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giovedì 18 ottobre 2007

Quale città / 2 - Le architetture da soldi

Il futuro dell'urbanistica di Falconara è da più di un decennio incentrato su operazioni capaci di assicurare "sviluppo". Il termine sviluppo è di significato vago, ma l'intendere comune lo associa con "qualcosa che porta soldi". Queste operazioni si configurano in architetture: il porto turistico, Il mega centro commerciale, la fiera, la Quadrilatero, le espansioni residenziali sui versanti collinari (vista mare, perchè valgono di più).
Queste architetture come slot-machines, possono essere in grado di assicurare uno spazio urbano ed un ambiente di vita migliori? Possono essere una risposta coerente in questo senso, anche come semplice strumento? O il territorio, la città, sono qualcosa d'altro?
Dopo sette anni di co-pianificazione, delle tre ipotesi in campo per la realizzazione di un centro commerciale nel territorio della vallesina, ne sono rimaste due. Quella di Camerata Picena è stata bocciata da Chiaravalle e Falconara. Più accreditata appare quella di Chiaravalle, nell'area dietro il metano, vicino allo svincolo di Ancona nord.
Sinceramente tra le tre ipotesi è quella più efficiente. Vicina alle strade, alla ferrovia, servita dai bus e in un'area già sostanzialmente urbanizzata.

Ma c'è un ma.

Qualcuno si è chiesto se c'è bisogno di un centro commerciale? Esistono delle analisi serie che ci dicono che proprio quello è il ruolo più giusto di quell'area nel contesto territoriale? Che non ci sono ipotesi alternative? Che, per esempio, sarebbe meglio non appesantire un nodo infrastrutturale che mostra già segni di cedimento?
Qualcuno ha valutato le conseguenze per i piccoli negozianti esistenti?

In una parola. Sono queste Architetture da soldi la strategia su cui puntare nel futuro di Falconara? E se non è questa la strategia, qual'è?
...

...

Attenzione!
Assemblea del Parlamento dei cittadini falconaresi.
Venerdì 19 ottobre, ore 21, al centro Pergoli di Piazza Mazzini,
sull'apertura di una VERTENZA FALCONARA con la Regione.
Intervenite numerosi, nell'interesse di tutti.

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15 Commenti:

Alle 19 ottobre 2007 alle ore 00:14 , Anonymous Anonimo ha detto...

del centro commerciale non ce ne è bisogno , pero' se portasse lavoro(ahinoi probabilmente anche precario) ben venga , non tutti hanno possibilita' di nascere nella casta dei piccoli commercianti con il negozio gia ben avviato del papa' o dei nonni o nella casta dei professionisti con lo studio gia pronto

 
Alle 19 ottobre 2007 alle ore 01:58 , Anonymous Anonimo ha detto...

Del centro commerciale c'è un "assoluto" bisogno mentre invece del teatro no eppure i dati dicono il contrario. Il pubblico amante del palcoscenico nel 2006 ha superato per spesa biglietti quello degli stadi e dei palazzetti e anche con un notevole scarto: 13,5 milioni contro 12,7. Purtroppo il nostro Paese destina alla cultura 1,8 miliardi di euro l'anno, contro gli oltre 5 miliardi di Gran Bretagna e Spagna. Dal 2002 al 2007, i finanziamenti statali sono scesi dallo 0,35% allo 0,29% del Pil. A compensare almeno in parte questa poca generosità ci sono gli enti locali, che destinano al settore il 3,4% del loro bilancio. Tra i grandi comuni, il più generoso è quello di Torino: 5,09%, seppure in flessione rispetto al 6,80 del 2005.
Una città come Falconara davvero non può permettersi un luogo dove riunirsi, fare arte, musica ? Se davvero vogliamo parlare di identità secondo me non è un delitto essere riconosciuti più per un teatro (nuovo ed efficiente) che per una raffineria che insozza ed inquina, più per una scuola di musica, da una biblioteca che per i futuri capannoni della quadrilatero che non si sà che utilità dovranno avere. Secondo me ancora non si è ancora capito l'importanza che questi manufatti hanno per il corretto sviluppo psicosociale dei cittadini. Siete proprio sicuri che Falconara ed i falconaresi non vogliono un teatro ? Un teatro potrebbe essere un bisogno più impellente che centri commerciali e capannoni vuoti ! La verità è che purtroppo il teatro fà pensare, fà discutere, fà ridere, fà cantare, recitare, uscire fuori di casa e non stare tutte le sere davanti alla tv, tutte cose che oggi forse sono diventate "pericolose" quasi rivoluzionarie. Io credo che un indicatore di buona qualità della vita nella propria città è quello di avere un Teatro dove andare.

