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martedì 29 aprile 2008

il 25 aprile, la libertà, la democrazia

A Falconara, lo scorso 25 aprile, si sono confrontati due mondi, con due distinti modi di intendere le parole LIBERTA' e DEMOCRAZIA.

In Piazza Mazzini abbiamo assistito alla solita parata di personaggi politici che, seppure onestamente, celebravano in fondo se stessi come il risultato del 25 Aprile, in qualità di odierni rappresentanti di quelle istituzioni democratiche e di quella libertà di pensiero per cui i nostri padri hanno combattuto.

Nel parco Kennedy c'erano i giovani dei centri sociali e non solo. C'erano anche i partigiani, quelli veri, che spronavano i giovani non a commemorare la liberazione, ma a combattere ancora in nome della libertà, e lo facevano con un'energia che coinvogeva l'animo oltre che la mente.

C'erano famiglie, italiane e non, con i bambini venuti a passegguare, c'era la fantasia, c'era la musica, c'era l'arte.
C'era finalmente la gioia al parco Kennedy. La gioia in nome della libertà.

Questa è stata per me la conferma che cercavo.
Dopo le critiche piovute a seguito della mia dichiarazione di non-voto, pur difendendo la mia scelta individuale, ho riflettuto. Sul concetto di diritto-dovere al voto, sull'atteggiamento da tenere nei confronti delle istituzioni, chiedendomi se avessi sbagliato, se le critiche fossero ben motivate.

Quel 25 aprile al parco Kennedy mi ha dato la risposta che cercavo. Mi ha confermato che la libertà non vuole doveri. La libertà vuole responsabilità, legame col mondo che ci circonda, impegno, magari anche sacrificio, ma non doveri. Non costrizioni.
Libertà è consapevolezza, ma soprattutto LIBERTA' E' GIOIA.

Un mio amico fiorentino, un anarchico, diceva "prima di prendere ogni decisione, di fare ogni gesto, bisognerebbe fermarsi e chiedere perchè?. E bisognerebbe essere così coerenti da compiere quel gesto solo in presenza di una chiara motivazione, facendolo nel modo migliore, nel rispetto di sè e degli altri".
Allora mi sono posto la domanda "perchè votare?"
Condivdo forse la politica dei due candidati? No.
Allora perchè votare?
Forse per giustificare, con il mio voto, l'idea di una sinistra contrapposta ad una destra, a prescindere dai contenuti della politica?
Forse per giustificare, con la mia patecipazione al voto, l'istituzione democratica?

Ma il 25 aprile io in fondo ho fatto una scelta, e ho trovato un perchè: sono andato al Parco Kennedy, dove c'era la libertà in forma di gioia. Non sono andato a Piazza Mazzini, dove c'era la libertà in forma di istituzione.

Non fraintendetemi (non di nuovo, vi prego!)
Non voglio negare l'importanza dell'istituzione. Voglio solo dire che, a mio parere, l'istituzione dipende dalla gente e non viceversa!
E se l'istituzione non rappresenta più la gente, in un determinato frangente, è un diritto (forse qui sì, anche un dovere verso se stessi) denunciarlo!
Un cittadino libero non può vivere la libertà come un dovere. Non può essere oggetto, a priori, di nessuna istituzione.
Di fronte all'istituzione, come di fronte alla legge, vale per me un principio: rispetto si, asservimento cieco no.

E mi sono tornate in mente le parole di Max Stirner:

"E che, sono forse al mondo per realizzare delle idee? Magari per fare la mia parte, come cittadino, per realizzare l’idea “Stato” o per dar corpo, tramite il matrimonio, come marito e come padre, all’idea della famiglia? Che cosa me ne importa di una missione del genere! Il mio vivere è tanto poco una missione quanto lo è la crescita e il profumo del fiore. (...)
Il problema concettuale: “Che cos’è l’uomo?” si è cosí trasformato nel problema personale: “Chi è l’uomo?”. Col “che cosa” si cercava il concetto per realizzarlo; col “chi” non c’è assolutamente piú problema, bensí la risposta è già presente di persona in colui che pone il problema: il problema si risponde da sé
."

Il 42% degli eletori non ha ritenuto di andare a votare. il 3% dei votanti non ha espresso preferenze. Questo vorrà pur dire qualcosa!
E non si dica che Brunelli o la lista civica hanno determinato la sconfitta di Lodolini o la vittoria di Brandoni, influenzando gli elettori. Non abbiamo questo potere!
La verità, piaccia o no, è che tanta gente non ha più fiducia di quei partiti che rappresentano un'istituzione democratica ormai logora ed autoreferenziale. E chiede un cambiamento vero.
E il cambiamento non è in questa piroetta di Brandolini.

