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giovedì 29 gennaio 2015

l'incapacità di esserci e la cardiosclèrosi

Ieri sono entrato per la prima volta all'interno del parlamento italiano per una audizione in commissione. Ho avuto modo di passeggiare nel "transatlantico" e di bere un caffè alla buvette...
Mi sono ritrovato immerso in quella scena in stile fine ottocento, tra gente che discute senza fretta come stesse nel foyer di un teatro dell'opera dove si recita sempre lo stesso spettacolo, stucchevole e privo di interesse: una sorta di soap opera senza inizio nè fine e priva di una qualsivoglia trama.
Ho capito molte cose.
Ho capito quanto sia distante la politica - quella ovattata politica di palazzo - dalla vita reale della gente. Ma ho capito anche quanto sia attraente quel mondo fatto di comodità, di piccoli grandi privilegi, di continue lusinghe e ammiccamenti, di contatto continuo con un potere concreto fatto di relazioni importanti e di possibilità di entrare nelle cerchie che "contano"...
Un mondo dove l'etichetta è sinonimo di ipocrisia e la gentilezza è sinonimo di opportunismo e di "naturale" egoismo.
Il parlamento è il tempio della corruzione e dell'inciucio.
Penso oggi più che mai che sia stato un errore, da parte del movimento cinque stelle, quello di voler entrare in parlamento pensando di cambiarlo con un manipolo di giovani. Il colpo di mano non è riuscito e quel gruppo di giovani si è trovato prigioniero in quella dorata trappola che lentamente lo logora, lo deteriora, lo sgrana ...
I fuoriusciti dal movimento imputano la loro scelta all'azione del "padre padrone" Grillo che impedisce ogni "democrazia interna", senza rendersi conto, forse, che qualora le decisioni fossero prese dal gruppo degli eletti in parlamento, anche se in modo democratico tra loro, si costituirebbe di fatto un gruppo dirigente autoreferenziale come in qualsiasi altro partito, alla faccia della democrazia diretta.
Certo, anche il fatto che sia un "comico" a decidere il da farsi - sebbene con la verifica postuma della "rete" - non  può dirsi una forma di democrazia diretta, ma almeno in questo caso si può ancora pensare ad una fase transitoria in cui un "tutor" protegge, per il tempo necessario, la crescita di un sistema democratico che può formarsi solo dal basso, costruendo le assemblee regionali e poi generando nuove forme organizzative per far decidere ai cittadini direttamente sulle questioni di ambito nazionale.
Ma quanto durerà questa fase transitoria? e siamo sicuri che la "piantina" che sta crescendo diventerà matura prima che il gruppo parlamentare - e con esso il movimento che sull'attività di questo è oggi incentrato - non si sgretoli completamente?
Con questa fragilità deve fare i conti oggi il movimento cinque stelle. Fragilità destinata a durare perché la piantina appena nata cresce troppo lentamente e spesso non viene su proprio dritta e robusta come ci si aspettava...

Nel frattempo il Grecia Tsipras, che ha elaborato il suo progetto più di recente rispetto a Grillo e a Casaleggio, è arrivato in fondo centrando il risultato, senza cioè limitarsi ad entrare in parlamento, ma prendendolo.
Syriza non è certo equiparabile al movimento cinque stelle. Non  parla si democrazia diretta, sebbene rivendichi con forza il diritto-dovere dei cittadini alla partecipazione attiva. Non rinnega la radice progressista - o di "sinistra" - da cui proviene, sebbene non esita ad allearsi con la destra nazionalista sulla base di un comune obiettivo, anteponendo la risposta ai sentimenti popolari contestualizzati all'affermazione di una ideologia. Non usa modi spettacolari e protagonismi propri del "comico" genovese e non idealizza il web come strumento di democrazia, sebbene sappia fare comunicazione in modo agile e moderno.
Ma Syriza non assomiglia neanche alla sinistra italiana, che ha sempre guardato fuori, verso possibili modelli a cui ispirarsi pur di non guardarsi mai allo specchio, per non riconoscersi vecchia, imborghesita e snob, In mano a decine di capetti tanto arroganti quanto piccoli e limitati, sempre pronti a criticare l'altro e all'eterna ricerca di un nemico contro cui, pateticamente, "resistere".
Una sinistra incapace di costruire un sogno perchè incapace di vedere la realtà.
Una sinistra che si entusiasma nel criticare Grillo quando si allea con Farage ma tace quando Tsipras, per lo stesso motivo di Grillo, si allea con la destra nazionalista, seguendo il vecchio detto del PCI.. "non capisco ma mi adeguo", giudicando i fatti non per quello che sono ma per puro pregiudizio ideologico e di appartenenza: tsipras = sinistra = bene  contro  grillo = non-sinistra (quindi destra) = male.

