X FALCONARA

spazio libero di chi vuole un futuro migliore per la nostra città

domenica 26 giugno 2011

Ordine Nuovo

Sabato 25 giugno... guardo il calendario: anno 2011. Controllo ancora, perchè sembra davvero strano...ma no è davvero il 2011. oltre 60 anni dalla Liberazione, dall'avvento della Democrazia in Italia. Decenni dopo il '68, le battaglie per i diritti civili, Ghandi, Kennedy, Mandela...
Sabato 25 giugno... il cielo è più coperto degli altri giorni, la mattina.
Il Sindaco di Falconara parte di buon'ora con la sua squadra. Portare ordine, andando a caccia di zngari e di negri. Tutti con la stessa divisa, insieme alla polizia. Portare ordine! Un Ordine Nuovo. Questo vogliono i cittadini! Ordine e spensieratezza nelle giornate estive....
Accadeva così anche negli anni venti del secolo scorso...pochissimi ormai sono vivi per ricordarlo.
Squadre di uomini in divisa portavano ordine nelle città.
Sabato 25 giugno, la sera del Corpus Domini, il Sindaco e la sua squadra sfila nella processione dietro Cristo in Croce. La campagna della mattina ha dato buoni risultati: hanno preso tre o quattro zingari che bivaccavano nelle cabine, li hanno scacciati via come cani rabbiosi. Il volto di Cristo in Croce in processione si contorce in una smorfia di dolore, ma i sacerdoti non lo vedono.
Sabato 25 giugno, il Pomeriggio in Ancona c'è davvero tanta gente. Non si è mai vista così tanta gente il sabato pomeriggio, d'estate. Quasi duemila persone, forse più. Manifestano, come si usa ifare n democrazia, contro il rigassificatore e in difesa del loro territorio e della loro salute.
Polzia e Carabinieri in tenuta antisommossa, armati, presidiano la Regione e la sede del PdL. Ma i manifestanti sono pacifici e allegri, ci sono tanti bambini...per fortuna non succede nulla. Anzi, "non è successo nulla". L'indomani infatti i giornali non ne parlano.  Solo un trafiletto inserito nella pagina in cui si parla dei disagi dei treni in ritardo. Un piccolo, ulteriore disagio voluto da quattro comitatari. "Duecento persone" secondo il Messaggero, mentre l'articolo del Corriere Adriatico ne parla solo per bocca di Donati per spigare i motivi del bacio che Spacca si accinge a dare sulla guancia della sua stessa gente, come Giuda fece su quella di Cristo.
Succedeva così anche negli anni trenta, quando il fascismo controllava ciò che si poteva e non si poteva dire.
Ma siamo nel 2011... c'è scritto sul calendario.
Todo cambia.. ma tutto resta uguale, come la smorfia di dolore del Cristo in Croce portato in processione, come l'infamia di chi partecipa a questa squallida rappresentazione o di  chi, in silenzio, apre la strada all'Ordine Nuovo.


martedì 21 giugno 2011

Tra follia e ipocrisia un cambiamento appare impossibile

 Tutti abbiamo gioito dell'esito del referendum, ma il peso che è stato dato a questa vittoria è assai diverso all'interno del movimento. Alcuni hanno visto in questo successo un cambiamento della società italiana, tra questi anche chi, come il PD, è salito sul carro dei vincitori quando ormai l'esito della battaglia era pressochè certo ma che ha sempre lavorato in questi ultimi anni per favorire la privatizzazione dei beni comuni non nascondendo le simpatie per il nucleare. Per loro certo è stata vittoria campale: visto che il loro unico obiettivo è quello di superare Berlusconi alle prossime elezioni, i numeri del referendum dicono che possono sperare finalmente di mandare a casa il Gran Nemico.
Per me, che non vedo grandi differenze tra Berlusconi e Bersani (a parte ovviamente i bunga-bunga e le televisioni), la vittoria dei referendum è stato soltanto il respingimento di un'assalto. La vittoria di una battaglia che tuttavia non muta le condizioni della guerra, dove la società civile, i valori fondamentali della nostra cultura democratica, sono in permanente stato di assedio.
Se in Italia non si faranno le centrali nucleari ciò non implica che ci sarà una svolta nella politica energetica. E' assai probabile che avremo centrali a metano e biomasse al posto di quelle nucleari. Come dire un diverso modo di esprimersi di una stessa cultura del consumo, dello spreco, dello sfruttamento del sud del mondo etc.... Lo stesso riguardo all'acqua. Forse le lottizzatissime multiservizi sono meno S.p.a. delle S.p.a. private?