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venerdì 25 aprile 2008

Quarto potere

Ieri sera ad "anno zero", la trasmissione di Santoro, Travaglio spiegava come la stampa e la tv in Italia condizionino la vita politica, appesantendo o distorcendo le notizie nell'interesse dei gruppi di potere.
Con questo Travaglio spiegava come mai i politici, specie i grandi partiti di governo PdL e PD, si preoccupino tanto di mantenere il controllo sugli organi di informazione e quale sia il reale vantaggio di Berlusconi che può contare sulle sue reti TV e su una serie di testate giornalistiche "amiche".
Molti penseranno: "ma queste cose accadono a livello nazionale... nella provincia è diverso".
Posso dimostrarvi che non è affatto così e che anche nella provincialissima Ancona i giornali non sono così indipendenti come crediamo e che i gruppi di potere ed i partiti che li rappresentano possono usufruire della loro, diciamo così, amicizia.
Vi racconterò, a tale proposito, una storia accaduta appena pochi giorni fa.

Dopo la mia dichiarazione post-elettorale, con la quale sostenni che gli elettori delle lista civica Cittadini in Comune e di SD e ambientalisti erano liberi di votare al ballottaggio secondo coscienza, e che personalmente sarei andato al mare non vedendo differenze sostanziali tra i due partiti gemelli PD e PdL, da parte di Rifondazione Comunista e da parte di Lodolini stesso ho subìto commenti fuori luogo quanto indisponenti, perchè lesivi della libertà individuale nei confrnti del voto (come se io criticassi personalmente Lodolini o chiunque altro per come vota!).
Inoltre Lodolini, in un suo comunicato, abbandonando il tono sostanzialmente corretto che aveva caratterizzato la sua campagna elettorale, si lasciava andare a livelli di demagogia ed ipocrisia che ritengo vadano oltre il limite della decenza (perchè esiste un limite anche in politica!) .
Così inoltrai un comunicato ai tre giornali locali, che riporto integralmente:

"Per favore, non superiamo i limiti della decenza - Sembra che un cittadino a Falconara non sia libero di farsi da parte da una politica che non condivide. Ecco che sul sito di Rifondazione appare un riferimento, meschino quanto inappropriato, sull'ivito ad andare al mare che Craxi fece nel '91. Ecco il comunicato di Lodolini, anche lui ironico sull'andare al mare, che avilisce il senso del 25 aprile a fini elettorali, che rispolvera lo slogan "battere le destre" non avendo altri argomenti che lo differenziano da PdL; parla di destra "rancorosa" e unificta da interessi di "poltrona" (ma ha guardato a casa sua?); parla, proprio lui, di "partecipazione" e rispetto delle regole. Affermazioni che per me, che sono stato nella stessa amministrazione che lui intende riproporre (il nuovo!), appaiono così cariche di ipocrisia da essere stomachevoli. Ma tanto è servito, personalmente, a farmi cambiare idea. Non andrò al mare. Penso proprio che andrò a votare"

Appare evidente l'intento provocatorio dell'affermazione finale.
Ma i giornali, come hanno "confezionato" la notizia?

Uno non l'ha neanche presa in considerazione (e non è strano, spesso accade che i comunicati scivolino nel nulla). Altri due l'hanno considerata eccome!
Titoli a tutta pagina "Brunelli tradisce Lodolini!" o "Ora Lodolini ha contro anche Brunelli", locandine in tutta Falconara con titoli al fulmicotone: "Brunelli appoggia Brandoni"
E se uno dei due giornali si limita a dare la notizia spiegando il perchè dell'"interpretazione" (già perchè che io sostenessi Brandoni non era scritto proprio da nessuna parte!), l'altro intervista anche Lodolini, dandogli l'opportunità di fare un nuovo spot elettorale (in gergo pallavolistico si dice "fare un'alzata per una veloce al centro", cioè senza muro).
lo straordinario è che il giornalista di quest'ultimo quotidiano mi aveva contattato per telefono la sera prima chiedendomi se con quel comunicato intendevo appoggiare Brandoni ed io avevo negato decisamente, spiegado con estrema chiarezza l'intento provcatorio.