 
Alle 19 ottobre 2007 alle ore 17:39 , Anonymous Anonimo ha detto...

Sicuramente un teatro è un sintomo di qualità di vita, come lo sono i musei,le biblioteche, le pinacoteche, le gallerie d'arte, i cinema,dei luoghi di aggrgazione dove condividere e confrontarsi per crescere e creare una maggiore consapevolezza e cultura di noi stessi...ma..siamo proprio sicuri che la maggioranza dei falconaresi voglia questo? Vi siete mai domandati se effettivamente si senta la mancanza di tutto cio' in una città come Falconara?
Per me è ovvio di si ma....
Saluti

 
Alle 20 ottobre 2007 alle ore 10:22 , Anonymous Anonimo ha detto...

Sempre a proposito del teatro mi viene in mente le primarie del PD. Oggi si potrebbe prendere a prestito quest'iniziativa per finalmente fare a Falconara una sorta di REFERENDUM per chiedere quello che lo stato ci ha tolto in tutti questi anni. Mettere i cittadini in condizione, attraverso un REFERENDUM, di chiedere e magari anche di scegliere le cose che vogliono e che non vogliono. Una scheda con scritto tutti i beni, i manufatti, i servizi che i falconaresi vogliono che siano conservati o invece venduti. Io credo che questa è la vera partecipazione. Oggi mi sembra che i tempi sono ormai maturi per fare un iniziativa come questa, perchè con le foschi nubi che si avvicinano (la partitocrazia riorganizzante messa a nudo, scoperta dalle giuste critiche di Grillo e da tutti quelli che non le hanno mai creduto) le attuali forze che ci sono oggi, fresche, spontanee, non contaminate da fini "altri" potrebbero o dovrebbero iniziare a porre le basi per un futuro più scelto da noi cittadini (la cosiddetta società civile) che da qualche funzionario di partito manovrato dalle segreterie regionali o nazionali. Secondo me non dobbiamo avere paura di proporre determinati desideri, bisogni, necessità come fecero gli studenti francesi nel 68 nel chiedere tutto e subito. Non è questa la partecipazione ?

USCITA ANCONA-COLLEMARINO si no
PARCHEGGIO STAZIONE FALCONARA si no
PIU' INTEGRAZIONE RAZZIALE A FALCONARA si no
PIU' CONTROLLO EPIDEMIOLOGICO A FALCONARA si no
(CAUSA API)SANITA' GRATUITA PER TUTTI CITTADINI FALCONARA si no
UN VERO CONTROLLO AMBIENTALE API si no
TEATRO FANESI si no
MUSEO NAZIONALE della FERROVIA EX SQUADRA RIALZO si no
SCUOLE PETER PAN si no
CENTRO QUI si no
SCUOLA DI MUSICA si no
CENTRO VIA FRIULI si no
CAMPO RUGBY CORMORANO si no
PIU' CONTROLLO LEGALITA' si no
METROPOLITANA SUPERFICIE SENIGALLIA-FALCONARA-JESI-ANCONA si no
LUNGOMARE SPIAGGIA FALCONARA si no
SCUOLE LORENZINI VILLANOVA RISTRUTTURATE si no

(QUESTI SONO I PRIMI CHE MI VENGONO IN MENTE) CHE NE PENSATE, SAREBBE BELLO VIVERE IN UNA FALCONARA COSI' O NO ?

 
Alle 20 ottobre 2007 alle ore 12:30 , Anonymous Anonimo ha detto...

L'idea mi pare buona, ma come pensi di realizzarla?
Se si fa un volantino poi bisogna andare in giro a farlo compilare.
Un referendum il commissario non lo fa fare, quindi bisognerebbe organizzarlo da soli, ma poi la gente ci viene?
Se si fa via e-mail è più facile, ma non tutti stanno su internet.
Hai qualche idea in merito?

 
Alle 20 ottobre 2007 alle ore 12:40 , Anonymous Anonimo ha detto...

ma i disoccupati possono dormirci eventualmente nel teatro? o devono pagare il biglietto ? a falconara c'è un grosso problema sociale causato dalla situazione mondiale ed inasprito dal debito locale di 2600 euro caduto improvvisamente sulla testa di ogni cittadino , immaginate una famiglia composta da un pensionato una casalinga un disoccupato ed un precario , fanno 10.4000 euro di buffi totali. x teatri e campi da rugby non credo ci possano e ci debbano essere speranze per parecchi anni , se li faranno bisogna opporsi.

