X FALCONARA

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venerdì 26 ottobre 2012

un nuovo giorno

 A volte capita di rimanere sconcertati, come quando ci si sveglia all'improvviso da un sogno. Ci alziamo in piedi e ci diciamo: è un nuovo giorno, andiamo avanti.
E il giorno, "quel giorno" è davvero nuovo, perchè le certezze ed i riferimenti di ieri non ci sono più. La vita si pone in prospettiva, il passato è messo via, in un cassetto o nel profondo del cuore.
Questo stato d'animo è "l'essere nuovi", ed è qualcosa di affascinante e lacerante al tempo stesso. Si rinasce, si torna a respirare, ma si è soli.  Soli con la propria ricerca della verità.
Il poeta persiano Rumi, santo per i dervisci rotanti,  scriveva ai tempi di S.Francesco: 

Io non sono…
Che cosa farò, musulmani?
Non mi riconosco più.....
Io non sono né cristiano né ebreo,
né magio né musulmano.
Io non sono dell'Est né dell'Ovest,
né della terra né del mare.(...)


Ma quando, da persone nuove, ci si rivolge a chi vive nell'appartenenza ad un gruppo, nel conforto delle regole, in una dimensione statica, si viene bollati come eretici, o pazzi. Poeti sognatori.
La persona nuova è scandalosa, oggetto di disprezzo ed insulti, e come tale viene esclusa, isolata.
E se parla con parole di verità, la verità viene negata. Se esprime cultura, la cultura viene derisa.
Perchè gli esseri umani preferiscono stare nel gregge. Là dove non sei costretto a fare i conti con te stesso e si può continuare a fingere di essere ciò che non si è.
E il gregge si muove di qua e di la, senza meta...  Scrive sempre Rumi: 

Hanno detto: "Da ogni parte c'è la luce di Dio".
Ma gridano gli uomini tutti :"Dov'è quella luce?"
L'ignaro guarda a ogni parte, a destra, a sinistra; ma dice una Voce:
Guarda soltanto, senza destra e sinistra!". 

 Il destino di Falconara, e probabilmente quello del mondo, è segnato non per volere divino, ma per volere della debolezza e dell'ipocrisia degli uomini.
Eppure dovevo aspettarmelo, ....ma mi è piaciuto sognare. 
Giacomo Leopardi, quesi due secoli fa, già aveva dedotto quale fosse l'animo della gente:
 
(...) all’opposto i buoni e i magnanimi, come diversi dalla generalità, sono tenuti dalla medesima quasi creature d’altra specie, e conseguentemente non solo non avuti per consorti né per compagni, ma stimati non partecipi dei diritti sociali, e, come sempre si vede, perseguitati tanto più o meno gravemente, quanto la bassezza d’animo e la malvagità del tempo e del popolo nei quali si abbattono a vivere, sono più o meno insigni; perché come nei corpi degli animali la natura tende sempre a purgarsi di quegli umori e di quei principii che non si confanno con quelli onde propriamente si compongono essi corpi, così nelle aggregazioni di molti uomini la stessa natura porta che chiunque differisce grandemente dall’universale di quelli, massime se tale differenza è anche contrarietà, con ogni sforzo sia cercato distruggere o discacciare. Anche sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perché ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli, essendo gli uomini prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in parole ne sieno salvi

Sognavo che la storia avesse cambiato gli uomini, ma così non è...
Ieri sera mi sono svegliato dal sogno. 
Oggi è un giorno nuovo. Guardo avanti








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