Indigato, dopo aver protestato con le redazioni dei due giornali dalla fervida fantasia, mi rivolgo allora al giornale che non aveva pubblicato nulla spiegando l'accaduto ed inoltrando un ulteriore comunicato, che riporto anche questo per intero:

Tanto volevasi dimostrare
Ieri le locandine di un giornale locale riportavano un titolo a sensazione secondo il quale Brunelli appoggerà Brandoni. Leggendo nell'articolo il mio comunicato sfido chiunque a trovare una tale affermazione.
Si tratta di una "interpretazione". In sostanza è come se tra il dire "mi verrebbe voglia di darti uno schiaffo" e il dare realmente uno schiaffo, non ci fosse alcuna differenza sostanziale.
Le parole che ho usato sono state usate proprio per stimolare una reazione che evidenziasse l'assunto: con quale facilità la verità viene distorta...
Un giornale indipendente nel dare una notizia cerca di essere il più possibile oggettivo. Semmai a parte fornisce un'opinione sui fatti. Un giornale di partito mescola notizia ed opinione "interpretando" i fatti in modo da offrire ad un proprio leader l'occasione di fare propaganda. Così come è avvenuto.
Anche qui, a livello locale, parte della stampa che si dice indipendente si comporta in effetti come una stampa di regime. Di "sistema" più che di partito, come denuncieranno Grillo e Travaglio nel Vday del 25 aprile.
Quel sistema, a cui tanti bramano di mettersi a servizio, è lo stesso "sistema marchigiano" di cui parla Lodolini, e dal quale prende ordini anche Brandoni.
Un sistema che si regge sulle menzogne e sulle connivenze. E' lo stesso "sistema" che opprime da anni Falconara. Quel "sistema" che noi vogliamo smascherare affinchè i cittadini aprano gli occhi e si sveglino dal sonno.
E' ormai certo che
"Brandolini" sarà il nuovo sindaco di Falconara, ma io non sarò tra quelli che lo eleggeranno. Io sono per una Falconara libera.

Voi pensate che il giornale in questione abbia approfittato per mostrare la sua correttezza a discapito dei concorrenti?
Meanche per sogno: cane non morde cane, come dice il proverbio, anche perchè i padroni alla fine sono sempre gli stessi!
E' uscito un commentino, alla fine di un articolo, dove i pezzetti di frase rimasti del comunicato hanno perso completamente il carattere della denuncia.

Ma il problema non sono i giornalisti (ad eccezione del caso "pallavolistico"), con i quali poi c'è stato comunque un chiarimento. Il problema sono le redazioni.
Sia che subiscano direttamente "pressioni" o che commettano un eccesso di zelo per farsi belli agli occhi dei padroni (un pò come gli arbitri con la Juve nell'era Moggi), sta di fatto che i giornali non sono liberi.
E se l'informazione non è un'informazione libera, neanche noi cittadini, privati della verità e soggetti ad una forma intangibile di persuasione, possiamo dirci completamente liberi.

Ha ragione Grillo a manifestare oggi, giorno della liberazione, per la libera informazione!
E' il modo pù onesto e più vero di difendere quella democrazia per la quale i nostri padri hanno combattuto.

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giovedì 17 aprile 2008

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso...

Dopo il risultato elettorale moltissimi mi hanno fatto i complimenti per il bel risultato raggiunto, soprattutto per il consenso personale ottenuto. Ho ringraziato, come si deve fare, per cortesia. Ma questo non mi ha sollevato affatto da un malessere che mi ha colto e si è trascinato per un paio di giorni.
Abbiamo dato l'anima per cercare di far capire ai Falconaresi l'urgenza e l'importanza di un cambiamento di rotta. Ci siamo autofinanziati. Abbiamo parlato di cose concrete. Gli unici a fare proposte serie di governo per la città. Ma non è bastato.

Il PD è aumentato. La gente continua a votare le persone che da anni hanno portato allo sfascio la città!

Dall'altra parte il PdL ha raccolto il voto di protesta di coloro che giustamente pensano che non si può continuare a votare chi ha governato male, ma, senza rendersene conto, si sono affidati ad un partito che assomiglia al Pd come una goccia d'acqua, specie nella sottomissione degli interessi locali a quelli delle grandi lobbies economiche (Quadrilatero, Api, by-pass...).

Sentite cosa hanno da dire i cittadini di Fiumesino sull'atteggiamento del PD e PdL rispetto ai loro problemi! Lodolini e Brandoni non si sono neanche presentati all'assemblea organizzata dai cittadini per discutere sul by-pass. Evidentemente non avevano la faccia di dire alla gente che Fiumesino è stata già sacrificata sull'altare degli Dèi.
Al convegno di Veltroni c'era Brachetti Peretti (il figlio) seduto in prima fila. Al convegno di Berlusconi c'era Brachetti Peretti (il padre) seduto in prima fila. Li' Lodolini e Brandoni ci sono andati e non hanno trovato nulla di disdicevole, da falconaresi, su una così esplicita vicinanza tra il loro partito e il padrone della Raffineria.

