X FALCONARA

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giovedì 27 dicembre 2007

Costruire la città / 6: Falconara Alta e il sistema del trasporto pubblico

Per chi frequenta Piazza Mazzini o, d'estate, la spiaggia, Falconara Alta sembra lontana. Una piccola "ciste" di vecchie case attorno al Castello (che poi tutto sembra meno che un castello). Ci sono un paio di ristorantini e niente più.
In effetti Falconara Alta non può dirsi un vero e proprio "centro storico". Non è questa la sua peculiarità. La sua caratteristica, che lo rende un luogo unico, ha a che fare con la percezione del paesaggio.
Personalmente non conosco altro luogo nelle Marche dal quale si possano osservare panorami così diversi e così affascinanti, semplicemente spostandosi di pochi passi: il mare e il golfo dorico con la città di Ancona che abbraccia il suo porto; le colline coltivate a sud fin verso i monti sibillini, quasi ormai un'icona del paesaggio rurale marchigiano; la bassa valle dell'Esino, con l'aeroporto e le grandi infrastrutture, gli impianti della raffineria, ma anche la linea di costa che si estende fino a Pesaro, fino al S.Bartolo, fino al tramontare del sole.
Potremmo pensare di realizzare un parco-belvedere su ognuno di questi panorami. Uno l'abbiamo già, verso mare, da riqualificare. Altri possono essere realizzati agevolmente sotto via 8 marzo e sotto il vecchio lavatoio. Potremmo promuovere eventi, fare di questo piccolo borgo un luogo qualificato di incontro al fresco delle sere d'estate.
Ma per arrivare a Falconara Alta i falconaresi dovrebbero prendere la macchina. Certo i posti auto non mancano e si potrebbe crearne ancora estendendo i parcheggi esistenti sopra via 8 marzo, potremmo però pensare anche ad un minibus che colleghi agilmente piazza Mazzini con Falconara Alta. Già, un nuovo sistema di trasporto pubblico che risolva il problema del collegamento alto-basso di una città in salita.
A pensarci bene Falconara è la città delle Marche che usufruisce di meno Km x abitante in termini di contributi regionali sul trasporto pubblico locale. Perchè? Perchè forse gli amministratori locali se ne sono sempre disinteressati.
Potremmo quindi pretendere dall'ATMA e dalla Regione - è un nostro sacrosanto dirittto - una revisione del sistema del trasporto pubblico con l'introduzione di minibus-navetta, alimentati a metano, che colleghino Falconara Alta - il centro ASL di via Pergoli - la sede comunale di palazzo Bianchi - il Bignamini - piazza Mazzini e la stazione.
Forse chi tutti i giorni prende l'auto per fare commissioni o per fare la spesa al centro inizierà a prendere il bus (meno problemi di parcheggio, meno costi) e forse qualcuno tra chi d'estate viene al mare a Falconara troverà più conveniente lasciare l'auto a Falconara Alta dove magari, tornando dalla spiaggia, si fermerà a cena e a godersi un gelato al fresco in uno dei tre giardini-belvedere, assieme a quei Falconaresi che avranno finalmente riscoperto uno dei luoghi più belli della loro città...

Ma visto che siamo in periodo di festività, vi propongo un gioco da fare tra una tombolata e una partita a carte, tra parenti ed amici: prendete una carta di Falconara e sovrapponete i "disegnini" della viabilità (costruire lacittà n.2 di novembre), dei luoghi centrali (costruire la città n.4), del percorso di mezzacosta (costruire la città n.5) e di Falconara Alta e del sistema del trasporto pubblico (qui sotto). Vedrete che le cose tornano... eccome se tornano!

Un augurio a tutti i falconaresi: che il 2008 sia finalmente l'anno della rinascita!


