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martedì 8 gennaio 2008

Costruire la città / 7: Verso una nuova organizzazione del territorio

Si parla da tempo, relativamente ai possibili assetti futuri di Falconara, di 3 grandi aree (APU - Aree a Progetto Unitario del PRG) che si identificano in altrettante occasioni di investimento privato per un mix di funzioni molto ampio, proprio per attrarre l'interesse dei capitali privati.

In realtà la riflessione su queste aree parte da lontano - almeno dal piano Nigro degli anni '80 - e identificava queste aree con ben precise caratteristiche e finalità. Queste differenze, potremo dire anche queste vocazioni, sono ancora oggi ben identificabili, sebbene gli scenari, dagli anni 80 ad oggi, ci inducano anche a nuove considerazioni.

La prima area, per importanza, appare subito quella prossima all'uscita del casello autostradale Ancona Nord. Più recentemente identificata come area leader della Quadrilatero. Un'area di imporanza eccezionale, ma anche di grande delicatezza per le pressioni che qui si concentrano (aeroporto, ferrovia, autostrada,...). E' evidente che il ruolo e la portata delle funzioni che si dovranno introdurre dovranno essere di respiro regionale e strettamente connesse all'attività aeroportuale. Come ci insegnano i pochi casi di aeroporti periferici che "funzionano", come quello di Bergamo, la disponibilità di un "centro affari e servizi" antistante allo scalo è un fattore essenziale. Se ben ideato un centro con tali caratteristiche può coinvolgere positivamente il territorio circostante, offrendo nuove e concrete prospettive di recupero per i fulcri storico-artistici, come il castello e la piazza di castelferretti, villa Montedomini, ma anche l'Abazzia di Chiaravalle, la manifattura tabacchi. Appare essenziale in questa area una forte capacità di pianificazione nel massimo interesse pubblico. Per tale motivo la scelta propria della Quadrilatero di delegare a privati l'attività di pianificazione rischia di rivelarsi l'ennesimo colpevole fallimento di una grande opportunità.

La seconda area, occupata dagli impianti dismessi della ex Montedison, ha assunto maggiore risalto, rispetto al passato, per effetto della previsione del nuovo casello autostradale della Gabella, che appare quasi un "Casello dedicato" in quanto l'area della ex Montedison si trova proprio all'innesto dell'uscita dal casello con la statale adriatica. La presenza della ferrovia, del mare, della possibilità di individuare aree per parcheggi e di poter agevolmente distribuire flussi di traffico concentrati suggerisce un utilizzo per funzioni a grande capacità di attrazione pubblica, quali attività ricreative e fieristico-espositive. L'idea di trasferire qui la Fiera della pesca appare senza dubbio affascinante proprio per la presenza del mare, che può qualificarne l'immagine in modo importante (su questo torneremo prossimamente).

La terza area è in realtà ua grande "nebulosa" urbana, senza un confine preciso come le altre due e come tale non riconducibile ad un'operazione urbanistica singola. Voglio identificare questa nebulosa come area Api, non perchè la raffineria ne costituisca un ingrediente qualificante, tuttaltro, ma perchè quest'area è comunque condizionata dalla presenza della raffineria e di abitanti che vivono a contatto con essa, soggetti ad un evidente e riconosciuto rischio industriale.

In riferimento alle direttive della Seveso II, la pianificazione deve qui puntare decisamente alla riduzione delle condizioni di rischio ed al miglioramento delle condizioni di vita dei residenti. Qualsiasi volontà di "ricostruzione" deve fare i conti con questo postulato. Ciò non esclude la possibilità di operazioni di ristrutturazione urbanistica che comportino anche un parziale aumento di capacità insediative (es. ex Caserma, CdQ Vilanova,...), purchè ciò si inquadri in un riassetto che migliori decisamente le condizioni di rischio ambientale. Anche i questo caso è essenziale il governo pubblico della pianificazione, che può strutturarsi in scenari di breve e lungo termine, ponendo sullo sfondo le ipotesi di riconversione del sito oggi occupato dagli impianti petroliferi.

Il fatto che quest'area non costituisca, allo stato attuale un nuovo "polo territoriale" emerge anche da una lettura della struttura viaria del territorio e della città di Falconara. Le due "porte della città", corrispondenti ai caselli autostradali, si collegano gerarchicamente al sistema delle superstrade, dove si individuano uscite che collegano la viabilità urbana.

Appare evidente, dal quadro complessivo illustrato, l'esigenza di due nuove uscite dalle superstrade: una all'incrocio di via Saline ed una a Barcaglione, così come risulta chiara l'importanza di individuare anche a scala urbana vecchi e nuovi percorsi portanti (in verde), come ad esempio via del consorzio (esistente, da completare) e il collegamento Castelferretti-Tesoro-Palombina (nuovo, da realizzare con nuovi tratti di connessione).

Il sistema a scala territoriale si integra con le valutazioni già espresse sulla viabilità urbana. Ne deriverebbe, con pochi misurati interventi messi a sistema, una drastica riduzione del traffico di attraversamento oggi gravante su alcune strade di Falconara.

Aprire una "Vertenza Falconara" significa anche porre sul tavolo progetti integrati come questo, sui quali chiedere l'intervento finanziario della Regione e/o la volontà di costruire richieste di finanziamento europeo su canali a tal fine attivabili (ad es. progetti Urban, fondi AERCA , contratti di quartiere, ...).


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2 Commenti:

Alle 10 gennaio 2008 alle ore 15:05 , Anonymous Anonimo ha detto...

pare che le MARCHE accoglieranno parte dei rifiuti Campani . ma le 2 discariche della zona (chiaravalle e castelcolonna ) sono in fase di dismissione : opponiamoci se verranno riattivate

 
Alle 14 gennaio 2008 alle ore 03:13 , Anonymous Anonimo ha detto...

Gli origami?

 

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