Costruire la città / 2: il nodo viabilità - Falconara
Nell'assetto delle città contemporanee, caratterizzate da una disarticolazione nella composizione formale e dalla diversificazione dei tipi di mobilità, assume spesso un ruolo fondamentale la chiarezza della struttura organizzativa della viabilità destinata agli autoveicoli.
L'uso dell'auto è un fattore dominante nella vita di una città, che ne condiziona l'efficienza e la stessa immagine quotidiana. Spesso è proprio la "forma" della viabilità a far emergere con più chiarezza le "forme" della città. Quando ciò accade è sintomo che stiamo procedendo nella giusta direzione per giungere all'obiettivo di ottenere un assetto urbano "coerente".
Falconara è un caso estremamente interessante. Una città apparentemente complessa, dove la viabilità è il sistema della sosta sono vissuti come un problema gravoso, un rompicapo dal quale non sembra si possa più uscire. La città appare "invasa" dalle auto, con situazioni di traffico talvolta insostenibili per i residenti, come lungo la Flaminia, in via Rosselli, in via Milano, in via Marconi al quartiere Stadio.
Anno dopo anno si ipotizzano soluzioni tampone, o inversioni localizzate dei sensi di marcia, o parcheggi nei luoghi più disparati del centro città, senza seguire un progetto di "sistema" della viabilità e dei parcheggi. Eppure i piani della mobilità che il Comune ha commissionato, e che giacciono nei cassetti come oggetti sconosciuti, convengono sugli stessi principi e sulle medesime conclusioni, che sono poi le conclusioni a cui erano giunti negli anni '40, quando era stato costruito il ponte sulla ferrovia che collegava via Buozzi verso nord. Ponte distrutto dai bombardamenti alleati dopo appena due-tre anni e non più risostruito.
I principi sono semplici:
- Falconara è una città allungata, con un corso centrale la cui vocazione è quella di divenire asse pedonale e luogo urbano fondamentale
- la viabilità deve quindi affiancarsi a questo asse in due direttrici, possibilmente a senso unico, lungo le quali trovare occasioni di sosta per le auto.
- Falconara è investita da una quota considerevole di traffico di attraversamento verso Ancona, che va drenato all'esterno della città, verso la variante alla S.S. 16
- Al fine di defaticare gli assi di attraversamento urbano occorre implementare tutte le possibili connessioni diagonali da via Marconi verso Falconara alta e Palombina.
La struttura viaria si definisce così in un "fuso" costituito dalla via Flaminia e dalla direttrice via Buozzi, via Repubblica, via Italia (colore blu). Uno schema comune a moltissime città costiere, come, per esempio, Viareggio, Jesolo o, a tratti, P.S.Giorgio e S.Benedetto.
Lungo queste direttrici possiamo convenientemente individuare i parcheggi (azzurri), di dimensioni non eccessive, che permettono di scambiere con l'asse pedonale centrale. L'asse interno via Rosselli, via Leopardi, potrebbe funzionare come strada-parcheggio di supporto al sistema.
La figura mostra anche le strade di alleggerimento diagonali (blu tratteggiato).
Ciò che la figura non illustra è il nuovo svincolo sulla variante SS16 per Ancona in zona Barcaglione, versante Collemarino, che consentirebbe di drenare gran parte del traffico diretto verso il capoluogo che oggi grava verso l'adriatica.
La messa in funzione di questo sistema, che appare essenziale per un riassetto urbanistico della città, va attuata con interventi progressivi.
Ad esempio, assieme ai residenti di via Rosselli, alcuni mesi fa mettemmo a punto un cambiamento della viabilità attuale che, oltre a defaticare la via da un volume di traffico insostenibile, prevedeva l'utilizzo di via Buozzi in entrata, nella direzione cioè prevista dal disegno finale.
Sta però emergendo un enorme problema, sottovalutato pressochè da tutti i membri della passata amministrazione per l'incapacità di comprenderne la reale gravità.
