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sabato 24 novembre 2007

Costruire la città / 2: il nodo viabilità - Falconara

Nell'assetto delle città contemporanee, caratterizzate da una disarticolazione nella composizione formale e dalla diversificazione dei tipi di mobilità, assume spesso un ruolo fondamentale la chiarezza della struttura organizzativa della viabilità destinata agli autoveicoli.
L'uso dell'auto è un fattore dominante nella vita di una città, che ne condiziona l'efficienza e la stessa immagine quotidiana. Spesso è proprio la "forma" della viabilità a far emergere con più chiarezza le "forme" della città. Quando ciò accade è sintomo che stiamo procedendo nella giusta direzione per giungere all'obiettivo di ottenere un assetto urbano "coerente".
Falconara è un caso estremamente interessante. Una città apparentemente complessa, dove la viabilità è il sistema della sosta sono vissuti come un problema gravoso, un rompicapo dal quale non sembra si possa più uscire. La città appare "invasa" dalle auto, con situazioni di traffico talvolta insostenibili per i residenti, come lungo la Flaminia, in via Rosselli, in via Milano, in via Marconi al quartiere Stadio.
Anno dopo anno si ipotizzano soluzioni tampone, o inversioni localizzate dei sensi di marcia, o parcheggi nei luoghi più disparati del centro città, senza seguire un progetto di "sistema" della viabilità e dei parcheggi. Eppure i piani della mobilità che il Comune ha commissionato, e che giacciono nei cassetti come oggetti sconosciuti, convengono sugli stessi principi e sulle medesime conclusioni, che sono poi le conclusioni a cui erano giunti negli anni '40, quando era stato costruito il ponte sulla ferrovia che collegava via Buozzi verso nord. Ponte distrutto dai bombardamenti alleati dopo appena due-tre anni e non più risostruito.
I principi sono semplici:
- Falconara è una città allungata, con un corso centrale la cui vocazione è quella di divenire asse pedonale e luogo urbano fondamentale
- la viabilità deve quindi affiancarsi a questo asse in due direttrici, possibilmente a senso unico, lungo le quali trovare occasioni di sosta per le auto.
- Falconara è investita da una quota considerevole di traffico di attraversamento verso Ancona, che va drenato all'esterno della città, verso la variante alla S.S. 16
- Al fine di defaticare gli assi di attraversamento urbano occorre implementare tutte le possibili connessioni diagonali da via Marconi verso Falconara alta e Palombina.
La struttura viaria si definisce così in un "fuso" costituito dalla via Flaminia e dalla direttrice via Buozzi, via Repubblica, via Italia (colore blu). Uno schema comune a moltissime città costiere, come, per esempio, Viareggio, Jesolo o, a tratti, P.S.Giorgio e S.Benedetto.
Lungo queste direttrici possiamo convenientemente individuare i parcheggi (azzurri), di dimensioni non eccessive, che permettono di scambiere con l'asse pedonale centrale. L'asse interno via Rosselli, via Leopardi, potrebbe funzionare come strada-parcheggio di supporto al sistema.
La figura mostra anche le strade di alleggerimento diagonali (blu tratteggiato).
Ciò che la figura non illustra è il nuovo svincolo sulla variante SS16 per Ancona in zona Barcaglione, versante Collemarino, che consentirebbe di drenare gran parte del traffico diretto verso il capoluogo che oggi grava verso l'adriatica.
La messa in funzione di questo sistema, che appare essenziale per un riassetto urbanistico della città, va attuata con interventi progressivi.
Ad esempio, assieme ai residenti di via Rosselli, alcuni mesi fa mettemmo a punto un cambiamento della viabilità attuale che, oltre a defaticare la via da un volume di traffico insostenibile, prevedeva l'utilizzo di via Buozzi in entrata, nella direzione cioè prevista dal disegno finale.
Sta però emergendo un enorme problema, sottovalutato pressochè da tutti i membri della passata amministrazione per l'incapacità di comprenderne la reale gravità.
La realizzazione dell'assetto ottimale della viabilità prevede la necessità di collegare via Buozzi con via della Repubblica riaprendo spazi aperti, come l'area sotto le suore, oggi utilizzati a parcheggio o a giardino privato. C'è un'unica costruzione da abbattere. Un piccolo edificio di un piano su via Gobetti, già sede degli aviatori, di proprietà comunale.
Quell'edificio è stato inserito tra gli immobili da alienare per risanare il bilancio, con l'ipotesi di potervi realizzatre due piani di residenziale: una bella villetta. Il ricavato? Secondo le più rosee previsioni circa 100.000 €.
Per 100.000 € si rischia di gettare via l'unica possibilità di risolvere la viabilità di Falconara!
Resta da capire perchè. Per incoscienza? O per un qualche recondito interesse?
Non resta che aspettare di vedere chi l'acquisterà.
Io lo so già, e l'ho rivelato ad alcuni amici. Alcuni ci credono altri non vogliono crederci.
Vincerò la scommessa, ne sono certo, anche se questa scomessa preferirei sinceramente perderla.

