X FALCONARA

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domenica 20 marzo 2011

Il sole e le tenebre

Sabato era la prima giornata di sole dopo un inverno particolarmente freddo e scuro. Si sentiva la primavera ormai vicina.
Passando in auto davanti alla ex Montedison ho visto però qualcosa che ha spazzato via quell'ingenuo buon umore che ci prende - chissà perchè - in una bella giornata di sole.  Ed è calato di nuovo il buio.
Le case operaie, le palazzine degli uffici dello stabilimento si mostravano solo apparentemente integre, ma a ben vedere, erano completamente sventrate al loro interno, scarnificate con una precisione chirurgica. Resta oggi la carcassa di quelle case. Le case, in realtà, non ci sono più.
Mi è subito venuto in mente un documentario alla tv sulla vita nella savana, dove si vedevano gli avvoltoi avventarsi su una zebra annegata nella piena di un fiume. Agivano all'interno dell'animale, dilaniando le viscere, finchè non restava che la carcassa vuota. A vederla sembrava una zebra distesa su un prato, ma era solo l'involucro di quell'animale. Una maschera. Qualcosa di ridicolo che rende, proprio per questo, quell'immagine ancora più terrificante.
Come per quella zebra, così per le case operaie, era accaduto che tutto ciò che in quell'essere rimanda alla vita, alla storia, all'anima, era stato distrutto. Solo quello e non altro.
A nulla è servito il mio intervento accorato in difesa dell'importanza di quelle case come memoria storica, patrimonio comune, quando il Sindaco - d'accordo col Prefetto - voleva demolirle perchè saltuariamente utilizzate da disperati come riparo al gelo delle notti d'inverno.
A nulla è valsa la lettera con la quale il Soprintendente, recependo il mio appello, intimava al Sindaco di non procedere alle demolizioni, invitandolo anzi ad intervenire per tutelare quel bene...
La proprietà, con la complicità di un'Amministrazione comunale che si dimostra sempre pù indegna del ruolo che riveste, ha voluto mandare un segnale preciso. Ha voluto mostrare chi comanda davvero, legge o non legge.
Accade allo stesso modo nelle terre di mafia e camorra - come ci ricorda Saviano - quando lo Stato sottrae i beni alla criminalità organizzata. Loro, i mafiosi, quelle costruzioni le demoliscono dall'interno, lasciando in piedi la carcassa vuota, come a dire: "non posso usare la mia roba? Allora non la userà nessuno!".
La risposta arrogante dei proprietari della ex Montedison è dello stesso stampo: "mi imponi di non demolire (per poi recuperare i volumi in nuove speculazini edilizie) perchè le case sono un bene di tutti? Ecco come te le riduco le "tue" case!"
Di fronte a questo atteggiamento sono stato preso da un violento moto di indignazione e rabbia. Perchè c'è un insieme di autentica cattiveria, malvagità, vigliaccheria, brutalità, in quell'azione, una crudeltà rispetto alla quale ti senti inerme.
Guardavo le auto che sfecciavano indifferenti e le persone dentro che vedevano le stesse cose che vedevo io, ma non le notavano. E allora ho pensato a quanti avrei potuto coinvolgere nel mio moto di sdegno, quanti disposti in qualche modo a reagire... Venti? cinquanta?  Certo non di più.  E le altre migliaia?  A loro non interessa? Possibile che non capiscano?
E allora ti vengono in mente dubbi strani. Che forse quella cattiveria che è nel cuore di chi ha fatto scempio di quelle case si è fatta ormai strada, come un virus, nei cuori della gran parte della gente. O che anche le persone, le migliaia di persone indifferenti, non sono che la carcassa di esseri umani, già raggiunti dagli avvoltoi e divorati all'interno.
In questo silenzio di piombo so solo che non mi bastano più le solite, poche parole di solidarietà. Non vedo azioni, non vedo fatti da parte di chi parla e scrive, che possano soltanto infastidire gli avvoltoi.  
Non è più tempo, probabilmente, delle parole.
Io ho reagito allo scandalo di Montedomini, ho reagito per la ex Montedison e continuerò a reagire finchè sono vivo e perchè sono vivo.
C'è un avvocato su questa terra, e una decina di persone, disposte ad aiutarmi per denunciare questi criminali?
Centocinquanta anni fa nasceva l'Italia. Giovani irredenti diedero la loro vita per sostenere un'idea comune, per amore della loro terra. Cos'è rimasto in noi di quel loro meraviglioso coraggio? Che cosa siamo diventati?

Dicono che sta arrivando la primavera. Ma io, qui a Falconara, sento sempre più freddo.