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martedì 2 ottobre 2018

Momenti di Gioia


Ieri si è chiusa una vicenda che pochi a Falconara conoscono. E' finita una battaglia, a tratti durissima, in difesa del territorio, ed è finita con una vittoria.
Sto parlando della vicenda della "lottizzazione Montedomini". Un poderoso assalto alla conquista del suolo, per costruire profitti in forma di case, ai piedi della collina e della villa che è il simbolo, trascuratissimo, di Castelferretti.
Una battaglia durata oltre 10 anni, da quando il Sindaco Brandoni, appena eletto, decise di ratificare la variante urbanistica sdoganata dal Commissario prefettizio. Per dieci anni l'amministrazione comunale di Falconara avvallò la scelta di cementificare il versante nord della collina di Montedomini. Unici oppositori io e un altro socio dell'associazione l'Ondaverde. Dopo l'approvazione della variante presentammo ricorso al TAR e perdemmo il ricorso per effetto di una sentenza assurda, da parte di un magistrato poi condannato per mafia.
Ora, nell'ultimo Consiglio Comunale, la nuova amministrazione ha deciso di retrocedere comunque dalla scelta di edificare ripristinando il precedente uso agricolo dei suoli, balbettando giustificazioni magari copiate da wikipedia sotto la dicitura "ambiente", e "tutela del paesaggio". Ma la verità la conosciamo bene: la crisi dell'edilizia non da più prospettive di profitto ed anzi l'edificabilità si riduce ad un "costo" per via dell'imposta sugli immobili. E' la proprietà che ha chiesto all'amministrazione di togliere l'edificabilità e l'amministrazione ha obbedito, come aveva obbedito dieci anni fa.
Ma grazie a Dio Montedomini è salva, e questo è l'importante.
Mi hanno detto che durante il Consiglio Comunale qualcuno, di cui capisco l'imbarazzo, ha farfugliato falsità sul mio conto circa una improbabile posizione favorevole all'edificazione che avrei dichiarato all'allora Commissario come candidato sindaco alle elezioni del 2008. E questo è motivo non di rabbia ma piuttosto di delusione. Delusione nel vedere la miseria umana di chi ricopre oggi una carica istituzionale che dovrebbe incarnare i valori democratici fondamentali di una comunità civica. Ed è una pari delusione sapere del silenzio, di fronte alle menzogne dette nei miei confronti, di chi mi è stato a fianco nella battaglia, certo meno esposto di me, ma al corrente dei sacrifici e dei turbamenti che il combattimento mi è costato. 
Ma oggi è un giorno di vittoria, non per me, ma per la mia terra... e mi godo nel silenzio questa sensazione di intima gioia che condivido col mondo intero... sapendo che pochi, forse nessuno tra chi conosco, comprende davvero la grandezza di questo sentimento.

Riporto il mio intervento in consiglio comunale nel giugno del 2008, perchè ne rimanga memoria.




Consiglio comunale del 28.06.08


Questo mio intervento non è rivolto al Sindaco, anche se dovrebbe, perché nel mio immaginario – nell’immaginario di un cittadino – il Sindaco è colui che governa, colui che quando dice una cosa ai cittadini poi la fa, colui che mantiene le promesse fatte agli elettori.
Quando invece un Sindaco dice, ad esempio, che la Variante di Castelferretti non gli piace e poi ne diventa l’artefice allora quello non è un Sindaco. Lo è magari per le istituzioni, lo è perché porta la fascia tricolore, ma non lo è più ai miei occhi di cittadino perché è chiaro, ai miei occhi, che non è lui a governare ma altri, che non è lui a decidere le sorti della città ma altri.
E devo dire che questa non è certo una novità per Falconara, anzi è una terribile costante.

Allora voglio rivolgermi ai consiglieri della maggioranza. A quei cittadini che hanno creduto onestamente che l’avvento del centrodestra al governo di Falconara avrebbe portato un cambiamento nel modo di gestire la cosa pubblica, dopo gli anni del clientelismo, dello sperpero, operato dal malgoverno del centrosinistra.