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sabato 17 novembre 2007

Costruire la città / 1: l'idea di sviluppo

Sono lieto che se mie considearazioni sul modo di fare dei partiti non siano state fraintese e confuse con un attacco personale, come accade a chi vede la politica come una sua esclusiva e non come un terreno di confronto aperto.
Stimo tutti coloro che affrontano le questioni della politica con onestà e disponibilità, anche se non hanno le mie idee o non la pensano come me sull'attuale ruolo dei partiti. Riconosco tale onestà nelle repliche dell'On. Ciccioli e della signora Tanzarella.

Detto questo, come è giusto tra persone civili, proseguo nell'intento di fare di questo blog un motivo di discussione e di proposizione sulla città di Falconara.
Prima di affrontare aspetti settoriali del complesso problema dell'assetto urbano, quali il sistema della viabilità e dei servizi, è però necessario soffermarci su che cosa stiamo cercando, nel discutere del futuro della città. Quale idea di progresso abbiamo in mente.

Esistono sostanzialmente due tipi di risposta a questa domanda.
Chi crede che il progresso equivalga ad uno sviluppo, e quindi ad una crescita (del PIL, delle imprese, della popolazione,..) e chi crede che il progresso sia legato al miglioramento della qualità della vita, la quale si fonda su indicatori economici e non (culturali, sociali, ambientali,...).
In altri termini possiamo dire: preferisco avere industrie, traffico, attività che mi danno soldi per poi andarli a spendere in vacanza alle Seychelles e avere un'auto più lussuosa, oppure possiamo dire: preferisco avere meno industrie, traffico e attività, forse anche meno soldi, ma avere un mare più pulito e una città più bella da vivere.
Molti economisti e sociologi dubitano del fatto che la prima opzione alla fine produca più soldi della seconda, ma assumiamo questo come dato di partenza, altrimenti non si capirebbe perchè metterla in campo quella prima opzione.

Sta di fatto che questa semplice domanda, appena esposta, non è mai stata offerta alla discussione pubblica. Non è mai stato dato il diritto di scelta ai cittadini dalle varie amministrazioni pubbliche succedutesi dal dopoguerra ad oggi a Falconara.
Pur con varie sfumature soltanto la prima ipotesi è stata presa in considerazione: progresso = sviluppo = crescita.
La scelta di puntare sulla grande industria piuttosto che sul turismo, negli anni '50, fu figlia di questo pensiero.
Ma anche l'idea urbanistica di Carletti, che pur si dichiara antagonista alla presenza ingombrante dell'Api, è figlia dello tesso pensiero. Soltanto che dalla grande industria, si passa al grande commercio ed al grande terziario. Resta il fatto della dimensione: la ricchezza di un territorio (questo è il paradigma) è data da grandi costruzioni e da grande consumo di suolo.
Con l'Amministrazione Recanatini si è ri-proposto lo stesso pensiero, sono state ri-propinate le stesse grandi operazioni immobiliari ideate da Carletti.
Su questo pensiero, e non solo sulla "questione dei soldi della quadrilatero" è avvenuta la spaccatura nella maggioranza, che determinò ai primi di luglio le mie dimissioni e la crisi di settembre con l'uscita di SD.
Questo è il vero tema politico di Falconara! Ed è un tema dove i consueti schieramenti tra destra e sinistra sono di fatto saltati.
Invito chi segue questo blog ad intervenire quindi nel merito di questo tema: quale idea di progresso e di futuro per la città.
Poichè sulla prima ipotesi (progresso = sviluppo e crescita) sono state fatte fior di progettazioni negli anni passati, mi limiterò a ricordare qui una sintesi di qualto elaborato attraverso la "copianificazione intercomunale" che ben interpeta il futuro che gli amministratori del passato avrebbero confezionato per noi.
Mi dedicherò alla verifica della seconda strada, quella che punta alla riqualificazione e alla decrescita felice del nostro territorio, nella quale personalmente credo ma che va percorsa necessariamente tutti insieme, passo dopo passo.