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mercoledì 19 dicembre 2007

Costruire la città / 5: il percorso di mezzacosta

Esiste una Falconara diversa. Una Falconara che sa sorprendere.
Ci compare, a volte, inaspettatamente nelle giornate di cielo sereno ed aria limpida, ovvero nei giorni di tempesta, quando, scendendo lungo le discese che dal versante conducono al centro, irrompe al nostro sguardo il mare, con i suoi colori sempre diversi, con la sua luce, il suo movimento, con l'odore di salsedine e il volo dei gabbiani.
Esiste una Falconara fatta di vie alberate e di giardini ben tenuti, e di parchi pubblici, che potrebbero essere tenuti meglio.
E' la Falconara del basso versante, pochi passi più su dell'asse di via Bixio.
Occorre una certa pazienza ed un poco di immaginazione per accorgersi che i vari frammenti della città di mezzacosta possono ricomporsi in vero e proprio "percorso" piacevolmente ombroso e tranquillo e che lungo questo percorso si attraversano i parchi della città, si collegano le parrocchie, le scuole, i centri aggregativi, le strutture sportive.
Un ideale percorso protetto, dove i ragazzi possono andare a scuola a piedi o in bicicletta, dove gli anziani possono incontrasi a passeggio, dove possono essere portati i bimbi col passeggino.

Le città, per essere veramente città, hanno bisogno di spazi belli da vivere, non solo di parcheggi e centri commerciali. E i cittadini devono imparare a pensare se stessi come esseri umani capaci di vivere la città e non soltanto risiedervi, come fanno ora, passando dal chiuso delle case, al chiuso delle auto, al chiuso dei locali di ritrovo, creando, senza saperlo, quella che Falconara è oggi: una comunità di estranei. Il problema degli immigrati viene dopo e non è la causa del malessere sociale di Falconara, sebbene poi contribuisca ad aggravarne i sintomi.

Il percorso di mezzacosta è un'idea, che si combina a quella dei luoghi centrali per definire l'identità della città, ma è anche un preciso indicatore, un selettore.
Chi lo vede come un vezzo, una cosa poco utile, non riesce a pensare che Falconara possa realmentre cambiare, che non vale la pena lavorarci su, che sarebbe meglio buttarla via e rifarla.
Chi sa coglierne l'importanza crede invece che Falconara sia intimamente diversa da come appare, e che può rifiorire con un paziente ed appassionato lavoro di riqualificazione.

In fondo, come in tutte le cose, anche qui si pone una questione di amore.


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martedì 11 dicembre 2007

Costruire la città / 4: i luoghi centrali

Abbiamo detto che Falconara non ha un vero e proprio "centro", come invece ha Castelferretti, ma si configura come una città allungata, tipica delle realtà urbane costiere di recente formazione.

Questa configurazione non va vista come una lacuna, ma come una caratteristica costitutiva. Ci deve cioè far comprendere come sia sbagliato cercare di potenziare una centralità unica, come ad esempio cercava di fare Carletti con Piazza Mazzini.

Esistono città statiche, che vivono al centro, e città dinamiche, che vivono lungo un "corso". Falconara appartiene senza dubbio a questa seconda categoria.

Un paio di anni fa venne fuori la proposta di trasformare il nome di via Bixio in "Corso" Bixio. Un'idea che condivido (anche se, già che ci siamo, aggiornerei anche il nome dedicato. Non me ne voglia l'eroe garibaldino).

Pensare un "corso" falconarese significa imaginare un sistema collegato di luoghi centrali, siano essi piazze, aree commerciali, parchi attrezzati. Sono questi i luoghi in cui l'intera città si incontra e si rappresenta; in cui vanno collocati i servizi più importanti.

Uno spazio pubblico, dove i bar portano all'esterno i loro gazebo, in cui la sera si possono sviluppare esposizioni d'arte, dove si può ascoltare musica.

D'estate in gran parte questa funzione di centralità è stata assunta dalla spiaggia. E' bastato rinnovare i locali, permettere di svolgere nuove attività per richiamare gente.

Allora perchè non tentare di fare la stessa cosa anche lungo il corso di Falconara, favorendo l'iniziativa dei comercianti, supportando la loro attività con eventi che facciano vivere la città anche la sera.

Fondamentale appare la possibilità di collegare spiaggia e corso in un unico sistema, ampliando e migliorando la qualità dei sottopassi.

