Il mondo cambia più velocemente di noi
Quando Copernico teorizzò come la
terra ruotasse intorno al sole non realizzò immediatamente le conseguenze che
quella teoria avrebbe avuto nel mondo. E il mondo , da parte sua, continuò ad
essere “tolemaico” per almeno altri due secoli. L’inquisizione continuò a
condannare gli eretici, e così via...
Eppure il cambiamento era ormai
avvenuto. Erano gli uomini a non comprenderlo.
Così sembra accadere oggi di
fronte alla crisi del liberismo economico, che è la fine dell’era della finanza
e della grossa borghesia del Capitale.
Questa crisi, che va di pari
passo con la globalizzazione e con le dinamiche del web, è la fine di una Sistema sociale, della sua forma di governo
della “democrazia rappresentativa”, dei partiti che ne sono l’essenza, della
fiducia nell’idea di una crescita illimitata dell’economia e del PIL come
misura del benessere. La fine di una società basata sulla competizione e sulla
divisione di classi.
Che significa oggi essere
comunista, o essere nazionalista? Ha senso oggi parlare di lotta di classe?
La crisi colpisce gli operai, che
perdono il posto d lavoro ed i diritti, ma colpisce anche i piccoli
imprenditori. Quelli che un tempo erano considerati i “padroni”, nemici della
classe operaia, oggi si suicidano perchè incapaci di sostenere la loro impresa,
perchè schiacciati dal peso della responsabilità verso i loro dipendenti,
perchè, soprattutto, non credono più nella “libertà”
del mercato, soffocati come sono dalla burocrazia, dalla pressione fiscale, dalla
concorrenza sleale di paesi a cui nessuno chiede conto dei diritti del lavoro e
dell’ambiente.
Quelli che dovevano essere
nemici, sono oggi insieme agli operai a gridare per un mondo diverso. Assieme a
loro gridano i nazionalisti, coloro che non tollerano che un gruppo di
oligarchi dell’alta finanza imponga ai Popoli le scelte sul loro futuro.
Tutti insieme, operai, giovani
precari, pensionati, artigiani, agricoltori, piccoli imprenditori si ritrovano
assieme a dire basta ed a puntare il dito contro il vero Capitale. Quel
Capitale fatto di personaggi nascosti, coperti. Il Capitale che abita le sedi
delle grandi banche, dei palazzi vaticani, del petrolio, del nucleare e dei
grandi affari. Il Capitale che muove guerre e decreta la vita o la morte di
intere popolazioni. Il Capitale che decide a chi dare e a chi non dare acqua,
farmaci, aiuti, armi a seconda della convenienza.
Il Capitale che usa i Partiti, e
le Chiese, come imbonitori, controllori e attuatori dei loro interessi
nell’illusione che poi sia la gente a decidere.
Scoppierà una contesa, durissima,
tra il popolo e il Capitale. E’ già iniziata, e sarà inevitabilmente una strada
di “lacrime e sangue”.
Ma dove il Capitale è poco
rappresentato, nelle piccole realtà locali, la gente può riconoscersi finalmente
unita, non importa se proviene da una strada di destra, di sinistra o cattolica
o atea. La gente ha capito che non sono le differenze di cultura ad essere
ostacolo alla solidarietà. La differenza la fa l’essere onesti o disonesti,
cittadini liberi o servitori - consapevoli e inconsapevoli – del Capitale e del
suo Sistema, che ci vuole divisi e in lotta tra di noi per poterci dominare
meglio.
Se ho fiducia nell’onestà del mio
prossimo, se lo conosco e lo stimo anche se non la pensa come me, se sono capace
di discutere e trovare soluzioni per il bene comune, che me ne faccio dei
partiti? L’Assemblea cittadina sarà il decisore ed oggi il web ci dà la
possibilità di pensare a forme di votazione in cui i cittadini non hanno
bisogno di essere rappresentati ma si autorappresentano. Oggi possiamo mettere
in atto la democrazia diretta. Oggi è il tempo della solidarietà e dell’unità
tra diversi.
E sarà da esperienze nuove, come
possiamo attuare qui a Falconara, che nascerà il mondo di domani.
E quando i rappresentanti del
Capitale verranno a farci le loro offerte e le loro minacce gli risponderemo,
tutti insieme, con una risata. E quella risata li seppellirà.