Eppure, anche all'interno dei movimenti dal basso, questa mia posizione è bollata come disfattista e pessimista. Anche nel movimento dei cittadini la maggioranza reputa l'esito del referendum il "segno di un gran cambiamento". Uno mi ha detto: "ma devi considerare che finalmente è valso il principio che l'acqua è un bene comune". Già...un principio. Qui sta il punto. 
Certo i principi sono importanti, ma i principi esercitano il loro influsso nella società soltanto se e quando vengono messi in pratica e diventano "mores", cioè costumi, modi di vivere. "Mores", parola latina da cui deriva appunto la "morale", l'etica di un popolo.
E' questo passaggio che questa società non sembra in grado di compiere, perchè non lo vuole compiere. Anche chi contesta lo sfascio sociale del paese non intende privarsi di quel modello di vita borghese che ne è espressione essenziale. Tutti vorrebbero indurre cambiamenti "di principio" che tuttavia non mettano in discussione il solito modo di vivere individuale. Vorremmo che non ci fossero guerre nel mondo, ma continuiamo ad usare auto che vanno a petrolio. Vorremmo l'acqua pubblica, ma continuiamo ad investire i nostri risparmi in fondi bancari che alimentano la privatizzazione dell'acqua in mezzo mondo. Vogliamo una vita più sana ma non siamo disposti a rinunciare alla convenienza degli hard discount che sono la quintessenza della globalizzazione alimentare.
Nella mia professione tento di dare testimonianza di un altro modo di fare, mettendo in pratica i "principi" della disciplina, ma a conti fatti so di essere solo, assieme a non più di due o tre compagni di viaggio in tutta la regione...
A Falconara, come cittadino, ho tentato da tempo di costruire momenti di cambiamento reale della società e li ho proposti al movimento dei cittadini: Abbiamo costruito il GAR, per un consumo alimentare critico e responsabile. Alla fine su settanta persone coinvolte siamo rimasti in due o tre. Abbiamo costruito il Ghedappa, per dedicare una mezza giornata a settimana alla difesa concreta del bene comune, piantando alberi negli svincoli. Alla fine ci siamo ritrovati in due. Ho proposto di fare una "marcia per Falconara" dedicando un sabato alla causa della nostra città. Al mio appello hanno risposto in due perchè gli altri "hanno da fare" o ritengono che farsi 10 km a piedi sia eccessivamente pesante.
Allora?  Allora c'è poco da stare allegri. Nonostante il referendum non c'è alcun cambiamento all'orizzonte. Perchè in realtà il cambiamento non lo vuole nessuno. Non lo vogliono coloro che difendono il sistema ma non lo vuole neanche chi il sistema lo contesta. I primi sono solo dei folli che credono in un modello sociale che sta cadendo a pezzi. I secondi sono, in massima parte, soltanto degli ipocriti che tentano di pulirsi la coscienza.
E intanto dal cielo di Tripoli e dell' Afghanistan  piovono bombe italiane...

mercoledì 8 giugno 2011

Gli amici degli uomini neri

Una storia, o forse una leggenda, che gira in Africa centrale è quella che narra di quando si presentarono agli uomini neri degli uomini bianchi, sorridendo e dichiarandosi loro amici.
Questa storia spiega perchè esista ancora oggi tra gli africani una istintiva diffidenza verso i bianchi che si aggirano nelle loro terre.


