
In questa strana,
psicolabile campagna elettorale, dove imperversano i trasformismi, i giochi di sponda, le astuzie, i calcoli di probabilità sulle poltrone. In questa capagna elettorale vile e sciatta, accadono fatti che non si capiscono a pieno. Ci sfugge il loro senso e quindi non ce ne curiamo più di tanto.
Resta però, e si alimenta, una sensazione.
Una sensazione che ha a che fare col pensiero di Falconara e del suo futuro.
L'altro giorno Spacca è venuto a Falconara a lanciare la campagna del PD. Un avvento costruito in sordina. C'erano pochissime persone, nonostante queste elezioni dovrebbero rappresentare il riscatto del principale partito di opposizione a Falconara. Nonostante Spacca fosse venuto a dichiarare con forza che il PD e la sua coalizione non daranno mai l'assenso alle centrali Api.
Bene! Siamo tranquilli allora. Però perchè così poco risalto a questo intervento del candidato PD? E quella sensazione è lì a darci ansia, a non farci stare proprio tranquilli come dovremmo essere.
Pochi giorni prima è stata annunciata la candidatura nell'IdV di Adriano Mei, Leader di un gruppo di comitati che si autoproclama rappresenrante degli ambientalisti regionali. Nei giornali Mei parlava dei problemi della Regione: della ex Sadam, della centrale di Corinaldo, del rigassificatore di PortoRecanati... e di Falconara e dell'Api? Niente. Come non esistesse.
Circa un mese fa il sindaco di Numana ha dichiarato la sua contrarietà al rigassificatore a largo del Conero dicendo che, avendo avuto assicurazioni in Regione che si farà il rigassificatore di Falconara, che senso ha farne un altro davanti al Conero?
Lo scorso sabato sera, dopo che alla mattina Spacca aveva parlato a Falconara, a Corinaldo il Sottosegretario del Ministero dell'Ambiente ha incontrato i sindaci e i comitati della zona dove è stata proposta la centrale.
Un paio di mesi prima erano arrivati i tecnici del ministero a visionare il territorio ed avevano incontrato i comitati con tanto di ripresa tv su Rai3.
A Falconara i rappresentanti del Ministero non si sono mai visti, nè tanto meno hanno contattato i comitati.... Perchè questo diverso trattamento? Eppure noi siamo al centro dell'Area a richio ambientale!
Ma sabato a Corinaldo è successo dell'altro. Siamo risciti a fare delle domande direttamente al sottosegretario che ha affermato che la centrale di Corinaldo non si farà "perchè non ci sono le condizioni, non c'è l'adesione del territorio". Bene, Siamo contenti per gli amici corinaldesi. Poi però abbiamo chiesto di Falconara. "Falconara non so, qui parliamo di Corinaldo" se ne è uscito il sottosegretario. "ma il rifiuto della centrale di Corinaldo è dovuto anche al PEAR regionale, quindi anche per Falconara...". "No, il PEAR non c'entra nulla" ha detto il sottosegretario "il PEAR è stato impugnato dal Governo per incostituzionalità del limite che dichiara inamissibili le centrali di potenza superiore a 300 MW".
Accidenti! Come "impugnato"? E se decade quel vincolo decade l'unica difesa normativa che impedisce l'attuazione di un intervento che ha già ottenuto il si alla procedura VIA !!. Procedura nella quale la Regione non è intervenuta, "scordandosi" anche di comunicare i dati dello studio epidemiologico!
Possibile che Spacca non sapesse nulla sabato mattina del fatto, detto il pomeriggio dal sottosegretario, che il Governo ha impugnato il PEAR?
Certo lui assicura che se "il PD decide" le centrali non si faranno. Ma se a decidere è il Governo? Perchè la Regione non ha ancora mosso un dito - sul piano formale - per impedire che la centrale venga realizzata?
Parole. Come le parole di Mei che accusa i Falconaresi di "non riuscire a vincere le battaglie"... Che ne sa Mei? e perchè si tiene lontano dalla battaglia dell'Api, lui che si fa paladino contro i disastri ambientali delle Marche?
Poi un tipo di Corinaldo mi dice: "Mei è amico di un certo avvocato Mazzi, amico personale del ministro Prestigiacomo",
Allora la sensazione, quella sensazione d'ansia che leva il respiro, si fa più forte, quasi insoppostabile.
E' la sensazione, netta, che si stia compendo una liturgia. Come un antico rito sacrificale, dove , oggi in nome dell'economia e della produttività, Falconara sarà sgozzata sull'altare con l'intera Regione ad applaudire ed invocare il futuro propizio.
Ho la sensazione che non ci aiuterà nessuno, proprio nessuno.
Da soli dobbiamo mordere, scalciare e rompere i lacci che già stringono le gambe e liberarci, finchè siamo in tempo.