 
Alle 20 ottobre 2007 alle ore 13:11 , Blogger Carlo Brunelli architetto ha detto...

Il problema del lavoro scaturisce da una situazione di dimensione planetaria, acuita dalla incapacità di politici e sindacati di capire ed interpretare la nuova realtà (e questo favorisce incredibilmente banche ed industriali). Il rapporto tra la realtà di Falconara e la realtà globale c'è senz'altro, anche se il "peso" di Falconara è assai relativo rispetto a ciò che accade in Italia e nel Mondo.
Personalmente credo però che la risposta locale al problema del precariato vada trovata nella capacità di "creare" un mercato del lavoro locale che sappia coniugarsi alla esigenza di maggiore qualità della vita dei cittadini, non dalla separazione dei due aspetti.
Il lavoro che potrebbe portare un centro commerciale - gestito da grossi gruppi imprenditoriali - non può che essere di tipo precario, legato all'andamento del mercato globale. Il lavoro che potrebbe portare un teatro a Falconara, con la nascita di cooperative in campo cultrale, per l'allestimento di scenografie, per gestire le manifestazioni e l'immobile, è un lavoro gestito localmente, quindi più stabile e (cosa non indifferente) più gratificante.
Anche se non vivo il dramma dei giovani precari capisco bene la gravità del precariato.
Sono un lavoratore autonomo, un professionista. Il mio unico vantaggio è quello di avere avuto una formazione qalificata. Per il resto sono e rimango "precario".
A febbraio ho subìto un intervento chirurgico. Ho dovuto asportare un lobo polmonare (un tumore). Sono stato fermo due mesi, e mi è andata bene, potevano essere cinque, sei o un anno. Non ho lavorato in quei due mesi, non ho incassato un centesimo, eppure ho una famiglia e dei figli da mantenere. Ma sono problemi miei. Non ho alcuna tutela.
Eppure sento parlare dei professionisti come di una "casta" privilegiata. Vedi com'è starno il mondo? e come è e sempre sbagliato dare giudizi senza conoscere bene le cose!

 
Alle 20 ottobre 2007 alle ore 16:18 , Anonymous Anonimo ha detto...

Per fare un esempio. Immaginare l'EX SQUADRA RIALZO come MUSEO NAZIONALE della FERROVIA significherebbe inanzitutto pagare un biglietto o un affittto a seconda di come si vuole usare la struttura. Questo manufatto, adattato naturalmente a MUSEO per il suo alto contenuto di cimeli ferroviari, per la sua amplissima cubatura ha (ma nessuno lo sà o fà finta di non capirlo) le potenzialità di un centro congressi, teatro, sala concerti, organizzazione meetting, con tutto ciò che richiedono questi luoghi: bar, ristoranti, negozi, etc. Sono queste cose il valore aggiunto di questa struttura memoria architettonica e parte dell'identità falconarese. Io credo che siffatto edificio potrebbe avere le stesse potenzialità dell'acquario di Genova.
Tralaltro mi dicevano che l'api sta intimando lo sgombero illegale di tutto il materiale rotabile che è all'interno della struttura (materiale considerato vincolato dalla sovraintendenza ai beni storici insieme alla struttura). Questo è un bene falconarese che per il suo valore storico sociale deve essere restituito e l'api lo deve riconsegnare, perché Falconara deve essere risarcita e non tenerlo come bene di scambio per le 2 centrali.
Per Sandra invece io credo che sarà gioco forza alle prossime elezioni chiedere tutte quelle cose che sopra ho evidenziato. I movimenti cittadini di questi giorni mi sembra lo stanno reclamando ad alta voce.
Sta a noi organizzare il modo.

 
Alle 24 ottobre 2007 alle ore 14:58 , Blogger tollerante ha detto...

appello interessante dalla Toscana:
http://eddyburg.it/article/articleview/9924/0/255/

Tra l'altro sarebbe ora che il "caso Falconara" diventasse un caso nazionale.

 
Alle 24 ottobre 2007 alle ore 21:46 , Anonymous Anonimo ha detto...

A me basterebbe che il "caso Falconara" fosse sentito come tale dai falconaresi!
Cmq, a parte l'amarezza, sono d'accordo.
Allora, per cominciare: Tutti in piazza Sabato mattina! Portate, nonni, bimbi piccoli, cugini e conoscenti. Pure i cani e i gatti sono bene accetti!!