Abbiamo parlato da falconaresi ai falconaresi, e da castefrettesi ai castelfrettesi.
Ma forse il problema è che i falconaresi e i castelfrettesi non ci sono più. Sono una sparùta minoranza, in mezzo a un mare di immigrati italiani come spesso accade sono i primi ad avventarsi contro gli ultimi arrivati, gli extracomunitari, e votano Forza Nuova, in difesa di una patria che neanche conoscono, a cui non si sentono di appartenere.

Gente delle campagne, buona gente, ma abituata da secoli alla sottomissione. Abituata ad avere un padrone, da denigrare di nascosto, ma al quale portare una gallina per chiedere un favore: un posto per il figlio, un aiuto. Gente abituata a farsi gestire la roba e la propria stessa esistenza da un protettore. Gente che se viene lasciata sola a decidere della propria vita, se deve combattere, ha paura delle conseguenze e cerca subito un nuovo padrone. Tutto per convenienza, per stare al sicuro. Con poco più di niente, ma al sicuro.

Eppure c'era un tempo in cui i falconaresi erano gente di mare. Ribelli per istinto. Con lo sguardo aperto sull'orizzonte. Impossibili da sottomettere.
Eppure questa è ancora la nostra natura e lentamente ritornerà fuori se chi ha coraggio continuerà a dare l'esempio.

Per questo non voterò nè Lodolini nè Brandoni, non darò questa soddisfazione ai loro comuni padroni, quei padroni di Falconara che già si sfregano le mani.

Me ne andrò al mare, a caricarmi di nuova energia per continuare a battermi: per la nostra terra, per la nostra gente, per la legalità, per la democrazia.
Spero di incontrarvi là.

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domenica 6 aprile 2008

In nome del popolo inascoltato

Quando tentammo di avviare un processo vero di partecipazione, in nome dei principi della Costituzione e della Democrazia, fummo respinti da un modo di concepire la politica come diritto esclusivo dei rappresentanti eletti.
L'amministrazione Recanatini prestò molta attenzione a valutare quando la comunicazione all'esterno fosse o meno "opportuna", finendo per eluderla quasi completamente. Ma quella amministrazione fece anche molta attenzione nel nominare dirigenti, segretari, presidenti di partecipate in linea con la politica dei principali partiti di governo.

Accade così che anche sotto il governo del commissario quei partiti continuano a portare avanti la "loro" politica, come nulla fosse cambiato.
L'urbanistica viene studiata solo per fare cassa, e si adottano varianti mostruose, nate da contrattazioni occulte tra un'amministrazione non eletta dai cittadini e singoli privati.
Si fa propria la scelta di fare un megacentro commerciale a castelferretti avanzata da un'altra azienda privata e la si propone ai comuni vicini.
Si decide ancora una volta di mandare a casa altri precari delle cooperative. Si decide l'aumento delle tasse.
Di tutto questo i cittadini non sanno nulla. Nessuno li consulta, nessuno li informa. I loro soldi e le loro esistenze vengono gestite da persone che nessuno ha votato per finalità che, al di là della filastrocca del bilancio da sanare, nessuno conosce.
Qualcuno ne trarrà vantaggio, molti ci rimetteranno, ma a noi non è dato saperlo nè tantomeno di comprenderne il perchè.
C'è un apparato che sembra governare allo stesso modo, sempre e comunque... con Carletti, senza Carletti, con Recanatini, con il Commissario...
Questo apparato è formato anche e soprattutto da partiti, e proprio da quei partiti che ci accusano di essere l'antipolitica.
Eppure tutto ciò che vogliamo è soltanto LEGALITA' e rispetto della COSTITUZIONE.

"L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Il potere appartiene al Popolo...", Così afferma la Costituzione.
Democrazia significa governo del popolo. Ma se a Falconara il popolo non sa nulla di ciò che viene deciso, può dirsi questa "democrazia"? E se la parola "politca" significa discutere della cosa pubblica può dirsi davvero politica quella che nega sistematicamente ogni discussione sul bene comune?
Allora chi di noi è l'antipolitica? chi di noi è la minaccia per il futuro della democrazia?

Ciò che è messo in gioco in queste elezioni amministrative non è soltanto il posto da sindaco ed un governo locale. E' in gioco il destino di una comunità, il senso del vivere insieme e il poter decidere della propria salute, della terra che abitiamo e che appartiene a tutti noi. A tutti noi e non a loro.
A noi, trattati come vacche da mungere e allevati a non pensare, svuotati di ogni volontà e riempiti di rassegnazione, è concesso oggi un solo strumento per riprenderci la dignità di cittadini: il voto.
Usiamo questo strumento come un'arma, per fare una rivoluzione, in nome della democrazia e della legalità. In nome di noi stessi: popolo di inascoltati.

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