La realizzazione dell'assetto ottimale della viabilità prevede la necessità di collegare via Buozzi con via della Repubblica riaprendo spazi aperti, come l'area sotto le suore, oggi utilizzati a parcheggio o a giardino privato. C'è un'unica costruzione da abbattere. Un piccolo edificio di un piano su via Gobetti, già sede degli aviatori, di proprietà comunale.
Quell'edificio è stato inserito tra gli immobili da alienare per risanare il bilancio, con l'ipotesi di potervi realizzatre due piani di residenziale: una bella villetta. Il ricavato? Secondo le più rosee previsioni circa 100.000 €.
Per 100.000 € si rischia di gettare via l'unica possibilità di risolvere la viabilità di Falconara!
Resta da capire perchè. Per incoscienza? O per un qualche recondito interesse?
Non resta che aspettare di vedere chi l'acquisterà.
Io lo so già, e l'ho rivelato ad alcuni amici. Alcuni ci credono altri non vogliono crederci.
Vincerò la scommessa, ne sono certo, anche se questa scomessa preferirei sinceramente perderla.
Etichette: Quale città
5 Commenti:
come sempre degli spunti di riflessione molto molto interessanti .. come facciamo a portarli in piazza perche' più gente possibile sia nella possibilita' di discuterne ?
spero che sia in cantiere anche una seconda puntata che si allunghi ai quartieri più periferici : Villanova/Fiumesino, attraversamento di via Marconi nel quartiere Stadio e soprattutto Castelferretti
Ma così si riaprirebbe la vecchia controversia con i proprietari dei giardini lungo l'asse indicato. E non sarebbe solo il giardino intorno all'asilo delle suore, ma anche quelli di via Galliano. E' giusto fare un'operazione del genere?
Riqualificazione del territorio si, decrescita felice no. Questa ultima alternativa sarebbe una pazzia, perché tra l’altro stiamo veleggiando come Comune verso il dissesto finanziario. Dobbiamo sostituire lo sviluppo disordinato e monocorde tutto verso l’industria pesante dei nostri padri con uno sviluppo più differenziato ed equilibrato, che potrebbe avere come uno degli assi portanti il terziario avanzato inteso come commerciale-ricreativo e tempo libero-alberghiero con sale per congressi e manifestazioni culturali ecc. ecc. come sta avvenendo nei paesi più sviluppati o meglio più evoluti a tutto campo dove il settore terziario rappresenta il 60/70% del famigerato Pil
La seconda alternativa, la riqualificazione del territorio che ci vede entusiasticamente consenzienti, dovrebbe avere come punti di forza la bonifica dell’Ex Montedison e lo spostamento dell’ API nell’entroterra come produttore di energie pulite; questi sono processi lunghi e costosi. Bisogna coinvolgere privati, perché con gli strumenti tecnico finanziari più evoluti e più moderni (Financial Project / S.t.u.) possano iniziare attività alternative ecocompatibili, nell’ottica già sopra sinteticamente descritta.
Caro Brunelli cosa diventerebbe Falconara Marittima se si recuperasse in 2/3 anni il waterfront della Ex Montedison che si estende per oltre 1 km di costa per 20 Ettari di superficie e in 5/10 anni l’Api che ha dimensioni ancora maggior, liberando l’arenile che va da Montemarciano Marina fino al quartiere di Villanova?
Probabilmente Falconara diventerebbe di nuovo la spiaggia dei romani o comunque delle popolazioni dell’entroterra con enormi vantaggi per l’ambiente, per lo sviluppo, per le buste paga dei lavoratori e per le esauste casse comunali.
A questo proposito, se non ho letto male, il Commissario tra le entrate certe può contare sui 2,8 mln/€ rivenienti dalla adesione alla Quadrilatero che con la creazione del polo fieristico intende promuovere e presentare a tutta Europa e al mondo i prodotti, il Know how dei 16 distretti industriali delle Marche (la grande Lombardia ne ha appena 18).
ai tempi del mundial erano tutti c.t. , ai tempi di tomba tutti sciatori ,ai tempi di cicciolina tutti se.... , ai tempi del dissesto tutti sindaci
e quando saremo ciitadini responsabili ... che non danno piu' deleghe in bianco a politici senza spessore e senza etica?
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