La proprietà della politica
Si fa presto a dire di auspicare un cambiamento nella politica, ma in concreto che cosa e come si vorrebbe cambiare? Quali sono, in altri termini, le radici che hanno alimentato la crescita della malapolitica e come possiamo estirparle?
Spesso sentiamo prediche e sermoni sull'etica e sullo spirito di solidarietà come principi su cui si dovrebbe fondare il rinnovamento della politica. Alcuni guardano per questo motivo ai gruppi del volontariato come a nuovi salvatori, come fossero "alleati" pronti a sbarcare sui nostri lidi per salvare il Paese dalla casta corrotta e turpe che ci governa.
Io penso che le radici della malapolitica siano ben più profonde e nascoste nel nostro pensiero, sempre troppo maledettamente superficiale e frettoloso.
L'altra sera, mentre assistevo alla conferenza dei candidati sindaco sulle questioni dei quartieri di Palombina e Fiumesino, sono rimasto colpito dalla discussione sorta intorno alla questione del by-pass. In risposta di una polemica avanzata dal candidato del M5S, che lamentava l'assenza degli altri gruppi politici all'iniziativa della presentazione ai parlamentari grillini marchigiani di una interpellanza sul tema, da sottoporre al Governo, il candidato delle liste civiche FbC e CiC (il solitamente temperante Riccardo Borini) ha perso le staffe, affermando che non si può fare una simile iniziativa a dieci giorni dalle elezioni e, soprattutto, rivendicando che nei suoi gruppi c'è gente che segue quella vicenda da anni, accusando pertanto il candidato 5 stelle Frapiccini di voler appropriarsi dell'argomento a fini elettorali.
Il tono usato, doppiato dalle urla provenienti da fondo sala di chi sosteneva che fosse stata interpellata solo una parte dei comitati cittadini, mi ha dato la netta sensazione che il tentativo di spiegare i motivi dell'iniziativa del M5S sarebbe stato del tutto inutile.
Tentare cioè di spiegare che anche tra coloro che sostengono il M5S ci sono persone che, come il sottoscritto, si battono da anni sulla vicenda del by-pass; che il M5S no poteva fare quell'iniziativa "prima" perché le parlamentari marchigiane si sono insediate appena un mese fa; che il documento è stato concordato col comitato di Fiumesino il quale ha partecipato alla conferenza leggendo anche un suo comunicato; che nulla impediva al comitato di Villanova - ancorché si sia schierato politicamente in CiC - ad una iniziativa alla quale CiC, come tutte le altre forze politiche, era stata espressamente invitata su facebook; che più volte era stato richiamato il fatto che il M5S non volesse mettere il cappello sulla questione by-pass, auspicando anzi che quella divenisse l'occasione di condividere, con tutte le forze politiche falconaresi, una iniziativa per il bene della città...
Inutile...perché quella reazione inaspettatamente rabbiosa non chiedeva spiegazioni ma usava un tono perentorio ed inappellabile. Un monito mosso dalla convinzione che si fosse trattato di una violazione di un diritto, di una proprietà politica che si estende su questioni ed argomenti.
Un tempo lo si chiamava "spazio politico" ed ogni partito ne rivendicava la proprietà intellettuale per cui c'era quello di destra, distinto in destra sociale e destra liberale, quello del centro popolar-cattolico, quello della sinistra, distinta in socialista e comunista.
Guai se qualcuno di sinistra osava fare propri temi ed argomenti della destra, o viceversa. Avremmo assistito a reazioni dure e ad affermazioni perentorie come" attento! stai entrando i un terreno che non è il tuo!". Affermazioni del tutto simili a quella usata sempre da Borini quando il candidato del M5S lo ha contraddetto su questioni attinenti il welfare: "attento!, stai entrando in un terreno minato!".
Le parole non sono cose da poco. Le parole rivelano un pensiero.
Rivendicare uno "spazio politico" come fanno certe liste civiche che pur dicono di mettere al primo punto la partecipazione dimostra che le radici della pianta che si vorrebbe mostrare essere nuova sono in realtà le stesse che alimentavano già la malapolitica e la logica settaria dei partiti.
Per carità, anche nei partiti c'era e può tornare ad esserci la partecipazione, ma questa si riferisce sempre ad un gruppo di cittadini, solo a quelli che condividono quelle idee e quei simboli o quei percorsi.
Il problema di fondo è l'interposizione tra il singolo cittadino e la comunità di tutti i cittadini, di un gruppo. Una entità in cui il cittadino si trova a riconoscersi prima che nella comunità di tutti i cittadini.
Che si individui questo gruppo in una ideologica, in una fede, in un partito o nell'insieme dei gruppi di volontariato, siamo sempre nella stessa interposizione tra l'individuo e la comunità di una entità che finisce comunque per dividere i cittadini "a priori" in affiliati e non, fedeli e non, simili e dissimili, buoni e cattivi.
E' qui il punto. La partecipazione attiva, quella che parla a tutti i cittadini, è davvero un'altra cosa. Non ammette interposizioni e filtri. La partecipazione di tutti i cittadini può esprimesi davvero solo nella democrazia diretta dove ognuno vale uno e si presenta "nudo" nella comunità. Ha a che fare con una politica senza proprietà o spazi esclusivi, senza bandiere, senza copyright, che vuole davvero riscrivere le regola della democrazia eliminando ogni forma di delega. O delega o partecipazione, non c'è scampo. O vecchio o nuovo sistema.
Alcuni ancora mi chiedono perchè mi sono allontanato da CiC ed ho ripreso il mio cammino con il M5S.
Ma perchè mi fate ancora questa domanda?