Voglio rivolgermi a voi raccontandovi una storia, perché spesso le vicende chiariscono la realtà più delle affermazioni.

Nel breve periodo in cui sono stato assessore mi presi la briga di risolvere la questione del rischio alluvioni a Castelferretti, approfittando delle mie competenze professionali e della conoscenza dello staff tecnico dell’autorità di bacino e della provincia. L’obiettivo era trovare economie sufficienti a fare le casse di espansione e garanzie sui tempi dir realizzazione.
Ottenni 700.000 € dall’assessore regionale Carrabs. Misi allo studio una variante urbanistica che prevedeva lo spostamento in via Saline di attività all’aperto esistenti e che costituiscono ostacolo all’attuazione di comparti del PRG acquisendo gratuitamente le aree necessarie per la cassa d’espansione. Chiesi ai privati interessati a costruire, ma bloccati dal PAI, la disponibilità a contribuire ai costi dell’intervento ed alla progettazione della cassa. Poi mi assicurai, attraverso apposite delibere, della disponibilità di Autorità di bacino, Provincia e Comune a sottoscrivere un accordo di programma che dettasse tempi e responsabilità per la realizzazione dell’opera.
Se quell’operazione fosse stata portata avanti dal Comune dopo le mie dimissioni, oggi con tutta probabilità sarebbero in corso i lavori della cassa d’espansione ed i progetti edilizi, come previsti dal PRG, in fase di approvazione.

Ma evidentemente i signori Bilancioni hanno trovato una strada più conveniente. Un modo che consente loro di evitare la realizzazione della cassa, di andare ad edificare su un’area più pregiata utilizzando questa plusvalenza per compensare il Comune. Non per la cassa di espansione ma per la cassa comunale.
Così non si sa quando di farà la cassa d’espansione e quando Castelferretti risolverà il suo problema, ma si sa con certezza che il privato – lui e non altri nelle medesime condizioni – potrà costruire già dal prossimo anno.
Ma la traslazione dell’edificabilità fa felice anche il proprietario ospitante, Donninelli, la cui area diviene edificabile solo perché si è reso disponibile in tal senso all’amico Bilancioni. Una loro questione privata insomma. Per Donninelli c’è un gettone che vale 500 abitanti insediabili. Non male. Soprattutto se si considera che quando, neanche un anno prima, Donninelli propose a me, in veste di assessore, di fare la stessa cosa si senti rispondere: “No, Donninelli, lì una lottizzazione non è proprio pensabile, c’è un vincolo di tutela integrale del PPAR!”
Quanta ingenuità da parte mia, pensare ancora che la disciplina dell’architettura e della pianificazione territoriale possa reggere di fronte agli interessi economico-politici!
Se vedete la replica alle osservazioni fatta dall’ufficio urbanistica noterete una distinzione tra argomenti tecnici e argomenti politici. Tra questi argomenti politici c’è anche la scelta del luogo in cui edificare. E qualcuno in commissione ha risposto alla mia sorpresa dicendo che ci sono diverse scuole in architettura e che noi seguiamo scuole diverse. E’ evidente, che sono molto ma molto diverse queste scuole. Solo che io conosco i miei maestri, che si chiamano Walter Gropius, Le Corbusier, Aldo Rossi, Vittorio Gregotti, e molti altri. Dell’altra scuola non so chi siano i maestri.. e che cosa abbiano a che fare con l’architettura.

Ma se vogliamo tornare sul terreno politico, è evidente che la nuova operazione sia stata formata da tecnici che non appartengono alla sfera del centro destra.
Dopo aver dato le dimissioni, continuai ad aver contatti, per lavoro, con l’autorità di bacino e continuai ad informarmi sulla questione di Castelferretti. Venni così a sapere che il consulente di Bilancioni per le questioni afferenti i problemi del PAI era tale Furio Durpetti.
Dall’altra parte, in Comune, chi costruiva l’operazione sul piano tecnico erano dirigenti e segretari di nomina fiduciaria dell’ex sindaco Recanatini.
Uno staff tecnico “di fiducia” del centro sinistra.
Questo spiega perché, al di là della ovvia opposizione - ovvia in quanto perdente a priori - che tiene il PD in consiglio, poi lo stesso gruppo non inneschi polemiche sui giornali ed abbia tenuto sempre una posizione defilata sulla questione anche sotto elezioni. Dopo tutto questa variante è una loro creatura!