 
Alle 26 ottobre 2007 alle ore 11:22 , Anonymous Anonimo ha detto...

Finalmente una buona notizia: il sindaco dimissionario si ricandida con una lista civica!
Ne danno l'annuncio gli scandalizzati ex ds e un consiglere regionale area margherita, di origine falconarese che tanto, ma veramente tanto ha fatto per la sua città. Si dice anche che lo stesso consigliere voleva proporsi a guida della città nelle prossime consultazioni...evidentemente qualcuno lo ha saputo e ha "bruciato" il suo nome e quello dell' ex....la classica manovra politicante fatta da qualche alleato degli stessi...la solita minestra dei politicanti che ci viene propinata. Mi auguro che dalla manifestazione di sabato inizi una nuova e vera consapelezza dei cittadini nei confronti di politichetta politicante ,che in maniera assolutamente indisturbata cerca autoreferenzialità e posti di potere per rigenerare le solite facce .
Auguri a tutti noi.

 
Alle 26 ottobre 2007 alle ore 14:02 , Anonymous Anonimo ha detto...

chi sostiene il capitalismo e la proprieta' privata con che faccia va a manifestare contro una vendita'? compra-vendita che è la base del sistema che esso sostiene. alla fine della fiera è l'interesse personale di molti che si uniscono e non un uinteresse collettivo

 
Alle 26 ottobre 2007 alle ore 16:14 , Anonymous Anonimo ha detto...

mi dici chi ti ha venduto quella robaccia che ti sei fumato, cosi non ci casco anch'io?

 
Alle 29 ottobre 2007 alle ore 21:19 , Anonymous Anonimo ha detto...

Vorrei dare il mio contributo alla discussione aperta dall’arch. Brunelli in merito al futuro urbanistico della città di Falconara; è pur vero che il termine sviluppo viene associato troppo spesso a “qualcosa che porta soldi”, e troppo spesso quel “qualcosa che porta soldi” è associato a compromessi da fare in termini di rispetto dell’ambiente e della natura.
Però mi chiedo, e qui vorrei avere le impressioni di chi frequenta questo blog, possiamo conciliare il rispetto dell’ambiente e allo stesso tempo creare quello sviluppo di cui Falconara ha bisogno per uscire dal degrado sociale ed economico in cui è caduta?
Cosa possiamo fare per superare le 4 condanne che Falconara si trova a dover portare sul groppone?
(Api, Ferrovia, Ex Montedison e l’erosione marina).
Io credo che Falconara debba trovare il modo per esempio di andare oltre l’Api, non possiamo continuare ad arrovellarci nell’eterno dilemma Api si / Api no perché comunque fino al 2020 ce la dobbiamo tenere !!
Falconara non è e non deve essere solo Api.
Io credo che Falconara abbia bisogno di trovare dei progetti in cui credere che portino sviluppo e che possano invertire il trend demografico degli ultimi anni.
Abbiamo la fortuna di essere uno degli snodi viari più importanti del centro Italia, perché dobbiamo farci scippare questo dono !
Allora ben venga la quadrilatero, ben venga un centro commerciale che porti lavoro, crescita economica e sviluppo, ben vengano tutte le altre iniziative che vanno in questa direzione !
Se non le facciamo noi ce li ritroveremo dietro l’angolo. Rischiamo così di dover subire i problemi che porteranno futuri interventi urbanistici ed benefici (soldi ed occupazione) se li godranno gli altri; come si dice “cornuti e mazziati”.
Qualche tempo fa ho visto un progetto per la creazione di un parco commerciale nella zona del nuovo casello autostradale, obiettivamente mi sembrava una cosa interessante. Se non ricordo male si trattava di trasferire la volumetria della Ex Montedison per la realizzazione di un Centro commerciale, ciò permetteva anche l’abbattimento di quei mostri che ci troviamo davanti al mare nella zona ai confini con Montemarciano.
Bene se questo voleva dire nessuna edificazione aggiuntiva rispetto a quanto già era presente nella Ex Montedison perché non andare avanti in questa strada?
Credo sia meglio riconvertire la Ex Montedison piuttosto che arrivare a svendere le scuole dei nostri figli per trovare le risorse per andare avanti !
Non possiamo essere così ostinatamente ottusi da non capire che lo sviluppo è necessario ed ha dei costi: l’abilità di chi deve gestire l’utilizzo del territorio sta proprio qui: favorire lo sviluppo cercando di minimizzare i costi ambientali.
Vorrei infine rispondere a Spartacus: tu hai un’idea troppo Leopardiana del natio borgo selvaggio, oggi Falconara è un pò diversa, però ha delle risorse, se siamo bravi a sfruttarle può ancora farcela.

