere ospitato un mercato settimanale dell'usato. Nei laboratori potrebbero trovare spazio attività di trasformazione di materiali di scarto in oggetti di design, o che tramutino vecchie bici in bici elettriche, o che riassemblino le parti dei vecchi computer per crearne nuovi da vendere a basso costo.

Lo potremmo chiamare  Piazzale Antonelli: il laboratorio delle arti e dei mestieri.

Per la ex Officina Squadra Rialzo si sono già spese molte parole e molte polemiche. Alcuni mesi fa, prima che L'API gelasse tutti con l'annuncio di voler chiudere la raffinazione, avevo collaborato ad una sorta di indagine esplorativa per un possibile riuso del bene che vedesse coinvolta la proprietà.
La proposta avanzata in quella sede si basa sull'estensione del museo della ferrovia ( è noto il valore dei mezzi ferroviari storici contenuti nei locali della ex officina) in un concetto più ampio e suggestivo del "museo del novecento" - o museo del Lavoro - incentrato sulle attività lavorative che hanno segnato la nascita e lo sviluppo della comunità falconarese: la piccola pesca, la ferrovia, la raffineria.
La sezione del museo ferroviario potrebbe così essere affiancata dalla sezione del museo della barca da pesca tradizionale e della vela al terzo, e da una terza sezione dedicata alla petrolchimica. Il tutto gestito per mezzo di una Fondazione in cui partecipano l'API, il Comune di Falconara ed altri soggetti pubblici e privati interessati a condividere un progetto culturale di grande portata, che sia anche sede ideale di un vero laboratorio artistico del teatro e della musica, con spettacoli e iniziative continuative.
La sezione delle imbarcazioni storiche è prevista, in qesto progetto, nella parte dell'area che si apre verso la spiaggia.

Quella parte della spiaggia di Villanova - prossima alla raffineria - appare oggi per molti versi un'area problematica: non balneabile, spasso invasa dalle alghe, col sottosuolo probabilmente inquinato da indrocarburi. Ma è anche un'area di straordinario fascino e intensa bellezza, specie la sera quando il sole illumina il promontorio di Ancona.
La sipaggia di Villanova è davvero l'inizio, l'ingresso della spiaggia di Falconara. La sua accessibilità, la vicinanza del quartiere e la ex squadra rialzo, la presenza della delegazione della Capitaneria di Porto,delle associazioni dei piccoli pescatori, della sezione locale dell Lega Navale suggeriscono l'idea che qui si possa realizzzare un approdo ed un rimessaggio di imbarcazioni di piccola dimensione.
 Non il megaporto di Bohigas, ma un luogo più in scala con la nostaglia di un'anima marinara fatta di batane di legno, di nasse, di retine, di partenze all'alba quando il mare è una tavola, di racconti invernali di imprese marinare ingigantite dal vino. Lì può ricrearsi anche una nuova economia attorno alla piccola pesca, ora che sono entrati in crisi i grandi pescherecci dai motori superpotenti, ma anche al rimessaggio ed alla riparazione delle imbarcazioni, alla ricostruzione delle barche tradizionali in legno, magari con la nascita, nell'edificio dell'ex tiro a volo, di un bar o di un circolo dove ritrovarsi nelle fredde gionate d'inverno e organizzare feste nelle sere d'estate.
L'ansa della spiaggia a ridosso della raffineria potrebbe davvero ospitare un rimessaggio coperto, gestito da una cooperativa di propietari di imbarcazioni. L'intera spiaggia a ridosso della mura della ferrovia, in attesa che il previsto smantellamento degli scali merci permetta in parte altre soluzioni, potrebbe essere attrezzata per ospitare piccoli manufatti - grotte in muratura simili a quelle scavate nella rupe del passetto - da usare come ricovero per le barche.

Accanto a queste tre azioni, può trovare senso e fattibilità economica il recupero dell'area ex Filipponi, con usi misti commerciali e residenziali, ma anche il riutilizzo a fini sociali delle ex scuole Lorenzini.



In attesa che la raffineria decida il suo futuro, in attesa che le ferrovie decidano di smantellare gli scali merci.... nell'attesa, con poco si potrebbe cambiare decisamente in meglio la qualità della vita del quartiere e contribuire in modo importante alla rinascita della città di Falconara, al risveglio dell'identità della comunità che la abita. Una comunità rinnovata ma che ha comunque tantissimo bisogno di ritrovare le sue radici.

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