X FALCONARA

spazio libero di chi vuole un futuro migliore per la nostra città

venerdì 31 agosto 2012

Brooklyn, Edimburgo, Falconara e la questione dell'identità


Gli italiani che si somo diffusi in tutto il mondo nel secolo scorso erano grosso modo sempre gli stessi: gente povera, intraprendente, sveglia...  Eppure i giudizi su di loro da parte di chi li ha accolti sono molto diversi.
A Brroklyn gli italiani vivevano come in un ghetto, considerati con razzismo "quasi negri", violenti, sporchi, ladri e soprattutto "mafiosi".
Pochi sanno che gli italiani emigrati in Scozia sono stati molti di più di quelli giunti a New York, almeno come peso percentuale sulla popolazione locale. Nessuno però a Glasgow o a Edimburgo ha mai insultato chi portava un cognome italiano. Certo, ci sono anche lì battute e sfottò sugli italiani, come noi facciamo con inglesi e tedeschi, ma oggi in Scozia i discendenti  degli italiani sono circa il 10% della popolazione, perfettamente integrati, pienamente "scozzesi" alla pari dei Macintosh, degli Stewart, dei Drummond....
Che cosa ha fatto si che gli italiani si siano conquistati una cattiva fama a NewYork ed un'ottima reputazione a Edimburgo? Se abbiamo rilevato come gli italiani andati in america o in scozia erano sostanzialmente gli stessi la differenza non deve essere negli immigrati ma in chi li ospitava.
Gli scozzesi sono noti per il loro attaccamento alle loro tradizioni, per l'ogoglio di popolo, per l'amore verso la loro terra. I newyorkesi non hanno storia nè tradizioni, non amano la "loro" terra ma un concetto astratto di "patria" legata all'immagine della bandiera ed alle opportunità future di successo  individuale che quella patria rappresenta.
Quando Paolo Nutini, musicista scozzese figlio di italiani, intona la canzone "Caledonia" che è un canto d'amore per la terra di Scozia, tutti gli scozzesi cantano con lui. Nutini non ha sangue scozzese, i suoi geni, i suoi lineamenti non sono scozzesi, ma dagli scozzesi ha imparato l'amore per la terra che è divetata la "sua" terra.

Quando i  falconaresi si lamentano degli immigrati e li insultano si comportano come i newyorkesi. Si comportano come chi non ha una storia da raccontare, tradizioni di cui andare fieri. Come chi non sa trasmettere ai nuovi arrivati l'amore per la terra perchè è ormai indifferente a quella terra. 
Ma se i newyorkesi non amavano la loro terra  perchè avrebbero dovuto farlo gli immigrati italiani? Perchè gli italiani, come i newyorkesi, non potevano farsi i "loro affari"?
Così, se i falconaresi non amano la loro terra perchè si meravigliano dello scarso civismo degli immigrati? O del fatto che vivono a modo loro?

Se noi andassimo orgogliosi del nostro passato, se ne custodissimo davvero i valori, se difendessimo la terra e il mare in cui siamo nati e cresciuti come figli. Se avessimo storie da raccontare ai nuovi arrivati, da condividere con loro, gli immigrati ne sarebbero affscinati come furono affascinati gli italiani giunti in Scozia.
Piangerebbero di commozione, i giovani figli di gente venuta da lontano, al sentire le canzoni tradizionali o l'inno nazionale, sentendosi pienamente italiani e falconaresi.
Ma tutto dipende da noi, da quanto di buono e di bello scaturisce dai nostri cuori e ravviva i nostri sguardi.


0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page