 
Alle 30 ottobre 2007 alle ore 10:46 , Anonymous Anonimo ha detto...

Faccio seguito all'interessante riflessione di Stalcker. Non perchè la condivida in toto, ma perchè pone la questione in un modo giusto.
Il mio parere è che dobbiamo avere chiarezza sul significato delle parole che usiamo. Che cosa intendiamo per ambiente, che cosa intendiamo per sviluppo.
E' come se il senso di questi termini esprima, per Stalcker, una necessaria alterità. Lo sviluppo compromette necessariamente l'ambiente, la soluzione è quindi "compensare", far viaggiare in parallelo sviluppo e riqualificazione dell'ambiente. Anzi, con i soldi mossi dallo sviluppo finanziamo la riqualificazione dell'ambiente.
Un ragionamento che non fa una piega. Ma che tuttavia deriva da un assunto: sviluppo equivale a benessere. E sviluppo, in questa concezione basilare del liberismo economico di vecchio stampo, vuol dire CRESCITA. Crescita di produzione, di costruzione, di infrastrutture, di mercati.
Ritengo questo assunto profondamente sbagliato. Sbagliato in termini assoluti e sbagliato relativamente alla attuale situazione.
Un'economia può "fiorire" senza necessariamente crescere, senza necessariamente occupare nuove aree, senza necessariamente preoccuparsi di "compensare" l'ambiente, ma al contrario ponendosi essa stessa come "ambiente" in senso migliorativo. Il nuovo paradigma, che la società globale ci impone, è QUALITA' e non quantità.
Prendiamo il caso di Falconara.
Tu dici, e lo condivido, che Falconara non è e non deve essere solo Api. E pensi di trovare un potenziale sostitutivo dell'Api in qualcosa di GROSSO tanto quanto l'Api: qiuadrilatero, centro commerciale,...
In sostanza tu sembri dire che senza qualcosa di GROSSO Falconara non è niente.
Io penso invece che Falconara sia qualcosa a prescindere dai grandi interventi che pensiamo di porci sopra. Che abbia dei VALORI, che sono ben altra cosa di quelle che tu chiami RISORSE e che presuppongono solo uno sfruttamento ed un consumo.
Alcuni esempi:
La Montedison è un'area dismessa. Utilizziamola. Facciamo lì una Fiera, uno spazio commerciale e ricreativo, qualcosa di IMPORTANTE. Miglioreremmo un'area ben servita e già occupata, senza dover impegnare ulteriore suolo.
Abbiamo villa Montedomini in abbandono. Perchè non farne un polo culturale-scientifico di QUALITA', avremmo così recuperato un bene "ambientale" e generato economia ed occupazione.
Riqualifcihiamo i centri città, coordiniamo e miglioriamo i servizi commerciali, rendiamoli appetibili. Avremmo dato più lavoro ai falconaresi e migliorato l'ambiente sociale della città. Ritengo questo preferibile ad un banale centro cmmerciale alle pojole che invece sarebbe un disastro per il piccolo commercio del centro città.
Per la Quadrilatero il discorso è analogo. E' meglio una distesa di capannoni con la promessa di una Fiera che nel caso in cui arrivasse si troverebbe in un contesto in cui è impossibile non genenrare problemi di traffico o è meglio un polo qualificato, un'eccellenza a servizio dell'imprenditoria marchigiana, una bella architettura, più ridotta di dimensioni, che consentirebbe anche di realizzare un grande parco a ridosso di Castelferretti?
Bene ha fatto, a parere mio, Brunelli a intitolare il suo articolo "architetture da soldi". Qui si sta ancora pensando che il benessere di Falconara sia legato a grandi operazioni immobiliari. Addirittura ad una nuova stagione di edificazione del territorio. Tutto ciò è FOLLE! Quello che serve è fare bene ciò di cui si sente il bisogno in termini di "società civile" e non di impresa.
Facendo bene le cose che servono, puntando alla qualità ed all'innovazione,ponendo al primo posto il miglioramento dell'ambiente in cui viviamo, otterremo il benessere, quello vero, quello per tutti.

 

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