Soltanto la ragione discerne l'illusione dalla realtà
Esiste una tangibile difficoltà
nella classe politica a stare con i piedi per terra. Vuoi per l’abitudine,
consolidatasi in anni di sostanziale agiatezza economica, di sbandierare lo
sviluppo e la crescita come garanzie di ricchezza; vuoi anche per il naturale
istinto dei politici di affabulare la gente mediante la rappresentazione di
sogni.
Ma oggi la situazione è diversa.
Oggi la gente avverte l’esigenza di risposte concrete. E così i politici, non
appena aprono bocca, vengono presi a sassate e insultati come una maledizione.
Tuttavia la politica continua a
puntare sulle arti illusorie e si ricava il suo spazio nell’ignoranza, come
astrtologi e indovini proliferano in un mondo che pur si dice fondato sulla “certezza” del
dato scientifico.
In urbanistica ciò si traduce
nell’ostinata proposizione di vecchie formule per rilanciare l’edilizia, per fomentare
grandi progetti di trasformazione, di reinfrastrutturazione, di
modernizzazione.
Non si vuole prendere atto della
realtà, che ci parla di problemi esattamente inversi: dell’eccesso di
costruito, delle enormi aree dismesse di cui non si sa che fare, dei siti
inquinati che non si sa come bonificare, dell’invenduto, della mancanza di
investitori in tutto ciò che ha a che fare con l'edilizia.
Venendo a Falconara è certo
legittimo e utile prefigurare scenari
ambiziosi di ridisegno della città, di revisione del sistema della mobilità, di
ristrutturazione e rifunzionalizzazione degli spazi. Ma dobbiamo essere
consapevoli che almeno nei prossimi cinque-dieci anni ciò non sarà possibile se
non attraverso interventi eccezionali e straordinari.
Proporre nuove lottizzazioni
extraurbane o anche grandi progetti di riconversione di aree dismesse, mega-parcheggi
pluripiano, sono colossali bufale che svaniscono dopo anni come bolle di sapone
o peggio ancora producono incompiute che diffondono il senso di degrado urbano.
L’attività su cui deve puntare
un’amministrazione locale, in mancanza di capacità di investimento economico, è
ben altra:
1
L’utilizzo del patrimonio edilizio inutilizzato, da
stimolare con la leva fiscale al fine di reimmettere nel mercato la grande
quantità di alloggi esistenti abbassando e rendendo più accessibili i prezzi di
acquisto e di affitto.
2 Il ridisegno degli spazi aperti per ricavare più aree per
parcheggi nella consapevolezza che il fabbisogno di spazi per le auto tende a
diminuire e che quindi si può progressivamente sostituire l’asfalto con il
verde.
3
La realizzazione di dispositivi pubblici per la
produzione di energia (tettoie e tetti fotovoltaici) e/o di soluzioni per
abbassare il costo della pubblica illuminazione.
4
Il rinnovamento qualitativo, energetico e strutturale
degli edifici esistenti, ivi comprese le dotazioni utili a servire una
popolazione sempre più anziana
5
L’ottimizzazione degli spazi interni ai lotti
edificati, creando zone semipubbliche interne alle pertinenze condominali,
percorsi pedonali e ricavando nuovi spazi per la sosta in modo da togliere le
auto dalle strade.
6 La realizzazione di percorsi protetti per la mobilità
pedonale (es.per andare a scuola a piedi) e ciclabile, la ridefinizione del
sistema del trasporto pubblico
7
la riduzione e la prevenzione delle condizioni di
rischio del territorio
8 L’individuazione di ambiti in cui attuare piani di
diradamento che coinvolgano gruppi di edilizia obsoleta e/o complessi
pluripiano accomunati da una qualità abitativa molto bassa.
Le risorse per il diradamento
delle città possono essere ottenute mediante i proventi di cui al punto 1 e/o
mediante un apposito fondo aperto al contributo collettivo dei cittadini e
delle imprese locali.
Il diradamento consente la progressiva
riqualificazione-valorizzazione della città, l’eliminazione di punti critici e degli
impedimenti alla realizzazione di nuovi collegamenti
anche ciclabili.
Di questo i cittadini seri
vorrebbero poter discutere, ma si ritrovano politici che vendono palloncini e
raccontano favole di un mondo che non c’è.
Certo le battaglie antagoniste contro gli scempi e le aggressioni al territorio che si continuano a perpetuare sono importanti ma rischiano di essere sterili e fini a se stesse se non si proiettano in un agire positivo, in una affermazione fattiva della possibilità di migliorare la nostra città pur senza risorse economiche; se non si inseriscono i uno sguardo rivolto all'insieme delle problematiche connesse alla gestione del territorio.
Nessuno tra i politici, nè chi crede nella potenza salvifica dell'edilizia nè chi professa lo stop alla costruzione come una fede, parla ad esempio della nuova
legge urbanistica regionale che rischia di consegnare ancora di più il territorio nelle mani dei partiti
per conto delle lobbies degli speculatori.
Nessuno cerca di spiegare da dove
arrivano i soldi che finanziano operazioni edilizie in una realtà in cui la
domanda di nuove abitazioni è inesistente e la popolazione cala. Perchè quei
soldi vengono comunque spesi in operazioni che falliscono dopo un anno.
Meglio sognare... tante belle
casette nuove, tutte colorate, immagine di un mondo annoiato di benessere da
soap opera...oppure, all'inverso,.. un mondo incontaminato dove non si costruisce più se non con il legno, la paglia o il marzapane... L’importante è che la fiction continui.