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giovedì 27 febbraio 2014

ma il futuro è più importante

Capita spesso a ciascuno di noi di lasciarsi dominare dalle tensioni che viviamo quotidianamente e di trasferirle, senza volerlo, nei legami umani, negli affetti, finendo per guastarli... perdendo di vista le prospettive in cui erano nati.
Bisognerebbe avere la forza di distinguere, di isolare il rapporto con le persone che amiamo, con i compagni di avventura, con i figli, da queste tensioni. Mantenere puri questi rapporti e ricavarne gioia nonostante tutto, perchè sono ciò che è veramente importante e sono nati per durare oltre noi stessi. Tutto il resto è in funzione di questo mantenimento e di questa prospettiva di felicità, non dobbiamo mai dimenticarlo.
E' questo, in fondo, il messaggio del film "la vita è bella" di Benigni: la forza di un padre che riesce a dipingere il futuro davanti agli occhi del figlio nel mezzo della più atroce e disumana delle guerre. Il dono più grande che un padre può fare.
Non farsi vincere dalla guerra, superare l'istinto che vorrebbe farci prendere parte ai combattimenti entrando a nostra volta  nella logica dell'uccidere l'altro...volare oltre quella logica.
Non è un caso che coloro i quali, nel mondo ebraico e non solo, hanno criticato come blasfemo il film di Benigni si ritrovano poi complici di una nuova "shoah" condotta dai sionisti a danno dei palestinesi...
Vivere in mezzo al "male" comporta il rischio di restarne contaminati, di vedersi oscurare l'anima e il cuore, e alla fine di venire trasformati, di agire noi stessi secondo il male. 
Occorre tenere sempre, sempre fisso sullo sfondo l'orizzonte verso il quale ci siamo messi in cammino. Questa è la nostra vera, unica missione. Dobbiamo essere capaci di vivere e far vivere quei valori sui quali fondiamo l'idea di un  mondo possibile anche nel mezzo di una realtà che nega con ferocia quegli stessi valori e di fronte alla quale essi paiono essere perdenti.

Quando sostengo che Grillo e il Movimento Cinque Stelle hanno commesso un gravissimo errore nell'espellere i quattro senatori definiti "dissidenti" non vuol dire che condivido le idee e gli atteggiamenti di questi, tutt'altro! Questa divergenza di opinioni non mi interessa proprio, come non mi interessa stabilire chi ha ragione o, per dirla con una brutta parola, chi "vince".
Dico che si è perso di vista l'orizzonte, si è venuti meno nel dovere morale di dare testimonianza dei valori che sono alla base dell'esperienza del M5S e che ne costituiscono insieme il fine e l'essenza. L'appellarsi al "regolamento" o al "voto on line" non è che la conferma di questo tradimento! (allo steso modo Renzi si appella alle regole della costituzione per giustificare il passaggio risoluto con cui è andato al governo...)
Nella Democrazia diretta la logica della votazione a maggioranza va evitata finchè possibile e adottata solo in casi estremi garantendo comunque voce ed ascolto alla minoranza, cercando di comprenderne le ragioni. La logica della "maggioranza che vince" è propria della democrazia rappresentativa che si mette in atto tutti i giorni, e nelle sue forme più deteriori, nelle camere parlamentari. La logica della maggioranza che impone la propria volontà è quel quotidiano carico di tensioni che i parlamentari del movimento hanno trasferito all'interno dell'assemblea dei cittadini, anzichè lasciarlo dentro le sedi istituzionali.
E' questo il modo in cui vogliamo davvero affrontare le questioni? Con una maggioranza che vince e zittisce una minoranza? E se un giorno il Movimento andasse al governo e decidesse - a maggioranza - di fare un'opera pubblica che non è gradita alla minoranza che vive nel luogo che la dovrebbe ospitare, come ci comporteremmo? Seguiremmo anche noi la logica della maggioranza pro TAV sulla minoranza della val Susa?

Vado dicendo da mesi che nel Movimento, pur in una generale e positiva crescita, manca una seria discussione politica che ci permetta di condividere i valori in cui crediamo e di metterli in atto da subito.
Ora quella discussione, sebbene già tradiva, è irrinunciabile se non vogliamo che il Movimento si incammini nella strada della sua dissoluzione.