Immaginiamo cosa potrebbe significare collegare Piazza Mazzini direttamente alla spiaggia, utilizzando il sottopasso della stazione opportunamente ampliato.

Immaginiamo un nuovo asse che coleghi a Palombina il parco, l'area CRAL e la spiaggia, adeguando il sottopasso in modo da consentire l'accesso alla bici ed alle carrozzine.

Pza Catalani, Pza Mazzini, il mercato vecchio, P.za Garibaldi, P.za Gramsci, la galleria e il parco kennedy, largo Europa, l'area della parrocchia di S.Giuseppe, l'area CRAL e il parco di Palombina. Sono questi i luoghi centrali della città da valorizzare: ognuno con la sua peculiarità ma capaci, nell'insieme, di lavorare in concerto per dare un'anima alla nostra città.


Ma una città è un sistema assai complesso. E Falconara non si risolve soltanto attraverso il riconoscimento del "corso". Occorre riflettere ancora sulla sua identità.

Abbiamo già notato che Falconara, rispetto alle altre città costiere, ha la caratteristica di "salire" e di arrivare a vedere il panorama del mare.

Questo fatto offre altre opportunità di riconoscimento, altre occasioni di qualificazione.

Le affronteremo, per discuterne, una alla volta... Vedremo come queste opportunità possono comporsi e rafforzarsi a vicenda, come possano giungere a delineare una Falconara che non abbiamo mai conosciuto, forse solo perchè non l'abbiamo mai degnata dell'attenzione che merita.

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lunedì 3 dicembre 2007

Costruire la città / 3: il nodo viabilità - Castelferretti

I Castelfrettesi da sempre rimarcano la loro differenza rispetto a Falconara, e lo fanno a ragion veduta, almeno per quanto riguarda la forma urbana.
Castelferretti, a differenza di Falconara, può vantare su un vero Centro, costituito dal Castello e dal sistema di spazi aperti, alcuni oggi accessibili altri meno, che gravita intorno ad esso ed alla vicina chiesa parrocchiale.
Questo sistema deve poter essere un sistema pedonale in modo da valorizzare adeguatamente la bellezza e la storicità delle architetture.
La pedonalizzazione deve però permettere anche il mantenimento ed il rafforzamento della dotazione di spazi commerciali e di servizio. L'idea del "centro commerciale naturale" già avviata sotto l'Amministrazione Carletti si pone pienamente in questa prospettiva. Ma occorre risolvere il problema dell'accessibilità veicolare, senza la quale negozi e servizi non possono reggersi.
Ed il problema è facilmente risolvibile se si guarda alla forma urbana: i parcheggi attorno al centro storico ci sono già, e in parte potrebbero essere implementati, occorre però fare in modo di raggiungerli agevolmente dalle strade di attraversamento, che, ovviamente, non possono essere, come oggi, via G.Bruno e via Mauri.
A nord, un semplice raddoppio di via della stazione (inadeguata al traffico veicolare) potrebbe servire il parcheggio dietro le poste e consentire un utile collegamento verso l'area CIAF, in grado di alleggerire via del consorzio dalla sosta veicolare, restituendole la sua funzione di asse di scorrimento.
A sud, la strada a servizio delle edificazioni in corso dietro via Aleardi consente di ipotizzare un semplice congiungimento con la strada esistente di fronte al lungo edificio della ex zona C fino a raccordarsi con via Marconi all'altezza della madonnina.
le nuove viabilità esterne all'abitato consentono di strutturare anche il sistema delle cinture verdi, da utilizzare come filtro ambientale verso le infrastrutture viarie e come spazi per attività all'aperto.
Semplici operazioni di completamento urbano, di inziativa pubblica o privata, possono far si che il sistema si attui in breve tempo ed a costo zero per l'Amministrazione comunale, permettendo così a Castelferretti di qualificare come merita il suo centro urbano e riaffermare la sua stessa identità.
L'individuazione di uno svincolo sulla SS.76 nei pressi dell'incrocio con la strada delle Saline ed il recupero di villa Montedomini completerebbero in modo adeguato il nuovo assetto e la nuova immagine di Castelferretti. Ma di questo scriverò in un'altra occasione.

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