Dovete sapere che gli uomini neri vivevano da secoli nella foresta e si contendevano il territorio con gli altri esseri animati, feroci e non. C'era un  naturale antagonismo, quasi una rivalità, con gli altri esseri animati della foresta.
Quando arrivò l'uomo bianco, sorrise agli uomini neri allargando le braccia e disse "io vi sono amico!", aggiungendo "se farete come vi dico non dovrete più temere gli esseri animati della foresta. Avrete da mangiare ed un villaggio dove riposare sicuri!"  - che dobbiamo fare? - chiesero gli uomini neri. "Dovete abbattere la foresta, fare dei campi e coltivare per me".  Gli uomini neri si affrettarono a fare come diceva l'uomo bianco,  fecero i campi, i villaggi e si misero a lavorare. In effetti ebbero cibo e notti sicure per riposare.
Dopo alcuni mesi arrivarono altri bianchi dall'est e dissero agli uomini neri "Nel mondo è scoppiata una guerra, noi siamo dei generali, siamo vostri amici e siamo pronti a combattere per difendervi" Gli uomini neri si guardarono preoccupati poi chiesero - che cosa dobbiamo fare? - "sosteneteci e noi generali combatteremo per voi!" Così gli uomini neri diedero cibo e risorse ai generali perchè li difendessero nella guerra.
- Che fortuna! - disse il capo delle tribù degli uomini neri - abbiamo gli uomini bianchi che ci sono amici - e rivolto agli esseri animati della foresta urlò - noi non abbiamo bisogno di voi nè vi consideriamo nostri simili, perchè noi abbiamo gli uomini bianchi per amici!-
Accadde però, dopo qualche anno, che il cielo si dimenticò di piovere e su tutta l'Africa piombò una grave siccità. I campi non producevano più niente.
Gli uomini neri andavano comunque a lavorare, a dissodare il terreno, ma niente...non nasceva più niente.
Visto che l'uomo bianco ritardava la consegna del cibo gli uomini neri andarono da lui e dissero: - Uomo bianco, dacci da mangiare! Noi abbiamo lavorato per te. Non è colpa nostra se il cielo non ha mandato la pioggia!- Ma l'uomo bianco adirato disse "io vi dò da mangiare se voi mi date ricchezza, altrimenti, che me ne faccio di voi?"
Gli uomini neri restarono delusi e senza mangiare.
L'indomani arrivarono i generali dall'est e chiesero agli uomini neri di avere la loro parte di risorse per continuare la guerra. Gli uomini neri spiegarono che c'era stata la siccità e che l'uomo bianco gli aveva negato addrittura il cibo. Quindi non avevano più nulla da dare ai generali per la guerra.
I Generali ci rimasero molto male e dissero "Noi comunque dobbiamo continuare la guerra e abbiamo bisogno di risorse. Se non le avete allora vi prenderemo e vi venderemo come schiavi".
Fu così che gli uomini neri si ritrovarono affamati e schiavi per aver creduto all'amicizia dei bianchi.

Disse allora il capo delle tribù degli uomini neri: - Guai a noi che ci siamo fidati di chi diceva a tutti di essere amico degli uomini neri! L'uomo bianco ci considera solo in quanto produttori della sua ricchezza. I Generali dell'est ci considerano solo per il contributo che diamo a mantenere il loro grado di generale.
E pensare che accanto a noi c'erano gli esseri animati che, senza chiamarci amici, condividevano con noi la medesima terra e ci guardavano per quello che siamo. Loro ci rispettano e non ci hanno mai tradito.-

E' per questo che in centro Africa gli uomini chiamano spesso gli altri esseri animati "fratelli" e li salutano con rispetto quando li incontrano.

Provate ora a sostituire i personaggi di questa storia. Mettiamo al posto degli uomini neri i lavoratori dell'Api.
Chi è secondo voi il bianco che si dice loro amico?
chi sono i Generali dell'est?
e chi sono gli esseri animati?
Vediamo se siete così bravi da indovinare!
(vuol dire che il vostro cervello funziona ancora!)

Carlo