Si ripete, all’inverso quanto successe con la Quadrilatero, creazione del centro destra, prima osteggiata dal centro sinistra e poi, una volta preso il potere, ritenuta inevitabile e assimilata come cosa propria.

E già, cari onesti consiglieri, la verità è che gli affari sono affari, e, come si dice, il denaro non puzza.
Si accusa l’altro, che sta al potere, di fare operazioni discutibili e poi, quando la sorte gira e ci si trova al potere, quelle stesse operazioni diventano accettabili. Questa è la politica dei partiti. Non è la mia politica, non so dire se non è neanche la vostra, ma certamente è quella di chi governa in nome di un partito e non dei cittadini elettori.

Abbiamo di fronte una variante che oggettivamente è uno sfregio al nostro territorio.
- Non c’è una motivazione in termini di necessità di abitazioni
- Non da garanzie di risoluzione del problema idraulico, anzi lo aggrava
- Comporterà costi di gestione aggiuntivi per la collettività
- Deturpa per sempre un territorio che la nostra comunità ha giudicato di grande valore paesaggistico apponendo un vincolo di inedificabilità
- Promette entrate che non sono affatto sicure, specie se decideremo di fare ricorso al TAR
- Deriva da una trattativa tutta privata, senza riferirsi ad un progetto di città condiviso dai cittadini.

Ma allora perché il sindaco e il vice sindaco, che si erano detti contrari, insieme alla giunta hanno cambiato idea?
Strano, io penso, ma avranno i loro motivi…

Ma la cosa ancora più strana è che la decisione non la prendono loro, che hanno i loro motivi, ma chiedono a voi di prenderla. Voi che, come me, non vedete motivi per cui quella variante possa essere diventata all’improvviso una cosa buona quando pochi giorni fa era una schifezza. Voi che, ne sono certo, non vi sareste mai immaginati fino a poche settimane fa di dover deliberare ciò che oggi vi chiedono di deliberare.
Allora vi chiedo da cittadino, non da politico. Da falconarese che ama questa città, vi chiedo: Come è possibile?
Chiedo a Clemente Rossi di ricordarsi di quando da assessore provinciale, socialista, ottenne il finanziamento per il progetto di recupero di villa Montedomini, al quale ho avuto l’onore di collaborare. Con quale entusiasmo sentivamo di fare una cosa bella per la nostra città! E chiedo oggi a Clemente come è possibile che tu accetti di divenire artefice di atto così brutto, e vergognoso! Te lo chiedo sul piano umano e non su quello politico!
Chiedo a Vannini, che è stato presidente della Pro Castelferretti, e che quando ero assessore mi spronava giustamente a darmi da fare per villa Montedomini, per la chiesa Ferretti e i suoi splendidi affreschi del ‘400, come è possibile che oggi si trovi a votare a favore di una lottizzazione di fronte alla chiesa e sotto la villa. Uno sfregio alla bellezza di quel luogo che rappresenta la storia di Castelferretti. Come è possibile? Donati, Fiorentini, e voi tutti…Come è possibile?

Così chiedo a tutti voi, che nonostante la diversità di opinioni stimo e rispetto come cittadini onesti, di seguire la vostra coscienza di cittadini e non gli interessi del partito, altrimenti non cambierà mai nulla a Falconara!

Sicuramente i partiti del centrosinistra falconarese passeranno alla storia come quelli che hanno saccheggiato e sperperato le finanze della città, cercate voi di non passare alla storia come quelli che ne hanno distrutto l’anima.
Con tutto il cuore vi imploro, per voi stessi, per i vostri figli.
Non fate questo a Castelferretti. Non fate del male alla nostra terra.