Riporto quindi lo scenario futuro di Falconara e della bassa vallesina, che è anche quello del programma dell'ex Sindaco Recanatini e di chi lo ha sostenuto fino all'ultimo.
Le aree perimetrate di rosso (gardate bene: tratteggiate e non) sono destinate alla costruzione di zone terziarie (area casello Ancona Nord), industriali (area di Gabella tra il cimitero di Chiaravalle e l'autostrada) e commerciali-residenziali (area di Pojole tra l'autostrada e la ex montedison).
C'è il by-pass ferroviario API con la nuova stazione, il porto turistico e il nuovo fronte residenziale sulla spiaggia di Villanova, e c'è sempre la raffineria.

Nessuno vi aveva detto che questo sarebbe stato il futuro?
Non mi meraviglia... non mi meraviglia affatto.


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martedì 13 novembre 2007

E' una gara a chi la spara più grossa!

Davvero non c'è limite alla irresponsabilità dei politici!
Non bastava l'ostinazione con cui si persevera nell'errore di "alienare" le scuole Peter Pan ed il Centro Qui, luoghi di importanza socio-culturale essenziale per Falconara.
Non bastava la faccia tosta del PD nello schierarsi a difesa delle Peter Pan dopo essere stato artefice della sua messa in vendita.
Ora l'On.Ciccioli rilancia con l'idea di demolire il mercato coperto, edificio che rappresenta un pezzo di storia per la città.
Senza considerare poi che anche questa costruzione è vincolata, che un parcheggio nel cuore della città avrebbe un effetto largamente peggiorativo della situazione, che cinque piani di residenze appesantirebbero ancora di più un centro città che ha bisogno invece di luce e spazi aperti.
E' disarmante il livello di improvvisazione ed incompetenza con cui l'attuale classe politica affronta le situazioni, evidentemente concentrata più sulla propria carriera che sulla conoscenza dei problemi, che sono complessi, e sulla ricerca di idonee soluzioni, che necessitano di un intenso lavoro e di una solida preparazione.
C'è solo da chiedersi quale sarà la prossima sparata: la vendita del castello o una bella base militare? Dai e dai, le due centrali Api finiranno per apparire come il male minore.
Tutto diventa possibile, tranne che rivendicare dalla Regione i soldi che spettano a Falconara per la presenza della raffineria, perchè questa rivendicazione avrebbe un preciso valore politico per Falconara. Un valore che i politici non vogliono assumere perchè rischioso per la loro carriera. Non meraviglia quindi che Falconara sia stata ridotta nella situazione in cui è.
Forse ai falconaresi va bene così, e continueranno ad affidarsi agli stessi di sempre, o forse si sveglieranno e si accorgeranno che è ora di cambiare davvero. Staremo a vedere.
Personalmente sento di lanciare un appello ai politici, un po' ingenuo e che sicuramente resterà inascoltato: State fermi. Dimenticatevi di Falconara come avete fatto per decenni. Fatevi i fatti vostri, che è l'unica cosa che vi riesce di fare,... ma fatelo altrove.

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venerdì 2 novembre 2007

Quale città / 3 : Quale Falconara viviamo?

"A Maurilia, il viaggiatore è invitato a visitare la città e nello stesso tempo ad osservare certe vecchie cartoline illustrate che la rappresentano com'era prima: la stessa identica piazza con una gallina al posto della stazione degli autobus, il chiosco della musica al posto del cavalcavia, due signorine col parasole bianco al posto della fabbrica di esplosivi.
Per non deludere gli abitanti occorre che il viaggiatore lodi la città nelle cartoline e la preferisca a quella presente, avendo però cura di contenere il suo rammarico per i cambiamenti entro regole precise: riconoscendo che la magnificenza e la prosperità di Maurilia diventata metropoli, se confrontate con la vecchia Maurilia provinciale, non ripagano di una certa grazia perduta, la quale può tuttavia essere goduta soltanto adesso nelle vecchie cartoline, mentre prima, con la Maurilia provinciale sotto gli occhi, di grazioso non ci si vedeva proprio nulla, e men che meno ce lo si vedrebbe oggi, se Maurilia fosse rimasta tale e quale, e che comunque la metropoli ha questa attrattiva in più, che attraverso ciò che è diventata si può ripensare con nostalgia a quella che era.
Guardatevi dal dir loro che talvolta città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto lo stesso nome, nascono e muoiono senza essersi conosciute, incomunicabili tra loro. Alle volte anche i nomi degli abitanti restano uguali, e l'accento delle voci, e perfino i lineamenti delle facce; ma gli dèi che abitano sotto i nomi e sopra i luoghi se ne sono andati senza dir nulla e al loro posto si sono annidati dèi estranei. E' vano chiedersi se essi sono migliori o peggiori degli antichi, dato che non esiste tra loro alcun rapporto, così come le vecchie cartoline non rappresentano Maurilia com'era, ma un'altra città che per caso si chiamava Maurilia come questa."
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da le città invisibili di Italo Calvino

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