No Tsipras non assomiglia nè al movimento 5 stelle  nè alla sinistra italiana. Ma sarebbe sbagliato anche dire che Tsipras è un pò movimento e un pò sinistra perchè c'è qualcosa che rende l'esperienza greca e la realtà italiana davvero non paragonabili.
Syriza ha costruito la sua ascesa sulla crisi, riuscendo a leggere le ripercussioni che questa ha avuto sulla società greca dall'interno, mettendo in campo azioni di sollievo alle ferite che la crisi ha prodotto nella carne del popolo. Sono state costruite farmacie popolari, luoghi di cura, luoghi di sostegno alimentare. Azioni di solidarietà vera, ai limiti del volontariato sociale e addirittura oltre, con una grande capacità di delineare prospettive di uscita serie, avvalendosi di gente competente, con grande slancio innovativo.
Non so se Syriza riuscirà a salvare la Grecia, se riuscirà a tracciare una strada sicura per uscire dalla crisi o imploderà rapidamente, deludendo le aspettative dei tanti elettori.
Certo è che ha saputo compiere quel piccolo grande miracolo che né il movimento cinque stelle né tanto meno la sinistra italiana hanno saputo compiere, almeno fino ad ora.

In Italia, paese dove il volontariato è molto sviluppato, la politica non abita tra la gente. E neanche quelle forze, come il movimento cinque stelle o la sinistra "alternativa" che si reputano, a diverso titolo, portavoce dei cittadini abitano là. Chi impedisce ai meet-up di Grillo, o ai centri sociali o ai cantieri della sinistra di organizzare banche del popolo per sfuggire all'azione della finanza strozzina? Cosa impedisce di creare banche del tempo attraverso le quali cittadini più abbienti si fanno carico di sostenere chi non ce la fa? Cosa impedisce di organizzare gruppi di acquisto solidale? Che cosa impedisce - in altri termini - di "esserci" là dove c'è bisogno di costruire una società nuova? che cosa impedisce di "essere" il cambiamento che si dichiara di voler attuare?
Niente davvero lo impedisce, se non un male che sembra colpire gli italiani tutti molto di più che i greci. Una malattia comune quanto taciuta, tanto che non ha neanche un nome... perché non se ne parli mai.
Io chiamo questa malattia cardiosclèrosi, dal greco (ironia della sorte proprio dal greco) cardià=cuore e sklirà=duro.  Cuore duro, così è il cuore degli italiani, Un cuore arido, cinico e intimamente vigliacco. Incapace di amare il prossimo, incapace di sentire legami con gli altri, a prescindere da come la pensino o da ragioni di convenienza.
Noi italiani siamo sempre pronti a polemizzare sulla giustizia ma siamo restii nell'impostare la nostra esistenza sui principi di giustizia, mai disposti a metterci davvero in gioco.
Il successo di Syriza e l'insuccesso dei movimenti per una nuova politica italiana trovano motivo sostanzialmente nel fatto che i greci sono un popolo e gli italiani no.